Pubblicato il 24/06/2012 17:15:44
Presentazione di Nuove stagioni ad ArteOra… La nuova raccolta di poesie di Antonietta Ursitti Nuove stagioni, edita da Aletti, è stata presentata al pubblico il 21 giugno 2012 alle ore 20.00 presso ArteOra, spazio espositivo che promuove l’arte in ogni sua forma. Luogo in cui è facile trovare la giusta sintonia tra arti visive e letterarie, come la poesia che ispira l’arte figurativa a sua volta ispirata dalla poesia. Prova ne è stata la lettura di alcuni brani poetici della raccolta Nuove stagioni dalla voce recitante di Elena Grazia Ursitti, commentati dalla professoressa Maria Antonietta Ursitti, sullo sfondo delle opere di Fernando Rea esposte dal 25 Maggio al 30 Giugno ad ArteOra, ispirate al Mito greco per cercare attraverso le patinate dee del Glamour attuale radici antiche di bellezza divina. Una triade quella delle Ursitti che si ripropone ad ArteOra unita dall’amore per l’arte e da un vissuto familiare che facilita l’interpretazione vera e profonda di versi intessuti di ricordi e legati a radici che rivelano la necessità di esprimere e trasmettere emozioni, recuperando il valore della memoria. Così, dopo Quasi sonetti sparsi, la prima raccolta presentata lo scorso Aprile, l’autrice Antonietta Ursitti torna ad ArteOra con Nuove stagioni, una raccolta in cui il tema centrale è il tempo, del passato, del presente e del futuro, o futuribile come l’autrice, ha sostenuto nel suo intervento conclusivo della serata. Il futuro è una dimensione che si può prevedere ma le aspettative che ispirano il pensiero e il discorso poetico fanno immaginare una dimensione futuribile, ossia legata a un desiderio di speranza che il mondo migliori, che l’uomo migliori. L’autrice augura attraverso lo strumento poetico il recupero del “fanciullino” di pascoliana memoria, che consenta all’uomo di conservare il bambino interiore capace di meravigliarsi delle cose semplici, “le piccole cose”. Come dice nella lirica introduttiva alla raccolta: “Non occorre fare cose straordinarie,/ perché quelle che non si dimenticano/sono le storie più scontate e ordinarie./Frammenti che si affastellano casuali/che hanno senso di destini individuali./. La raccolta come ha commentato la professoressa Maria Antonietta Ursitti rivela un’autrice maturata rispetto ai precedenti sonetti, proiettata alla ricerca del suo io ora in un recupero proustiano, più realistico, del tempo perduto, diafano, come dice nella lirica conclusiva della raccolta Nuove stagioni, inventato da chi apposta/ voleva rendere possibile/ l’avventura terrena...Allo scopo di… Ritrovare quelle radici/che hanno nutrito/l’albero possente dell’esistenza/. Qui la relatrice ritrova il panteismo che caratterizza le liriche della Ursitti, lontana dal panismo, nonostante la sua costante attenzione al paesaggio e alla natura che molte volte introducono e offrono analogie e metafore dell’esistenza. Dunque, la poesia al solstizio d’estate ha dato l’occasione nonostante il caldo asfissiante di respirare una boccata di emozioni.
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