Pubblicato il 31/05/2020 15:08:48
Ci alzammo all’alba madidi di sudore, le tue labbra più rosse giammai sazie di baci e quegli occhi spillati cristallini di un mare che mi attrae e anche fuggo, ma il cullar delle onde mi fu sempre vicino, come i tuoi movimenti mentre gemi appagata e non chiedi più niente solamente il silenzio. Guardammo fuori, oltre il vetro appannato di un umido ottobre le prime flebili luci di un giorno che nasce spensierato, felice e la notte si spegne con le sue note calde che risuonano ancora, ci hanno tolto il respiro e condotto per mano, indicato la strada da guerrieri mai domi e poi fatto volare come Pegaso, alato, che combatte, poi sale e diventa una stella. Nella tua mano, tremava come foglia, ho sigillato il segno del mio amore, che si riverbera nel gorgoglio dell’acqua di quel ruscello dove mettesti i piedi che ora ti portano a spasso per il mondo.
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