Vento forte persistente, sbatte contro le foglie, sradica le piante
porta via la polvere in mulinelli,
porta via cappelli,
porta via la sbadataggine di un gesto,
un equilibrio in bilico,
sostituisce l'aria, la spinge via
sposta il veleno che ci ammala,
sposta il veleno che ci uccide.
Vento freddo intenso
che gela le mani,
che gela il cuore impaurito
nella solitudine del corpo
nella mente insidiata da pensieri minacciosi,
vento forte della Natura assassina,
vento forte del mare in tempesta
vento forte sui panni stesi, appesi
lenzuola e mutande che vanno
lontani
imprendibili, irraggiungibili, troppo lontani
che continuano a rotolare, forse volare.
Sposta il veleno che ci ammala,
sposta il veleno che ci uccide.
Poi la quiete, le nuvole ferme
e il sole immobile.
Il silenzio nelle strade
senza ombre,
poi una sirena lontana diventa
sempre più vicina,
sfuma nel cielo quel suono d'annuncio,
si allontana e va.
In cerca di calore
dietro ai vetri di casa
in attesa, indaffarati,
guardiamo il tempo che passa
tolto alle nostre vite
senza restituzione prevista.
Domani, speriamo che sia femmina.
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