Pubblicato il 20/06/2020 12:05:14
Attendi, seduto sulla soglia della luce -in questo tempo di dolina- confuso tra gli oggetti senza nome- ennesimi tentativi di trovarti.
La segreta corrispondenza delle e dalle cose suscita missive nuove in cui esprimi la mancanza. Ti manco, vivaddio, ogni giorno di più, dici.
Attendi intanto a qualcuno -suggerisco- prenditene cura. Con amore. La misura dell'amore è l'infinito.
Camuffati da sabbia, da prato, da nevaio. Confonditi, confondimi. Che tu sia più natura del deserto, della collina, del monte, del fiume, delle vespe, delle lantane, degli isomeri...
Ti troverò comunque, dovessi percorrere chilometri e non ti sei mai mosso, nido di piccoli adepti alla felicità sul contraltare del dolore. Ti troverò: non ti sei mai mosso -per pudore incoercibile- dal glucosio delle mie labbra.
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