Erano le 20:00 del 31 dicembre, e nella piccola cucina di Giulio si respirava già un’aria di festa, o meglio, di festa improvvisata. Giulio, 45 anni, appena divorziato, si era offerto di ospitare il “Capodanno degli uomini liberi”, un evento che lui e i suoi tre amici avevano deciso di organizzare per celebrare il primo San Silvestro senza mogli o fidanzate a “rompere le scatole”.
Gli altri tre ospiti erano arrivati puntuali, portando con sé una ventata di caos:
- Luca, l’eterno ottimista, che si definiva “felicemente single” ma aveva passato l’ultimo mese a postare foto del suo cane con didascalie struggenti.
- Alfio, maestro di battute pessime, che considerava cucinare una perdita di tempo e aveva portato tre buste di patatine e una bottiglia di cola calda come “contributo”.
- Guglielmo, il filosofo del gruppo, che si era presentato con una bottiglia di rum e un panettone industriale, sostenendo che fosse “un simbolo della transitorietà della vita”.
LA PREPARAZIONE DELLA CENA
Giulio, galvanizzato dal ruolo di padrone di casa, si era messo ai fornelli. L’entusiasmo, però, non corrispondeva alla competenza: il menù era un capolavoro di caos gastronomico.
- Antipasti: salatini del discount riscaldati al microonde, conditi con un’insalata di mais e tonno.
- Primo: una carbonara in cui la panna regnava sovrana, suscitando lo sdegno di Luca, romano doc.
- Dolce: un tiramisù confezionato che Giulio aveva guarnito con del cacao in polvere “per sembrare professionale”.
“Ragazzi, oggi vi porto nei ristoranti stellati… in senso figurato,” scherzò Giulio.
Luca guardò il piatto di spaghetti e sospirò: “Ti prego, dimmi che non hai messo anche l’aglio.”
Giulio annuì con orgoglio. “Un tocco personale.”
Guglielmo filosofeggiò, come sempre: “In fondo, la cucina è un’allegoria della vita. Anche quando sbagli, devi ingoiare il risultato.”
I GIOCHI AL TAVOLO
Finita la cena, tra risate, battute e Alfio che si era lamentato dell’assenza di ketchup, i quattro decisero di passare al momento dei giochi da tavolo. Luca tirò fuori il Monopoli, dicendo che era un “classico intramontabile”.
“Questo gioco distrugge le amicizie,” commentò Guglielmo, mentre distribuiva i soldi finti con una precisione da chirurgo.
Luca si lanciò in strategie aggressive, acquistando tutte le stazioni e costruendo case su Parco della Vittoria. Alfio, invece, spendeva i suoi soldi con la stessa leggerezza con cui ordinava cibo da asporto.
“Non puoi costruire un hotel su Vicolo Corto senza passare dal via!” urlò Alfio, ormai esasperato.
“Se non capisci l’economia capitalista, non è colpa mia!” ribatté Luca.
Nel frattempo, Guglielmo aveva già lasciato il gioco per dedicarsi alla bottiglia di rum, filosofeggiando su come il Monopoli fosse “una metafora del ciclo eterno della vita e della solitudine”.
Giulio, invece, si era perso nei calcoli e aveva cominciato a scrollare il telefono.
IL CONTO ALLA ROVESCIA
Alle 23:45, il gruppo si era accampato sul divano, tutti con cappellini di carta, bicchieri pieni e uno spirito di improvvisazione che cresceva con ogni brindisi. In sottofondo, la TV trasmetteva un concerto di fine anno, ma nessuno ci prestava attenzione.
A mezzanotte, partirono tutti insieme con il conto alla rovescia:
“Dieci, nove, otto…”
Quando arrivarono a “zero”, Giulio aprì la bottiglia di champagne economico con un gesto plateale, spruzzando mezza stanza e rovinando il tappeto nuovo.
“Fantastico!” esclamò, cercando di salvare almeno il divano.
Alfio rideva così forte da quasi strozzarsi con una patatina. “Che stile, Giulio. Sei pronto per l’alta società!”
IL FINALE A SORPRESA
Proprio mentre brindavano e ridevano, la porta d’ingresso si spalancò all’improvviso. Una figura femminile apparve, avvolta in un lungo cappotto e con un’espressione a metà tra l’irritato e il divertito. Era Monica, l’ex moglie di Giulio.
“Tutto questo casino e non mi inviti nemmeno?” disse, mostrando il cellulare. “Hai mandato per sbaglio l’invito anche a me, genio.”
Dietro di lei apparvero altre tre donne: Olivia, Amalia e Frida, ovvero le ex mogli degli altri tre. Ognuna teneva in mano un dolce, una bottiglia di vino o un sacchetto pieno di prelibatezze.
“Buon anno, ragazzi!” disse Olivia. “Abbiamo pensato di salvare la situazione prima che moriate intossicati.”
Luca rimase a bocca aperta. “Non sarà una specie di intervento, vero?”
“Più che altro, una missione di salvataggio,” rispose Frida, prendendo il controllo della cucina.
Nel giro di pochi minuti, la casa si trasformò: dolci fatti in casa, un brindisi con vino di qualità e una playlist decente sostituirono il caos iniziale. Alla fine, la serata si concluse con i quattro uomini e le loro ex seduti insieme, tra risate e battute sul passato.
“E alla fine, nemmeno da divorziati siamo riusciti a liberarci di voi,” disse Guglielmo con un sorriso, alzando il bicchiere.
Frida gli diede una pacca sulla spalla. “E voi non siete riusciti a liberarvi di noi. Non lo farete mai.”
Forse non era il Capodanno che avevano immaginato, ma sicuramente era uno che avrebbero ricordato a lungo.
N.d.A.: Nomi e fatti sono frutto di fantasia, ogni riferimento è puramente casuale.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Arcangelo Galante, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.