Pubblicato il 02/03/2020 21:59:59
A te che Nella neraluce della notte Non dormi, ma osservi lento dissolversi il falso essere esteriore mentre inizia a brillare numinosa perpetua l’essenza di ciò che sei. Substantia. A te che nel silenzio che scende Una musica odi, né altro la sente; a che pro domandare? Lei ti dorme accanto. Non potrebbe altrimenti dormire. A te che a passi lenti e misurati Accarezzi coi piedi Il parquet della casa Un respiro per metro quadro, e non saranno mai molti, perché il letto è un covile di pruni pensieri e i sogni non voglion venire. La senti questa musica? No, nessuno può, da quando eri bambino. Celtica. E giran nella mente eccitata Versi di strofe come vento tra foglie E immagini che sembran indicare più in là, sempre più in là; lascian appena intuire ciò che invero con forza intendon celare. E ti struggi in quel dolce tormento Di chi si mette per mare Senz’altra rotta che non sia il navigare Irrequieto. Ritto in mezza alla stanza, solo, senti frinire il fogliame notturno. Ha un suono il vento che passa tra le foglie di ulivo, un altro quello che accarezza i peschi o i rosei ciliegi, un altro ancora quello dell'erba o dei muretti secchi in mattone. E senti l’odore della terra che la notte esalta sopra ogni cosa e si mesce con quello del sale portato nell'aria dalla brezza del mare. La luna raggiunge il suo spleen. A occhi ben chiusi Vibra con le dita intensi colpi di colore, tratteggia linee e forme, danza. Sii musica. Ed ecco fiorire cimbali e viole Liuti e cicale Nella notte fredda che hai scelto di abitare, l’universo in concerto per un solo spettatore. Nessuno è invitato, nessuno escluso. Un antico canto Viene intonato da qualche parte del bosco Nel vecchio uliveto. Non si paleserà la Ninfa Voce di fata che intona una nenia E t’incanta. Noogenia. Strugge i men forti Il desiderio del tutto, che nome gli han dato melancolia. Ma dolce, dolce, dolce è abbandonarvisi e lasciarsi andare. Nessuno saprà se non te, ciò che vuol dire.
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