Era una di quelle giornate d’estate in cui l’asfalto sembrava liquefarsi sotto il sole cocente, e ogni respiro sembrava una sfida alla sopravvivenza. Amedeo, un tipo dall’incarnato pallido e amante dell’aria condizionata, sedeva sulla veranda di un bar. Osservava con invidia i turisti nordeuropei, tutti arrossati e felici, che camminavano in giro come se fossero appena sbarcati ai Tropici, cercando disperatamente di scurirsi la pelle con qualunque raggio di sole disponibile.
“Ma come fanno?” borbottava tra sé, sorseggiando il suo caffè freddo. Lui, l’unica cosa calda che tollerava, era la cioccolata invernale, e pure quella solo sotto una coperta.
Fu allora che arrivò Fulvio, il suo amico perennemente abbronzato e, cosa più importante, amante del caldo. “Oh, ma guarda chi c’è!” esclamò Fulvio, sistemando con eleganza gli occhiali da sole. “Scommetto che stai godendo di questo caldo infernale, eh?”
Amedeo lo scrutò con l’espressione di chi sta per lanciare una maledizione. “Se per godere intendi evitare il colpo di calore, sì, è una giornata fantastica.”
Fulvio rise. “Oh dai, il caldo è vita! Cosa c’è di meglio di una bella passeggiata sotto il sole delle tre del pomeriggio?”
“Non lo so, Fulvio, forse un bagno nel ghiaccio, o una visita in Groenlandia.”
Il sole continuava a picchiare senza pietà. Il barista, anche lui sudato, si avvicinò al tavolo. “Qualcosa di fresco per te, Amedeo?”
“Un caffè freddo,” rispose Amedeo.
“E per te, Fulvio?” chiese il barista.
Fulvio si accese come un faro. “Un cappuccino bollente!”
Amedeo lo fissò incredulo. “Ma sei pazzo? Un cappuccino? Con 40 gradi all’ombra?”
Fulvio si limitò a sorridere. “A me piace caldo.”
“Sei la prova vivente che l’essere umano si adatta alle condizioni più estreme,” sospirò Amedeo.
Pochi minuti dopo, il barista tornò con il caffè freddo di Amedeo e il cappuccino fumante di Fulvio. Mentre Amedeo si rinfrescava con il suo bicchiere ghiacciato, Fulvio si godeva ogni sorso del suo cappuccino come se fosse in una baita in montagna.
“Ecco il segreto della felicità,” disse Fulvio dopo aver assaporato un sorso. “Bisogna trovare piacere anche nelle piccole cose.”
“Le piccole cose, come un colpo di calore,” commentò Amedeo, scettico.
Fulvio rise di gusto. “Vedi, è tutta questione di prospettiva. Tu ti concentri sul caldo come una tortura, io lo vedo come un abbraccio della natura.”
“Un abbraccio soffocante.”
Mentre continuavano a discutere, una coppia di turisti scandinavi si avvicinò al bar, sudati ma felici. “Two cappuccinos, please!” esclamarono in un inglese perfetto.
Amedeo si voltò verso Fulvio con un sorriso ironico. “Vedi? Non sei l’unico pazzo al mondo.”
Fulvio annuì con aria solenne. “Il club degli amanti del caldo sta crescendo.”
Alla fine, Amedeo alzò le mani in segno di resa. “Forse sono io quello fuori luogo. Magari il caldo ha i suoi fan segreti, e io semplicemente non sono invitato al club.”
“Non è mai troppo tardi,” ribatté Fulvio, sollevando la sua tazza come in un brindisi. “A qualcuno piace caldo, dopotutto.”
Amedeo scosse la testa ridendo, ma sapeva una cosa con certezza: il prossimo inverno, quando le temperature si sarebbero abbassate sotto lo zero, lui sarebbe stato quello col sorriso più grande.
N.d.A.: Nomi e fatti sono frutto di fantasia, ogni riferimento è puramente casuale.
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