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Potessi io in un fremito d’ali quel bacio..

di alessandro venuto
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Pubblicato il 14/03/2020 15:30:45

Potessi io in un fremito d’ali
Quel bacio aver
Che per divin castigo
In volo alle mie braccia
Hai negato.
Un sogno ho fatto
questa notte che da te son diviso
e la sorte a me nega
il conforto sublime del tuo viso gentile,
quando nel meriggio appariva
e mi bastava guardarlo per sentirmi felice.
Né più mai avrei osato di te possedere se non
una parola appena,
uno sguardo veloce dai tuoi occhi di mandorla.
Ma questa notte nel sogno
Appariva una rupe alta e scoscesa
Sotto un cielo di stelle e di luna;
da lì una brezza leggera
Il mio corpo prendeva
E me sollevava
Simile a foglia,
Sogno di un’ombra
Che si diletta in quel suo volteggiare,
Fino a depormi davanti a una casa
degna di un dio, a sua immagine
speco dell’anima mia.
Bellezza aveva costruito quella dimora
E Bellezza ispirato ogni stanza,
Bellezza respiravo in ogni dipinta parete
E voci soavi di canto laudi levavano
In coro;
non mai gli dei
così vicina la mano
aveano proteso a quella dell’uomo
E Io ero là col cuore di entusiasmo pieno,
quanta Bellezza può contenere un’anima umana?
Gioia e passione in me ardeano sbocciare
E io ero il fiore e l’ape divina.
Mai notte scese che fu più ardentemente
Attesa.
Lei sarebbe stata là e nel buio sublime
Mi avrebbe amato,
nel buio protetti saremmo stati
e invisibili al mondo
nessuna luce a pupilla umana
avrebbe fatto di noi l’immagine
scintilla.
Ed ecco finalmente involarsi l’amata
Nel buio,
occhi non vedono quanto possono
le mani di amante su amata,
sospiri profondi di un’ombra più scura
che si fa carne morbida e calda
traccian le dita e onde sinuose
percorrono il corpo dal piacere pervaso,
Solus ad solam di due uno stanotte saremo,
umano e divino,
chè mortal divenire eterno presente
fa Amore.
Oh, la tua lingua è una fiamma
E di un fuoco m’accende
Che voglio arda per sempre,
non svegliatemi più,
lasciate ch’io bruci
Ade al di là di ogni tempo.
Una voce si alza dopo l’amore
Dall’ombra che amo, canta
‘se teco vivere
Mi sia d'amor concesso,
Per antri e lande inospiti
Ti seguirà il mio piè.
Un Eden di delizia
Saran quegli antri a me..’
Poi scese il silenzio e Morfeo
Soave gli occhi tuoi dolcemente
Richiuse, non i miei.
Potessi vedere il tuo volto,
mostrami il tuo volto una volta sola
per sempre, il tuo volto
meraviglia sublime.
Così hybris accendea in me
torce di desiderio dove curiosità
pensieri tesseva che presero corpo
in un gesto;
e un pugnale di luce
il buio squarciò nell’alcova.
Bellezza è un lampo nel cielo d’autunno,
la spuma dell’onde che giocan tra loro,
luce di un istante che nessuno vede.
Così per me fu il tuo volto.
E Amor all’amata vincolò l’amato
Ma fu solo per un attimo e già
Non eri più,
il giorno batteva alle finestre della mia stanza
e mi ritrovai solo nel mattino.
Nel mio cuore però
Ancora stringevo nel pugno serrato
L’immagine di te sorpresa
In un unico momento di luce.











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