C’era una volta, in un regno lontano, una maga di nome Elara, famosa per i suoi straordinari poteri e per l’animo gentile. Non abitava in un castello dorato, né in una torre di pietra, ma in una piccola casa fatta di cristallo, nascosta tra le vette di brillanti catene rocciose. Le montagne erano ricche di pietre preziose, ma Elara era interessata solo ai diamanti, perché possedevano una magia antica e potente.
Aveva scoperto, fin da giovane, che tali gemme non erano solo gioielli splendenti, bensì contenevano al loro interno la capacità di canalizzare l’energia del mondo. Più puro era il cuore della persona che li usava, maggiore era la malia che potevano creare. Così, Elara si dedicò alla missione di trovare solo brillanti puri, giammai per ricchezza o gloria, al fine di aiutare chi ne avesse più bisogno.
Ogni giorno, si allontanava dalla sua dimora e viaggiava nei villaggi del reame, portando con sé piccoli diamanti incastonati nel suo bastone magico. Ognuno di essi era legato a un incantesimo diverso, capace di trasformare le vite di chiunque lo toccasse. Quando arrivava in un borgo, la sua presenza era preceduta da una luce soffusa che sembrava danzare nell’aria, come se le stelle stesse la seguissero.
Un dì, giunse in un luogo particolarmente povero. Le case erano fatte di fango e paglia, i campi aridi, e la gente si nutriva di ciò che poteva raccogliere. I bambini correvano scalzi per le strade, con i vestiti logori e gli occhi che brillavano di una triste speranza.
La maga, vedendo la sofferenza, prese un diamante dal suo bastone e lo sollevò verso il cielo. Pronunciò parole antiche, sussurrate dal vento, e la pietra iniziò a rifulgere di un’intensa luce. In un istante, l’intero villaggio fu avvolto da una pioggia di polvere luminosa.
La terra, secca e dura, divenne fertile, i campi si riempirono di frutti e fiori, e l’acqua sgorgò dalle rocce. Le abitazioni si rafforzarono e le persone sentirono una nuova energia attraversarle. I loro cuori si riempirono di gratitudine e i fanciulli, dapprima tristi e stanchi, iniziarono a sorridere e giocare felici.
Ma i buoni sortilegi di Elara non finivano lì. A ciascuno che incontrava, lasciava un piccolo diamante, dicendo: “Questo è il dono della speranza. Non può essere venduto, né tenuto per sé. Ogni volta che qualcuno ne avrà bisogno, stringilo nel palmo della mano e l’incantesimo risponderà al tuo desiderio.”
Per anni, ella viaggiò in lungo e in largo, portando benedizioni e conforto a chiunque incontrasse. E mentre i diamanti luccicavano nelle mani di chi ne aveva bisogno, l’intero regno cominciò a prosperare, non solo nella ricchezza materiale, ma soprattutto nello spirito.
La leggenda di Elara, “Regina di diamanti”, si diffuse in tutto il mondo. Ma lei, modesta e silenziosa, proseguì il proprio cammino, sapendo che il vero potere non risiedeva nell’alta preziosità delle gemme, piuttosto nelle virtù di chi sceglieva di usarle per il bene.
Così, in tutti angoli del mondo conosciuto, si racconta ancora oggi la storia di colei che usava i diamanti, non per sé, ma per aiutare gli altri a scoprire il loro stesso incanto.
N.d.A.: Nomi e fatti sono frutto di fantasia, ogni riferimento è puramente casuale.
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