E lei viene ogni notte
ad allietar dell'uomo
il sogno straniero
sotto il cielo di stelle
dei Mexica,
fragrante la pelle di rame che
ogni mistero della sua terra
nasconde, svelano gli occhi
l'alma silena; Malitzin,
figlia del popolo,
intreccia al mio il tuo respiro.
Stendi di neri capelli la notte
sui miei occhi pieni di stelle,
chiusi possano tornare ad aprirsi
come aironi in volo nel cielo sopra
Tenochtitlàn la Sublime,
sacra visione degna di dei.
E dei fummo per le genti
provenienti da Axtlan,
ma dei di morte e rovina.
Baciami ancora stanotte,
oh nera signora di ombre vestita,
dalle tue labbra imploro la vita,
il mistero di me a me stesso rivela
ma senza parlare, che non a parole
all'uomo il destino si svela.
Tu lo conosci, in te l'Arcano
dimora, Maya figlia di Azteca,
nata due volte.
Baciami ancora,
stringimi ancora,
muovi su di me la tua danza, guarda;
nel cielo è alta sopra Aztechi e Spagnoli
la dea della Luna.
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