E’ un fatto
che io non abbia fatto granchè
incredibile io sia qui.
La disperazione
è l’occhio del ciclone
dove irrevocabile
è adesso;
tacere è
non battere di ciglio,
le chiese deserte
il nuovo distanziamento rituale
disperati con le mani vuote,
trovare qualcosa da fare
in mezzo ai non fare molto meritevoli
mai stati così fragili e soli,
disperato ogni pertugio
ogni falla
ogni porta,
esasperati
strade senza ricordo,
a novembre pensavo i miei versi
proiettati nel domani
come i cavalli del motore
il colore del frigorifero
il giallo della cucina.
Per vivere bisogna defecare
mangiare
bere
dormire
scopare (qualche volta)
come la vita non fosse ottusa.
Due non serve a dimenticare
e se tre, quattro, otto e poi avanti così
non accrescono il nulla
meno otto non si può vedere,
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l’accesso alla mostra è contingentato
crescerà l’erba negli stadi
non basterà nascondere la paura
sotto epiteti e sguardi da Clint Eastwood,
Liv Tyler è un po' invecchiata
e non sarà ad aspettarti a missione compiuta,
le repliche saranno il problema della tv
finchè noi continueremo a ripeterci.
Il fresco delle sere
e le colline importano poco
una vespa si è posata
sul davanzale.
Notte del 9 marzo 2020
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