Pubblicato il 09/11/2010 22:35:11
Ti scrivo con i colori che per primi ho sottomano giallo, verde, rosso, nero e blu con tratto fine o tratto spesso rompo il verso ed il seguente rimane sempre sull’indeciso. Non trovo differenze tra penna, matita e computer forse perché sono tranviere prestato alla poesia così come una chiave da 14 tenta di stringere un bullone da 11. O forse ancora perché sono imperfetto come la voce che arriva tra le cuffie dell’ipod ed annuncia sulla metro la prossima fermata. Perché imperfetto lo sono nei tempi e nei modi o come quel ristorante a cui manca nel nome uno dei fondatori di Roma. Imperfetta è anche la voglia d’iscriverti fra le mie certezze (o carezze?) Perché nemmeno un raggio di sole è capace di scaldare senza prima aver scoperto ai piedi dell’armadio un’inesorabile striscia di polvere
(Inedito)
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