Massimo era un giovane uomo con animo gentile, sempre cortese e pronto a regalare un sguardo di simpatia a tutti.
Anzi, forse era proprio il suo essere così garbato ad averlo fatto finire in un mare di guai: si era innamorato, contemporaneamente, di quattro splendide donne, Rossella, Gaia, Letizia e Flora. Ciascuna con un temperamento diverso, ma unite da una grazia e da un’educazione che lui adorava.
Rossella era una raffinata musicista che suonava il violino con una dolcezza che incantava chiunque l’ascoltasse. Gaia, invece, era una pittrice eccentrica, sempre con un pennello in mano e un sorriso contagioso. Letizia era la più riservata, un’amante dei libri e delle serate tranquille al lume di candela, mentre Flora era una giardiniera con un tocco quasi magico per le piante, che si sentivano protette solo a starle vicino.
Per un po’, Massimo riuscì a destreggiarsi, assicurandosi di passare il giusto tempo con ciascuna senza mai lasciar trapelare nulla alle altre. Le donne, ognuna nel proprio mondo, sembravano perfettamente felici. Fino a che… un giorno, per una strana coincidenza, tutte e quattro si incontrarono in un piccolo bar, alla ricerca di Massimo. All’inizio, l’atmosfera era amichevole. Rossella elogiava le melodie di Gaia, Gaia lodava i fiori di Flora, e Flora e Letizia condividevano consigli su letture e giardinaggio. Ma poi qualcosa cambiò.
“Allora - iniziò Rossella con un sorrisetto - che ne pensate di Massimo? Un uomo d’altri tempi, non trovate?”
Gaia sorrise, annuendo. “Massimo è davvero speciale… il mio tesoro.”
Al suono di “mio”, Letizia alzò un sopracciglio. “Il tuo? Beh, mi pare un tantino possessivo, Gaia… Massimo è un uomo libero, e direi che abbiamo una connessione profonda.”
Flora, finora in silenzio, aggiunse con tono fermo: “Massimo apprezza la semplicità della mia vita tra i fiori. Non so se capirebbe un mondo tanto… complesso.”
E da quel momento, fu il caos.
Rossella difendeva la “superiorità” della musica sull’arte visiva, Gaia replicava che i suoi quadri catturavano l’essenza dell’anima molto più delle note, Letizia insisteva che solo una donna di cultura potesse conquistare veramente il cuore di Massimo, mentre Flora, con occhi spiritati, dichiarava che le sue rose erano più poetiche di qualunque sonetto.
Quella che era iniziata come una pacata conversazione si trasformò in una lite animata, con ognuna che rivendicava il proprio “diritto” su Massimo.
In mezzo al chiasso, lui arrivò al bar e rimase a osservare quella scena surreale, incredulo e terrorizzato.
Tutti gli sguardi si spostarono sull’ambito spasimante.
Rossella lo fissava con gli occhi di chi era pronta a fare qualunque cosa pur di tenerlo con sé, Gaia gli mostrava una tela su cui aveva dipinto il suo viso con tratti così accesi che sembrava un campo di battaglia, Letizia brandiva un libro d’amore come fosse una spada, e Flora… beh, Flora gli avvicinava minacciosamente un vaso di rose con spine più lunghe del normale.
Massimo, preso dal panico, balbettò qualcosa su un appuntamento importante e si ritirò di corsa, lasciandole lì a litigare.
Da quel giorno, decise che nessuna donna, per quanto educata e affascinante, valeva il rischio di finire ostaggio di un certame di gelosia così folle. La sua soluzione? Lasciare Rossella, Gaia, Letizia e Flora, e farsi una lunga vacanza… da solo.
E così fece, concludendo che, almeno per un po’, preferiva l’adorabile compagnia della pace.
N.d.A.: Nomi e fatti sono frutto di fantasia, ogni riferimento è puramente casuale.
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