I have been one acquainted with the night.
I have walked out in rain—and back in rain.
I have outwalked the furthest city light.
I have looked down the saddest city lane.
I have passed by the watchman on his beat
And dropped my eyes, unwilling to explain.
I have stood still and stopped the sound of feet
When far away an interrupted cry
Came over houses from another street,
But not to call me back or say good-bye;
And further still at an unearthly height,
One luminary clock against the sky
Proclaimed the time was neither wrong nor right.
I have been one acquainted with the night.
Confidenza con la notte
Io sono uno che ha confidenza con la notte.
Ho fatto nella pioggia la strada avanti e indietro.
Ho oltrepassato l’ultima luce della città.
Sono andato a frugare giù nel vicolo più tetro.
Ho incontrato la guardia nel suo giro
Ed ho abbassato gli occhi, per non spiegare.
Io ho trattenuto il passo e il mio respiro
Quando da molto lontano un grido strozzato
Giungeva oltre le case da un’altra strada,
Ma non per richiamarmi o dirmi un commiato;
E ancora più lontano, a un’incredibile altezza,
Sullo sfondo del cielo un orologio illuminato
Proclamava che il tempo non era giusto, né errato.
Io sono uno che ha confidenza con la notte.
[ da Conoscenza della notte e altre poesie, Robert Frost, Mondadori, traduzione di Giovanni Giudici ]
Fotografia di Fred Palumbo, World Telegram staff photographer - Library of Congress. New York World-Telegram & Sun Collection.
http://hdl.loc.gov/loc.pnp/cph.3c20742