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Raccolta di poesie di Veronica Manghesi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Il virus

IL VIRUS

 

Declina l'inverno in narcisi chiassosi,

campane piangono stonate la coda

di asciutti feretri, non un bianco fiore,

non un lamento ad accompagnar la fine.

E la muta rabbia schiuma in saliva,

il fragore del morbo tutto dilacera,

frena abbracci, separa sguardi e affetti

che nudi affogano in brande senza aliti.                    

 

Qualcosa di bello si forma di nuovo

nelle mie mani, stormenti rondini,

tu credi siano sperse, lassù nell’aria,

ma sull’orlo del cielo trasaliscono

di primavera, intatte vibrano nel vento

con cui soffolcere nostalgie carponi,

quando intatte libravano nell'intimo

fremere, di libero gioco assunte.

 

Sono nel vento, ti colgono rapide

tu che in un livido giaciglio resti,

tu che aspetti solo alla muta finestra,

padre,  portano il loro succhio di vita,

ti svolgono dal virus che costringe

aprendo il sorriso alla speranza viva,

resisti, che l’affanno nelle mie mani

finalmente nelle mie mani più non sia.

 

 

 

Veronica Manghesi

01/04/2020 – Pandemia Covid19

 

 

 


Id: 57837 Data: 05/04/2020 10:50:09

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Forse

FORSE

Erano baci veri

petali e melograno

era carne viva

corallo liquido

era pensiero unico

fermento d’indaco.

Ospitami in silenzio

lì, tra collo e spalla

dove finisce la forza del braccio

ed inizia quella del sangue,

lì, ov’è il tuo profumo

e  tutto ha un senso

forse anche io

forse, anche se

i nostri occhi più non si toccano,

glicini aggrappati

ad una ringhiera monca.


Id: 57725 Data: 30/03/2020 11:28:22

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Avessi saputo

AVESSI SAPUTO

 

Avessi saputo

che non ti avrei più incontrato

avrei fatto fiorire il pesco d’inverno

e  imbiancato i clivi a luglio

avrei fatto, per i tuoi occhi belli,

per lo stupore che frange le reticenze

e tesse le fila di nuove alleanze.

Avessi potuto dirti

un’ultima parola, la più dolce

e fragorosa al contempo,

avrei garrito, rondine d’Africa

e cantato fra i flutti oceanici,

salvifico patto di buon ritorno

che sconfina fra il cielo e gli abissi.

Avrei voluto un ultimo bacio,

quello del tradimento saputo,

e un altro po’ di tempo

per slacciare le mie vene dalle tue

senza troppo spargimento di sogni,

che così non so come orientarmi,

ora che ti sei voltato via di qua.

Avessi saputo;

ma lo sapevo, che non avresti potuto

cogliere ancora questi miei versi,

miriadi sconnesse e invadenti,

come granelli di finissima rena

umida, attaccata saldamente

alla pelle tua di mare.


Id: 57724 Data: 30/03/2020 11:27:22

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Sei neve

SEI NEVE

Ti piace la neve
ti piace la sua menzognera
coltre di pallente castità
sugli abbrivi, trai callari:
tutto ripiana, trasmuta in bello
anche i fangosi cantoni
e affoga in mistico silenzio
sconce verità di carni accese.
Così sei di bianca muta
acconcio, sei neve,
bellissimo e gelido, lucore
nel tuo manto di breve destino;
tornerai l’acqua che ti forma,
il balocco che ti trastulla
tra mille fiocchi di fogge diverse.
Perciò fuggi il calore,
il mio calore pericoloso,
che ti svela al mondo e a te stesso
con sospiri e grida ardenti,
che spezzano il silente inganno
di una giostra sempre perfetta,
senza il nobile sembiante
che rifrangi ovunque, neve impura
che non mi nevicherai mai.

Id: 57723 Data: 30/03/2020 11:17:27