Perdo me stesso, in quei tuoi occhi profondi e vasti
in cui risplende tutta la potenza degli astri.
Ogni parola stenta a trovare le labbra
e si annulla, viene come sommersa da calda sabbia.
In un tuo battere di ciglia
si dissolve il tempo e si spalanca un universo
in cui annego, vago senza meta, disperso,
avvolto da fumi di una seria malattia.
E quanto mancano, adesso, i tuoi occhi!
Sangue amaro scende nelle vene.
Si alza una nebbia pesante, l’anima viene
soffocata da una nevicata che scende a fiotti.
Ahimè, rivedo ancora quel tuo sguardo
in quelle notti in cui sembra tutto calmo.
Mi perseguita come spettro in un incubo.
Allora sussulto, mi agito, fremo
e mi desto con il respiro bloccato.
Nel giorno appena sorto, Noi non ci saremo.
Restano i tuoi occhi, fissi nei miei, come monito severo:
“per quanto tu lo volessi, io non ti ho mai amato.”
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