Cormac abitava in un casolare nelle vicinanze del porto di Dun Laoghaire. Aveva sempre conosciuto la sua realtà, le tradizioni e il dialetto che amava scambiare con gli amici di sempre.
Indeciso sul proprio futuro, passava serate solitarie, riflettendo assorto e rivolgendo lo sguardo verso l'infinita visione del mare. Cullato dai suoni e balli tradizionali, sorrideva e pensava alla spensieratezza e leggerezza di ogni istante di vita. Aveva sempre ascoltato i racconti del padre Cian e immagazzinato storia e tradizione, colori e favole. Le favole avevano sempre attirato la sua curiosità fino a condurlo anche in zone impervie e boschive della sua isola. Quegli elfi e fate, lavoratori e burloni donavano enfasi ai momenti di tristezza ed isolamento. Le atmosfere ricreate nell'infanzia con suggestive candele poste su finestre e camini, donavano in quegli ambienti, soffuse curiosità, attenzioni ma anche attese.
Gli anni portarono nelle spalle di Cormac, insegnamenti ma anche nuove conoscenze pronte a stravolgere il proprio credo e la realtà presente.
La società oramai era pronta a un cambiamento ma soprattutto ad un' apertura verso l'altro, il diverso, il mondo. Approdarono nuove tratte aeree, visioni, suoni e sembianze diverse.
Quel suo piccolo mondo e quei lineamenti chiari e lentigginosi, crollarono nel vuoto ed infinito che oltrepassava quella linea di confine. Cormac apprese che esisteva l'Altro che poi non era altro che sete di conoscenza, di ascolto e di luce. Tutto poneva cultura, tutto cadenzava un suono, tutto assaporava di novità.
La vita apriva nuove visioni e nuove scoperte perché esistere è anche questo e non solo noi.
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