Pubblicato il 11/03/2020 15:47:27
Te che di bellezza accendi il mondo
ardi come fuoco
in me che sole mi faccio
per accarezzarti di luce;
ma ecco che con un sorriso sul viso
mi sfuggi
e i miei pensieri come raggi
non possono averti.
Gia’ sei corsa via,
veloce lungo il rivo naviglio
al calar della sera,
dove ondine di luce
riflette il sole dal pelo dell’acqua
sul muro di mattoni rossi
di una casa che affaccia.
Mi aspetti a un vecchio tronco d’ulivo adesa
e mi chiami,
desiderosa più che di fuggire d’essere presa
e al tuo capo fan corona verdi foglie,
si schiudono alla mia luce le tue labbra di rosa
che dicono ‘vieni, vieni prima
che l’incanto finisca e la terra mi abbia’.
E un’incantesimo sembra che un dio spanda
Sugli occhi se vedo che
D’erba si fanno i tuoi capelli sparsi
quando ti sdrai,
di terra le dita che affondi
quando la bocca per il desio
dischiudi; son gemme nivee
i candidi denti tra petali di labbra,
la lingua una primula rossa
e non donna ma Musa te
ninfa dei boschi trasforma.
E mentre tra le braccia ti stringo
sento che parte di noi
nel tutto si perde,
si fonde
con l’aere il respiro tra i gemiti,
Bellezza si spande
a rivestir il mondo silvestre
e linfa divien la nostra vita
che scorre.
Innalza piacer il nostro canto.
Ma radici Alike non metterai,
non metteremo.
Atalea.
Adesso alzati e corri con me,
una verde foglia tra i capelli neri
a ricordarci l’amore
mentre il giorno scolora
e di lauro trionfale
il tramonto con luci
incorona il tuo capo.
Noi siamo divini.
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