In un tempo lontano, ormai dimenticato, esisteva un regno, immerso tra fitte foreste e valli incantate, dove nacque una fata, di nome Finnicella.
La sua venuta al mondo fu celebrata con gioia da straordinarie creature che vivevano nei boschi, in quanto era dotata di un raro potere, ovvero la capacità di prevedere il futuro. Crescendo, la sua beltà era pari solo alla magia posseduta, ma a differenza di molte fate sparse in ogni angolo della terra, persisteva qualcosa di oscuro nei suoi occhi, come un mistero irrisolto che sembrava attenderla al varco.
Viveva in perfetta armonia con la natura e le altre come lei, usando gli incantesimi per aiutare gli animali feriti e per mantenere l’equilibrio nella foresta.
Tuttavia, man mano che le stagioni della vita passavano, Finnicella si sentiva sempre più distante da quella realtà. Una strana inquietudine la tormentava di notte, e visioni terribili la inseguivano nei sogni: un uomo dalle ombre scure, dagli occhi fiammeggianti e dal sorriso crudele, le parlava sottovoce, promettendole poteri e conoscenze oltre l’immaginazione. Ogni notte, questo sogno si faceva più nitido, più evidente.
Un dì, spinta dalla curiosità e dal desio di scoprire altro di se stessa, Finnicella si avventurò nel centro della selva, ove si diceva che solo le anime corrotte osassero entrare.
E lì, ad attenderla, trovò la tenebrosa figura che popolava i suoi sogni, il Diavolo in persona.
Non era l’essere spaventoso che le avevano raccontato, bensì un signore affascinante, dotato di un carisma che la soggiogava.
Il Diavolo la chiamò per nome, come se l’avesse conosciuta da sempre. “Finnicella”, disse con voce suadente, “tu non sei come le altre fanciulle. Sei destinata a cavalcare il vento e raggiungere le alte vette. I doni che possiedi sono solo un frammento di ciò che potresti ottenere. Con me al tuo fianco, comanderai qualunque spirito e tutte le creature soprannaturali”.
Finnicella era combattuta. Adorava l’intera natura e la radura dove si riuniva spesso con le sue consorelle, ma l’offerta del Diavolo le sussurrava nelle vene come un fuoco irresistibile.
Bramava sconfinare al di là della surreale dimensione in cui era immersa, al fine di smascherare la ragione per la quale il destino le avesse riservato l’incontro con il Principe del male.
Con un sorriso tentatore, il Diavolo la prese per mano e la condusse nei reami dell’oscurità.
Ogni passo che faceva accanto a lui, Finnicella sentiva il cuore allontanarsi per sempre dalla purezza della sua vita precedente.
Insieme, intrapresero un cammino di assoluto dominio, e presto ella divenne una delle streghe più temute di tutto il regno.
Malgrado il Diavolo la ricoprisse di forze straordinarie e cupi misteri, Finnicella si rese conto che non c’era felicità vera, in quello stato.
Il suo operare prodigioso, una volta così puro e luminoso, era ora alimentato da forze occulte.
L’aspetto le divenne particolarmente accattivante, ma al contempo inquietante, poiché chiunque la incontrasse restava intrappolato dal suo sguardo, incapace di resistere a un siffatto magnetismo.
Eppure, nel suo profondo, Finnicella sapeva che qualcosa di prezioso le era stato tolto: la libertà.
Essere l’amante del Diavolo le aveva donato immense capacità, ma con quale scotto da pagare?
Ogni singola notte il legame con lui si faceva più stretto, intimo, allorché nei lunghi istanti consumati in compagnia, la giovane perdeva parte della propria anima.
Inaspettatamente, dopo anni di terrore e dominio, Finnicella decise di affrontarlo.
“Ho visto il futuro,” disse con voce ferma, “e la mia sorte non è quella di rimanere uniti per l’eternità.”
Il Diavolo rise nell’udire quella dichiarazione, ma Finnicella, con la saggezza acquisita, aveva imparato che c’era ancora una via d’uscita.
La verdeggiante malìa, quella che lei aveva una volta protetto, poteva ancora salvarla, sebbene a caro prezzo.
Con l’aiuto delle fate che aveva tradito, riuscì a spezzare il patto con il Demonio. Tuttavia, l’intenso buio che l’aveva avvolta non poteva essere cancellato completamente.
Come punizione per i suoi errori, venne esiliata in una terra irraggiungibile, dove avrebbe vissuto segregata, in bilico tra luce e ombra.
Ancora oggi, si dice che nei boschi più remoti, durante le notti di luna piena, si possa intravedere la figura di Finnicella, una fata perduta tra due mondi, perennemente condannata a vagare, nella consapevolezza di quello che avrebbe potuto essere e che invece è diventata.
N.d.A.: Nomi e fatti sono frutto di fantasia, ogni riferimento è puramente casuale.
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