Non respiri e l’aria ti manca,
freddo il sole che squarcia le nubi
niente trovi, lontano o vicino
che consolante ti apra una breccia.
E d’improvviso la donna che sai,
già ritrovata tra quelle lenzuola,
dalla nascosta, profonda tristezza,
smette di scuotere la carne ed il cuore,
cade nel vuoto, sprofonda nel buio
e si trasforma nell’altra te stessa,
nella signora delle oscure ore.
Non c’è più voce, si blocca il respiro,
senza preavviso distogli lo sguardo,
scivoli in fretta come in un pozzo
e nel terrore del nero che vedi,
c’è che accarezzi l’idea dell’oblio.
Poi qui ti inchioda un sospiro, un ricordo
luoghi e persone, le labbra a sorriso,
due occhi verdi, poi neri, poi spenti
e una preghiera rimane sospesa,
che dice grazie al cielo e alla vita,
grazie dei giorni, tra note e poesia,
grazie dei baci e di quella scintilla
che all’improvviso ha acceso il mio fuoco,
che nessun’altra mi aveva mai dato,
che ha tolto il sonno, sconvolto il mio cuore,
che lasci meglio di come hai trovato.
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