Vorrei correre al mare come fossi fiume
e vestirmi di vento e sentire al passaggio
un murmure antico farsi canto
quando levo lo sguardo e ti cerco nel firmamento
e farsi nenia quando scivolo sul fondo e non ti sento
chiusa nel vortice della mia sofferenza.
Vorrei suonare le campane come fosse festa
quando invece le mani stringono mondi di carta
e il mio bicchiere non fa rumore levato in aria
e il vuoto ha memorie potenti come boomerang.
Vorrei spegnere i pensieri e chiudere gli occhi
rimanendo in equilibrio sopra un asse
il tempo d’un’alba che non tenga conto dell’ora
e che colga l’eterno in un attimo breve.
Vorrei riscrivere i sogni se ai sogni dispersi
si può dare un nuovo indirizzo
e prevedere i viaggi dove tu viaggi
ed io t’attendo e il traguardo è lo stesso.
Vorrei correre al mare come fossi fiume
felice d’essere nel divenire senza domandarmi
se c’è differenza tra il vivere e il morire
vorrei essere mare ora che non sono più fiume.
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