IL VIRUS
Declina l'inverno in narcisi chiassosi,
campane piangono stonate la coda
di asciutti feretri, non un bianco fiore,
non un lamento ad accompagnar la fine.
E la muta rabbia schiuma in saliva,
il fragore del morbo tutto dilacera,
frena abbracci, separa sguardi e affetti
che nudi affogano in brande senza aliti.
Qualcosa di bello si forma di nuovo
nelle mie mani, stormenti rondini,
tu credi siano sperse, lassù nell’aria,
ma sull’orlo del cielo trasaliscono
di primavera, intatte vibrano nel vento
con cui soffolcere nostalgie carponi,
quando intatte libravano nell'intimo
fremere, di libero gioco assunte.
Sono nel vento, ti colgono rapide
tu che in un livido giaciglio resti,
tu che aspetti solo alla muta finestra,
padre, portano il loro succhio di vita,
ti svolgono dal virus che costringe
aprendo il sorriso alla speranza viva,
resisti, che l’affanno nelle mie mani
finalmente nelle mie mani più non sia.
Veronica Manghesi
01/04/2020 – Pandemia Covid19
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Veronica Manghesi, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.