I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Il virus
IL VIRUS Declina l'inverno in narcisi chiassosi, campane piangono stonate la coda di asciutti feretri, non un bianco fiore, non un lamento ad accompagnar la fine. E la muta rabbia schiuma in saliva, il fragore del morbo tutto dilacera, frena abbracci, separa sguardi e affetti che nudi affogano in brande senza aliti. Qualcosa di bello si forma di nuovo nelle mie mani, stormenti rondini, tu credi siano sperse, lassù nell’aria, ma sull’orlo del cielo trasaliscono di primavera, intatte vibrano nel vento con cui soffolcere nostalgie carponi, quando intatte libravano nell'intimo fremere, di libero gioco assunte. Sono nel vento, ti colgono rapide tu che in un livido giaciglio resti, tu che aspetti solo alla muta finestra, padre, portano il loro succhio di vita, ti svolgono dal virus che costringe aprendo il sorriso alla speranza viva, resisti, che l’affanno nelle mie mani finalmente nelle mie mani più non sia. Veronica Manghesi 01/04/2020 – Pandemia Covid19
Id: 57837 Data: 05/04/2020 10:50:09
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Forse
FORSE Erano baci veri petali e melograno era carne viva corallo liquido era pensiero unico fermento d’indaco. Ospitami in silenzio lì, tra collo e spalla dove finisce la forza del braccio ed inizia quella del sangue, lì, ov’è il tuo profumo e tutto ha un senso forse anche io forse, anche se i nostri occhi più non si toccano, glicini aggrappati ad una ringhiera monca.
Id: 57725 Data: 30/03/2020 11:28:22
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Avessi saputo
AVESSI SAPUTO Avessi saputo che non ti avrei più incontrato avrei fatto fiorire il pesco d’inverno e imbiancato i clivi a luglio avrei fatto, per i tuoi occhi belli, per lo stupore che frange le reticenze e tesse le fila di nuove alleanze. Avessi potuto dirti un’ultima parola, la più dolce e fragorosa al contempo, avrei garrito, rondine d’Africa e cantato fra i flutti oceanici, salvifico patto di buon ritorno che sconfina fra il cielo e gli abissi. Avrei voluto un ultimo bacio, quello del tradimento saputo, e un altro po’ di tempo per slacciare le mie vene dalle tue senza troppo spargimento di sogni, che così non so come orientarmi, ora che ti sei voltato via di qua. Avessi saputo; ma lo sapevo, che non avresti potuto cogliere ancora questi miei versi, miriadi sconnesse e invadenti, come granelli di finissima rena umida, attaccata saldamente alla pelle tua di mare.
Id: 57724 Data: 30/03/2020 11:27:22
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Sei neve
SEI NEVE
Ti piace la neve ti piace la sua menzognera coltre di pallente castità sugli abbrivi, trai callari: tutto ripiana, trasmuta in bello anche i fangosi cantoni e affoga in mistico silenzio sconce verità di carni accese. Così sei di bianca muta acconcio, sei neve, bellissimo e gelido, lucore nel tuo manto di breve destino; tornerai l’acqua che ti forma, il balocco che ti trastulla tra mille fiocchi di fogge diverse. Perciò fuggi il calore, il mio calore pericoloso, che ti svela al mondo e a te stesso con sospiri e grida ardenti, che spezzano il silente inganno di una giostra sempre perfetta, senza il nobile sembiante che rifrangi ovunque, neve impura che non mi nevicherai mai.
Id: 57723 Data: 30/03/2020 11:17:27
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