(Riflessioni di febbraio)
Un ramo sul mio cammino, già fiorito
che era febbraio appena cominciato,
aderente a quel senso unico di sbieco
m’indica ogni dì la meta:
il quotidiano mio sostentamento
ed insieme pena non poco lieve
per non riuscire bene come una volta
giovinetta, la voce sempre incline al canto.
Ma ora la vita evolve ed il tempo scorre
pur tra dolori fisici (usure?) che l’anima
spesso sotterrano sospinta
nello strapiombo dal suo elevato cielo.
Come non avesse abbastanza affanno
tra diatribe varie e scorni costretta
ad accomodamenti di vedute
in tante diversità incomprese.
L’inverno al mio paese poco s'è fermato
E’ stato di passaggio cinque sei giorni?
Ed il sole di febbraio è già un inganno...
tra pochi giorni poi saremo a marzo
assai noto per far danno e capricci.
Spero però d'avere ascolto
chiamando in causa il suo buon senso.
È scapestrato e birichino, ma un ragazzo
e nel veder la terra già traviata
da mali nuovi e così oscuri, avrà clemenza.
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