Pubblicato il 14/07/2020 09:21:49
Fu un lampo nero, nell' azzurro dell'età incosciente. Tutti gli altri colori spenti. Sul soffitto ondeggiavano le ombre dei giorni a venire, incerti la zingara alla parete ascoltava con me le auto passare diceva che il lampo era azzurro scintille elettriche di un tram che non c'è più diceva che il nero era la notte diceva che sarebbe tornata a prendermi a ogni lampo di luce azzurra. Aveva sempre rose tra le mani, le stesse diceva che il lampo era azzurro elettrico e l'abito rosso e il nero la notte ma il buio era la luce nella quale splendeva. Ondeggiava alla parete col mutar del lampo, come una gitana danza diceva che sarebbe tornata a prendermi ma non può più. Così vago, tra gli alberi che ondeggiano e le nuvole che viaggiano, i laghi che non stanno mai fermi per vederla ondeggiare sulla superficie per dirle di accompagnarmi ancora ai sogni perchè si è fatta d' aria, dissolta nella stessa aria ma con visibili e splendide le mani che oltrepassano le porte dell' invisibile. E anche perchè non glie l' ho mai detto.
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