Pubblicato il 02/04/2020 00:12:59
Ho lanciato il cuore
nel profondo del cielo
che infinito porto in me
ed ecco, guarda,
lo rimiro ed è pieno
di stelle che simili a note
sul pentagramma dispongo.
Ascolta.
Io,
figlio di un cantore ebbro,
alzo il calice rosso
di vino del Reno e
brindo alla vita
che sordo mi volle
alle cose del mondo,
affinche’ potessi ascoltare
l’immenso.
Solo,
nel mio silenzio musica
regna, risuona,
e crea senza posa;
ancora un brindisi!,
signori,
s’inneggia alla gioia.
Bellezza me guida
nel profondo tormento,
me eleva e preserva con
cure di madre oh Musa!,
vedi, del figlio
anche questo dolore
nella sonata riposa.
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