Della vanità è la fiera
l'ostinarsi nella recita
invano aprendo un frigo
fuori uso da sempre.
E'vacuità del gesto
tu che lucidi la stufa
che casa più non scalda;
tu che cucina sgrassi
che pietanza più non cuoce;
ch'è lucida follia lo sai
pulire la lavatrice
pur se guasta da due vite
le nostre. E nemmeno lo ricordi
l'ultimo lavaggio fatto.
Ma lo ripeto:non c'è nulla
per cui farmi sentire.
Ci si trovasse qualcosa
oltre la mera sopravvivenza
in queste nostre teste di legno
scolpito, sai che canzone
ne verrebbe percuotendole:
logica legnosa la loro
al pari di quella di una stella
che collassi ostinata e silente
pulsante di tronchi percossi
con monotonia da spazio profondo.
Della vanità è la fiera
l'ostinarsi nella recita
invano aprendo un frigo
fuori uso da sempre.
E'vacuità del gesto
tu che lucidi la stufa
che casa più non scalda;
tu che cucina sgrassi
che pietanza più non cuoce;
ch'è lucida follia lo sai
pulire la lavatrice
pur se guasta da due vite
le nostre. E nemmeno lo ricordi
l'ultimo lavaggio fatto.
Ma lo ripeto:non c'è nulla
per cui farmi sentire.
Ci si trovasse qualcosa
oltre la mera sopravvivenza
in queste nostre teste di legno
scolpito, sai che canzone
ne verrebbe percuotendole:
logica legnosa la loro
al pari di quella di una stella
che collassi ostinata e silente
pulsante di tronchi percossi
con monotonia da spazio profondo.
Della vanità è la fiera
l'ostinarsi nella recita
invano aprendo un frigo
fuori uso da sempre.
E'vacuità del gesto
tu che lucidi la stufa
che casa più non scalda;
tu che cucina sgrassi
che pietanza più non cuoce;
ch'è lucida follia lo sai
pulire la lavatrice
pur se guasta da due vite
le nostre. E nemmeno lo ricordi
l'ultimo lavaggio fatto.
Ma lo ripeto:non c'è nulla
per cui farmi sentire.
Ci si trovasse qualcosa
oltre la mera sopravvivenza
in queste nostre teste di legno
scolpito, sai che canzone
ne verrebbe percuotendole:
logica legnosa la loro
al pari di quella di una stella
che collassi ostinata e silente
pulsante di tronchi percossi
con monotonia da spazio profondo.
Della vanità è la fiera
l'ostinarsi nella recita
invano aprendo un frigo
fuori uso da sempre.
E'vacuità del gesto
tu che lucidi la stufa
che casa più non scalda;
tu che cucina sgrassi
che pietanza più non cuoce;
ch'è lucida follia lo sai
pulire la lavatrice
pur se guasta da due vite
le nostre. E nemmeno lo ricordi
l'ultimo lavaggio fatto.
Ma lo ripeto:non c'è nulla
per cui farmi sentire.
Ci si trovasse qualcosa
oltre la mera sopravvivenza
in queste nostre teste di legno
scolpito, sai che canzone
ne verrebbe percuotendole:
logica legnosa la loro
al pari di quella di una stella
che collassi ostinata e silente
pulsante di tronchi percossi
con monotonia da spazio profondo.
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