AVESSI SAPUTO
Avessi saputo
che non ti avrei più incontrato
avrei fatto fiorire il pesco d’inverno
e imbiancato i clivi a luglio
avrei fatto, per i tuoi occhi belli,
per lo stupore che frange le reticenze
e tesse le fila di nuove alleanze.
Avessi potuto dirti
un’ultima parola, la più dolce
e fragorosa al contempo,
avrei garrito, rondine d’Africa
e cantato fra i flutti oceanici,
salvifico patto di buon ritorno
che sconfina fra il cielo e gli abissi.
Avrei voluto un ultimo bacio,
quello del tradimento saputo,
e un altro po’ di tempo
per slacciare le mie vene dalle tue
senza troppo spargimento di sogni,
che così non so come orientarmi,
ora che ti sei voltato via di qua.
Avessi saputo;
ma lo sapevo, che non avresti potuto
cogliere ancora questi miei versi,
miriadi sconnesse e invadenti,
come granelli di finissima rena
umida, attaccata saldamente
alla pelle tua di mare.
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