Si azzurra la linea d’ombra
che s’attorciglia all’orizzonte
spasmo e attesa
nel momento in cui si percepisce
(sgomento anche)
l’aggrappo del sogno alla realtà
il suo ormeggiarsi alla materia
a cui appartieni
come il grido della civetta
taglia gli occhi alla notte
e ce la rende cieca
Come il buio che ti prende
quando scopri che il tempo
ci ha lentamente voluti estranei
Perché ogni sogno disquama la sua essenza
a contatto con l’ovvio che siamo
con l’incapacità a definire
una goccia d’immaginazione
vi si consuma e spegne
Ora si vive di spalle uno all’altro
e si guarda altrove
alla ricerca di uno specchio
che ci confermi ciò che è passato
e le vestigia di un saluto
così si resta
nel prosieguo del mondo
alghe impiombate da ciò che l’acqua
rilascia limacciosa ch’è rimasta
danno ancora l’illusione
che io e te ci passiamo accanto
(tratta dalla raccolta inedita
“Il mestiere e altri accidenti”)
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