Spesso l’inquietudine amara
ha fermato i miei passi
ha bruciato le parole sulle labbra
come stoppie in mezzo al campo
mi ha restituito pensieri monchi.
E le ali sono rimaste lì,
come un sogno precluso alle mie notti.
Ho guardato il vuoto
come si guarda un foglio vergine
senza segni o immagini e percorsi
e poi come si guarda un foglio nero
senza luci né ombre né colori
ed ho atteso senza sapere cosa
avrebbe spazzato via la mia inquietudine
ed ho atteso che il giorno al suo declino
mi promettesse la luna in un profilo vago
e che la notte le raccontasse storie
per trattenerla in cielo.
Alla luna ho domandato
se sono più gli amanti che i poeti
a farfugliare parole incomprensibili
a prendersi per mano come bambini
a confidar segreti o a sognare.
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