Osservo accortezza nelle rondini
che vanno e che vengono, la dolcezza
rimuovendone, poi che inebria curva
glicemica. Difficile, sfreccianti,
convincerle a non stare tali e quali:
conservando mestizia delle cose
non sanno che farsene del proprio ego.
Specchio bugiardo prova a esserne il poeta
astraendosi a fare se stesso guitto
in parti esternamente estranee, mimo
dissociato e acrobata flessibile:
spazialità accomunando a qualcosa
che gli appartenga certo, ma per questo
non suo oro. (possedere non è essere)
Così nessun rispetto per se stessi
(autolesionista da sempre il mare
frange e rifrange al medesimo altare)
figuriamoci per altri: a dir poco
solo un"crocifisso"usto da donargli
(fede ch'è supporto ma non conforto)
per incendiargli il fiato con passione
misteriosa d'un cordolo di miccia
innesco ingiurioso all'ultima carica.
... d'un rantolo
il mistero sta nell'irreversibilità
di una pronuncia dal diaframma
a spegnere il cervello.
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