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Le rondini sono partite

di Arcangelo Galante
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Pubblicato il 09/09/2024 07:23:57

Era una di quelle sere di fine estate, quando l’aria è ancora tiepida ma comincia a portare il profumo dell’autunno. Nel piccolo villaggio di collina, le rondini si preparavano al loro lungo viaggio verso sud, salutando con un volo elegante i tetti rossi e le torri antiche. Era la stagione in cui il sole si abbassava presto all’orizzonte, regalando tramonti che sembravano dipinti sulla tela del cielo.

Elisa amava rimirarli, specialmente dalla cima del colle dietro la casa dei suoi nonni. Da lì, si poteva vedere l’intero villaggio, con le viuzze strette e le finestre fiorite. Ogni sera, si sedeva sul prato, abbracciando le ginocchia, e guardava il cielo tingersi di rosa e arancione, sentendo un dolce senso di malinconia.

Quel giorno, però, c’era qualcosa di diverso nell’aria. Forse erano le rondini che, più numerose del solito, sfrecciavano rapide sopra di lei, oppure il profumo di pino che sembrava più intenso, eppure sentiva una strana inquietudine crescere dentro di lei. Avvertiva qualcosa di insolito, come se quell’estate fosse l’ultima di un capitolo della sua vita.

Omar era appena tornato da Milano. Spesso trascorreva il periodo estivo dai nonni, ma quell’anno era arrivato più tardi, e si era perso buona parte della stagione. Ora, con il primo fresco della sera, aveva deciso di fare una passeggiata fino alla collina, dove ricordava di aver passato pomeriggi interi da bambino a correre dietro ai grilli e a giocare con gli altri ragazzi del villaggio.

Quando raggiunse la punta più alta, vide Elisa seduta nel campo. Il cuore gli batté più forte. L’aveva vista crescere, anno dopo anno, da quando erano piccoli, ma si rese conto di una trasformazione avvenuta in lei. Non era più la ragazzina che ricordava, ma una giovane donna, la cui naturale bellezza lo colpiva come una folata di vento fresco.

Elisa si voltò, sentendo i passi leggeri sull’erba. Appena vide Omar, il volto le si illuminò in un sorriso sincero. Da molto tempo non lo incontrava, e per un attimo il suo cuore si strinse, come se avesse temuto di perderlo per sempre.

“Omar, sei tornato!” disse, alzandosi in piedi.

“Si, sono tornato” rispose lui, cercando di nascondere l’emozione nella voce. “Non potevo perdermi l’ultimo tramonto dell’estate.”

Si sedettero insieme, e per un po’ rimasero in silenzio, osservando il cielo che, poco a poco, si tingeva di sfumature più scure. Il borgo sotto di loro sembrava addormentarsi lentamente, avvolto in un manto dorato.

“Ogni anno è sempre più difficile partire,” disse Elisa dopo un po’, rompendo il silenzio.

Omar si voltò verso di lei, curioso. “Partire per dove?”

“Per la città, per l’università,” rispose lei. “Ogni qualvolta torno qui, mi sembra di ritrovare una parte di me che lasciavo indietro. Ma poi devo riandarmene, ed è come se abbandonassi qualcosa di prezioso.”

Omar annuì. “Capisco cosa intendi. Anche io ho provato la stessa cosa. Milano è grande, piena di opportunità, ma in questo luogo mi sento a casa in un modo che nessun altro posto riesce a darmi.”

Elisa lo guardò, avvolta da una meravigliosa sintonia, come se, in quell’istante, fossero legati da un sentimento più profondo di una semplice amicizia. Una percezione che non aveva mai provato prima, ma che la faceva sentire al sicuro, avendo finalmente trovato qualcuno capace di capirla veramente.

“Le rondini sono partite oggi,” lei disse, dirottando su un altro argomento. “È sempre triste vederle andare via. Mi chiedo se anche loro provano la stessa nostalgia che proviamo noi quando lasciamo questa terra natia.”

“Forse,” rispose Omar, guardando l’orizzonte dove le ultime rondini si perdevano nel crepuscolo. “Ma torneranno. Le rondini tornano sempre. È una promessa che il tempo fa a questo luogo, e a noi.”

Scese nuovamente il silenzio, ma stavolta era pieno di significati non proferiti. Elisa ascoltava il cuore palpitare forte, e si chiese se Omar provasse lo stesso.

Improvvisamente, spinta da un coraggio inatteso, la fanciulla allungò la mano e intrecciò le sue dita a quelle del ragazzo. Lui la guardò, sorpreso, ma poi romanticamente sorrise, stringendo il palmo della sua mano in una presa dolce e rassicurante.

“Omar, tu tornerai?” chiese lei, con un filo di voce, temendo la risposta.

Lui la guardò negli occhi, e per un momento il mondo sembrò fermarsi. “Tornerò, Elisa. Tornerò per te.”

Nell’istante in cui il cielo si faceva sempre più scuro e le prime stelle apparivano, Elisa e Omar rimasero lì, mano nella mano, con la promessa di un ritorno, di un amore che sarebbe sbocciato al prossimo appuntamento. E mentre le rondini abbandonavano i loro nidi, trascinando con sé l’estate, una nuova stagione cominciava nei cuori dei due innamorati.

 

 

N.d.A.: Nomi e fatti sono frutto di fantasia, ogni riferimento è puramente casuale.


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