Basterà la passione per vivere
le pecore e l’erba dei prati
senza la falsità del passaggio
le sere,
le attese,
non basterà la passione
le parole dette per caso
o per effetto su chi ascolta
se guardarsi è difetto
ascoltarsi
accumula
inutilità
le pecore
i lupi
gli orsi
sono dove noi eravamo
e l’ultimo uomo su questa terra
non sarai tu
non sarò io
si è ballato e cantato
son cose di millenni
e io son qui che ascolto
è facile per un momento
figurarsi fuori
non basterà la passione,
non basterà ripetere,
i passaporti già vistati,
la speranza figlia dell’angoscia
e l’inutilità delle ore senza vita
se non porterò con me
tutte le ore vuote
l’angoscia
delle corse a occhi chiusi
restare con il bicchiere di vino
le macchie, la sporcizia
seduti accanto al baratro
gli occhi dell’illusione
la miseria e il puzzo che mi dice cosa sono
è dell’uomo stare con la vita
la morte non è attesa
non il tempo di una partita a scacchi
le nuvole si muovono nel cielo
seguo con lo sguardo
il vuoto e il pieno
l’asperità del vento
tu,
non figurarti
non figurarmi
non mi chiedere conto
non chiedere perdono
non chiedere perché
la parola te la posso dire
le parole le puoi ascoltare
puoi stare qui
andare
forse
gioco a carte con le attese
aspettative
dove l’angoscia finisce
sulla sponda del fiume;
nessun Caronte
con il suo battello
donna
Proserpina
solo i fiori di biancospino
il loro profumo non dissimile
dal vuoto e dal pieno
dal non tempo
non luogo
ce n’è abbastanza da aspettare
ce n’è abbastanza
di sabbia e polvere
prima di arrivare alla stanza vuota
dove figurarsi un soggiorno
un ritorno
un’epopea
come quelle dei grandi
vorrei vederli qui
a fare i conti con questo tempo
grandi eroi
uomini di pensiero
dei tempi andati
dove il nemico lo conoscevi
e il tempo era tutto nel ieri
qualcuno
forse non tu
saresti stato il domani,
vorrei vedervi
chiedervi conto
di quello che avete rimandato
morti in pace forse
perché il tutto era troppo
chiederei conto a chi
non ha voluto sapere
mi faccio carico
di tutto il dolore umano
tutto
da quando sono
da quando siete,
da quando siamo stati
i miei amici su wsapp
non darò amicizie su facebook
è tempo di lasciare gli ormeggi
non è tempo per gli approdi
volgere la prua verso il mare aperto occorre
chiusi gli autogrill
e i benzinai
occorre viaggiare
senza dare una direzione alle aspirazioni
se fossero troppo
forse è meglio
il carburante nel serbatoio vuoto
viaggerò d’inerzia
alzerò le vele
non c’è bonaccia,
certo non c’è
scordatevi la colazione
il tempo non è nel mio cuore
ritorno nella stanza vuota
al centro
restare s’impone
e viaggiare dove il vento comanda
la direzione scelta dalle stelle
non figuratevi vi prego
nuove creature
boschi verdi
tempi andati
proprio qui
dove è pieno di tempo
non sarà domani
gli occhi e il respiro
lasciate l’appiglio
ogni cupola
ogni libro
camminate perché dovete
non ditemi
non chiedete
non aspettate che sia sera
se la sera è lenta a venire
non l’aspetterò
non sarai li
non ci saremo
puoi stare
devi andare
resta.
12 aprile 2020
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