Il mio animo
in questo tempo anemico
è come ascoltasse la voce del bardo
che gli prospetta presente
e futuro di costrizione:
stagioni adagiate
in una guazza melmosa
dominate da una notte perenne
di luce caduta in un pozzo profondo
in cui le ombre ristagnano a lungo
entro la cerchia di cose passate
che silenziose non sagomano voci
di verità occultate
o ancora inerenti all’oggi lacrimoso.
L’uomo è quello di sempre,
tutto crea, tutto distrugge:
infingardamente morale.
Risorgerà la terra
d’erba rorida, di gemme e boccioli
e di primavera svelata
nella tenebra adagiata?
Risorgeranno albe rosate
di candidi gigli e vergini aurore
donanti pace interiore?
Grazia Denaro
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