E ci lasciamo scivolare
tra le vesti leggere della notte
sedendo sui gradini del silenzio.
Tace anche l’allocco appollaiato tra i rami,
poco più in alto i nostri sogni hanno fatto il nido.
Riposeranno le ali prima d’aprirsi al cielo
ad inseguire un luccichio di stelle.
E sarà brina al mattino sopra il prato
dove il passo sosterà interrogando il giorno.
Sarà clemente il tempo e prodigo di speme.
Ci abbandoniamo lievi nella nenia
chiusi nei nostri corpi,
noi soavi come piume,
in un turbine o in altalena,
innestando braccia come rami.
E un bacio ci parrà vero
caduto tra le dune
rotolando fino alla soglia del mattino.
Poi torneremo dentro il sogno
nell’oscura cripta della notte.
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