A tia ca d'i pueti si u patri
dedicu sti quattru paroli 'ncruci.
A tia ca c'u pani si chiama pani
sapisti scriviri di tanti virità
chi l'autri un sa firaru.
A tia ca sapisti agghisari 'na bannera
fatta di 'na cammisazza sfardata
tinciuta e arripizzata
ppi diri 'o populu c'avia arrivatu l'ura.
A tia chi prima d'essiri pueta fusti omu
capaci di scinnniri 'nchiazza
p'addifenniri a libirtàti
di sta povira Sicilia nostra
'nchiuvata 'nta na cruci
di sta manica di dibusciati
ommini di mmerda e pulitici vinnuti.
Traduzione:
A Ignazio Buttitta
A te che dei poeti sei il padre
dedico queste poche semplici parole.
A te che il pane si chiama pane
e di tante verità hai saputo scrivere
che altri non han saputo fare.
A te che hai saputo impugnare una bandiera
fatta da una vecchia camicia strappata
tinta e rammendata
per dire al popolo ch'era giunta l'ora.
A te che prima d'esser poeta sei stato uomo
capace di scendere in piazza
per difendere la libertà
di questa povera Sicilia nostra
inchiodata su una croce
da questo branco di debosciati
uomini di merda e politici venduti.
Pbbl.scrivere-08.04.2018
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore rasimaco, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.