Pubblicato il 17/06/2020 00:50:53
Il vento fischia e scuote la mia porta gelido s’aggira per un borgo che spesso sol silenzio mi regala a tratti rotto dal grido d’un passante; la gara di Sanremo è già finita ma lui l’ignora pensa sia un cantante. Un foschia leggera cela il mare pioviggina incostante sui lastroni di questa strada in parte rinnovata chiudo la porta e nella stufa getto un ciocco d’acero o quercia stagionato poi sul PC dei nuovi versi immetto. Parlo di sole, di mare, anche di passioni, che ormai da anni ho dimenticate, parlo di qualche donna che s’infiamma a leggere i miei versi disperati, con me lei si commuove e mi consola ma i veri amori li ho dimenticati. Rimane sempre in mente il bel ricordo dei tanti sentimenti seminati, e mi diletto di narrare in versi un bacio, una carezza che ho donato, una pelle lucente che vibrava al tocco che ancor ricordo, che m’ha emozionato. Salvatore Armando Santoro (Boccheggiano 10.02.2020 – 10:23)
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