Le asperità del terreno non si possono risolvere,
nascondere forse nel buio della notte dove tutte le vacche sono uguali
(se incautamente le lasci pascolare).
Tu sei ciò che il cielo aspettava da sempre:
nascere dalla terra e sotto il sole per tornare poi alla zolla causa motivi estranei,
esterni
non conoscono ciò che sono stati i giorni
che pure sono stati
e il verso quando ti manca,
sgorga poi copioso e ti sembra di rinascere,
la forza dell’aver detto,
dei giorni di cui non resterà nulla,
nulla,
neppure un fiore, una croce, come la memoria dei libri invenduti.
Le aspirazioni convergono verso il nulla ma non si è mai soli.
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