A misurati passi
Cinerino s’avanza l’airone
E sembra che danzi,
Poi ritto si ferma e immoto resta
Sulle zampe che affonda
Nell’acqua che scorre del fiume
Di cui scrisse anche Dante.
‘Intra Siestri e Chiaveri
S’adima una fiumana bella’
Ed eccolo qui a me avanti
L’Entella che poderoso dai monti
Reame dei Fieschi discende,
Di pesci e uccelli fecondo.
Son le rive verdeggianti
Di foglie e bamboo e salici piangenti
Tra cui maestosi crescon gli ulivi,
Alberi santi forgiati dal tempo
Ai quali mi accosto poeta devoto.
Nuotano nell’acqua argentina sinuosi
Neri pesci e rilucon bagliori di squame
O bianche le pance a tratti tra l’onde.
Osservano saggi i trampolieri maestosi,
Gazzette d’Italia e gallinelle di mare
Tra sgraziati gabbiani e germani reali.
Cammino leggero
Senza pensare ma ecco a un tratto
Levarsi in volo l’airone.
Trattengo il respiro davanti
A quel maestoso vagare
Lento
Come se nell’aere potesse nuotare
E va verso foce
Dove il grande rivo conosce vasto
Il mare che tra spuma e correnti
A tratti lo accoglie
A tratti respinge.
Che poi forse non altro che questo
È il senso del mio vagare
Dalla sorgente arrivare alla foce
E poi imparare a volare.
Ma alta si staglia oltre il ponte
Dei frati cappuccini la torre
Campanaria a indicare
Che tempus fugit,
Oh uomo,
E che tanta Bellezza
Non deve aspettare.
Carpe diem.