Pubblicato il 14/03/2020 15:30:45
Potessi io in un fremito d’ali Quel bacio aver Che per divin castigo In volo alle mie braccia Hai negato. Un sogno ho fatto questa notte che da te son diviso e la sorte a me nega il conforto sublime del tuo viso gentile, quando nel meriggio appariva e mi bastava guardarlo per sentirmi felice. Né più mai avrei osato di te possedere se non una parola appena, uno sguardo veloce dai tuoi occhi di mandorla. Ma questa notte nel sogno Appariva una rupe alta e scoscesa Sotto un cielo di stelle e di luna; da lì una brezza leggera Il mio corpo prendeva E me sollevava Simile a foglia, Sogno di un’ombra Che si diletta in quel suo volteggiare, Fino a depormi davanti a una casa degna di un dio, a sua immagine speco dell’anima mia. Bellezza aveva costruito quella dimora E Bellezza ispirato ogni stanza, Bellezza respiravo in ogni dipinta parete E voci soavi di canto laudi levavano In coro; non mai gli dei così vicina la mano aveano proteso a quella dell’uomo E Io ero là col cuore di entusiasmo pieno, quanta Bellezza può contenere un’anima umana? Gioia e passione in me ardeano sbocciare E io ero il fiore e l’ape divina. Mai notte scese che fu più ardentemente Attesa. Lei sarebbe stata là e nel buio sublime Mi avrebbe amato, nel buio protetti saremmo stati e invisibili al mondo nessuna luce a pupilla umana avrebbe fatto di noi l’immagine scintilla. Ed ecco finalmente involarsi l’amata Nel buio, occhi non vedono quanto possono le mani di amante su amata, sospiri profondi di un’ombra più scura che si fa carne morbida e calda traccian le dita e onde sinuose percorrono il corpo dal piacere pervaso, Solus ad solam di due uno stanotte saremo, umano e divino, chè mortal divenire eterno presente fa Amore. Oh, la tua lingua è una fiamma E di un fuoco m’accende Che voglio arda per sempre, non svegliatemi più, lasciate ch’io bruci Ade al di là di ogni tempo. Una voce si alza dopo l’amore Dall’ombra che amo, canta ‘se teco vivere Mi sia d'amor concesso, Per antri e lande inospiti Ti seguirà il mio piè. Un Eden di delizia Saran quegli antri a me..’ Poi scese il silenzio e Morfeo Soave gli occhi tuoi dolcemente Richiuse, non i miei. Potessi vedere il tuo volto, mostrami il tuo volto una volta sola per sempre, il tuo volto meraviglia sublime. Così hybris accendea in me torce di desiderio dove curiosità pensieri tesseva che presero corpo in un gesto; e un pugnale di luce il buio squarciò nell’alcova. Bellezza è un lampo nel cielo d’autunno, la spuma dell’onde che giocan tra loro, luce di un istante che nessuno vede. Così per me fu il tuo volto. E Amor all’amata vincolò l’amato Ma fu solo per un attimo e già Non eri più, il giorno batteva alle finestre della mia stanza e mi ritrovai solo nel mattino. Nel mio cuore però Ancora stringevo nel pugno serrato L’immagine di te sorpresa In un unico momento di luce.
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