Non c’è vuoto nei sepolcri
dell’eterna solitudine.
Serenamente mi incammino,
lasciando morire, in quel luogo,
l’egoismo e indifferenza.
Il sole della dolce bontà
accarezza fredde lapidi:
sigillan la morte dell’odio,
la fine di tutte le guerre,
il termine dell’indigenza.
Li visito e copro epitaffi
dell’astio, con candide rose,
d’un bianco così intenso,
da illuminare quei giardini,
dove resteranno sepolte
insensatezza e malvagità.
Mi raccolgo in breve orazione,
l’Altissimo ringraziando,
per avermi lesto condotto
nel luogo, per me, divenuto
il paradiso dell’anima,
ove trovar sola umanità.
Pubbl. Athena Millennium - 20/08/2013
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