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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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Ritratto dell’Artista da Saltimbanco

Saggio

Jean Starobinski
Boringhieri

Recensione di Giorgio Mancinelli
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Pubblicato il 17/04/2012 12:00:00

Jean Starobinski “Ritratto dell’Artista da Saltimbanco” – Boringhieri 1984 (ristampa)



Molti in verità sono i libri che porterei con me in un ultimo viaggio, per rileggerne alcuni nel tempo dell’attraversamento, se non fosse per l’extra che mi verrebbe richiesto, dovuto al sovrappeso. E sarebbe un eccesso bagaglio che comunque pagherei volentieri. Pochi tuttavia sarebbero quelli che mi accompagnerebbero fino alla meta, cioè oltre la soglia della nuova casa che dovrebbe ospitarmi: la Bibbia, la Divina Commedia, le Mille e una Notte, il Milione e sicuramente questo piccolo “non meno grande degli altri” libro di Jean Starobinski. Un breve saggio (che si legge come un romanzo) pari ad un ‘gioiello’ che mai arte orafa abbia elaborato, e c’è più di un perché che lo rende ‘prezioso’. Mai come questa volta sto parlando di un ‘libro’ per il piacere di descriverne il contenuto nella pur brevità del testo che l’accompagna: il discorso iconografico affine alla tematica dell’arte, l’accessibilità della scrittura elegante per quanto ricercata, la pregiata scelta poetica che include Baudelaire, Apollinaire, Rilke ed altri, la sobrietà del ritratto culturale di un mondo quasi scomparso che rivive in queste pagine al pari di una resurrezione.
Il ‘libro’ (l’autore) attinge alla ‘storia dell’arte’ estrapolandone l’elemento ludico del Clown: Buffone di corte, Arlecchino, Pierrot, Augusto ecc. di shakespeariana e goldoniana memoria (solo per citarne alcuni), districandosi in un percorso immaginativo che sfugge finanche all’ottimo cultore; a quella ‘storia del teatro’ che i migliori critici non hanno saputo districare; alla raffinata critica letteraria per cui le parole acquistano senso; alla psicologia del profondo incredibilmente attuale, spiegata con la garbatezza di chi (l’autore), pur dovendo fronteggiare una ineluttabile ‘fine’, riesce a farci amare. Ma preferisco qui rifarmi alla colta introduzione: “Ritratto del critico da domatore di fantasmi” dovuta a Corrado Bologna, la cui peculiarità sta nel fornire al lettore la chiave di lettura della ‘cifra’ letteraria e psicologica di Jean Starobinski che, altrimenti, finirei per sminuire o malvolentieri scopiazzare.
“Il saggio si interroga sulla natura dell’interesse che da più di un secolo gli artisti hanno portato alla figura del saltimbanco, dell’acrobata, del clown, sino a identificarsi in quella. La scelta dell’immagine del clown non è solo d’ordine pittorico o poetico: sotto mentite spoglie equestri, gli artisti hanno spesso consegnato il proprio autoritratto, e insieme si sono interrogati sulla natura della propria condizione, per molti versi affine a quella del saltimbanco: da Flaubert a Jarry, da Joyce a Picasso, a Henry Miller. Frutto di una sensibilità originalissima in cui si mediano livelli diversi di lettura critica – da quella psicologica a quella più propriamente letteraria – la rivisitazione del mito del clown sembra qui assumere la stessa levità fantastica dell’oggetto che descrive: emerge così una storia di immagini e per immagini i cui significati reconditi vengono accennati, sfiorati, mai imbrigliati in una trama di spiegazioni totalizzanti”.
Totalizzante è invece la straordinaria ampiezza della tematica che si apre davanti ai nostri occhi nel rivivere con occhio critico i momenti salienti di un qualcosa che è parte integrante della nostra ‘storia’ personale, almeno di quanti di noi, ancora oggi, vedono nell’arte circense e in particolar modo nella figura del clown, quel ‘meraviglioso’ che ci ha accompagnati durante l’infanzia e ancora oggi ci sorprende e ci affascina, con quel tanto di malinconia che ci accompagna. La ‘Grande Fiera’ e il ‘Luna Park’ come sinonimi che si compenetrano e si completano a vicenda. Chi non ha vissuto questa esperienza, forse, non comprende ciò di cui sto parlando, tuttavia era, e tutt’oggi lo è, si pensi al “Cirque du Soleil” (*) che ha estrapolato e continua a farlo, quel mondo fantastico dell’arte circense, che andava ‘oltre’ i limiti geografici della comprensione e della conoscenza: quella ‘Piazza Universale’ (**) in cui noi ragazzi e non più giovani ‘clown senza arte ma pur sempre clown’, avremmo volentieri giocato all’infinito.
Jean Starobinski, nasce a Ginevra nel 1920, psichiatra e critico letterario, ha insegnato Storia della letteratura francese e Storia della medicina presso l’Università della sua città natale. La sua vasta produzione saggistica annovera fra l’altro importanti studi su Corneille, Racine, Rousseau, Stendhal, Montaigne e Baudelaire. I suoi libri, tradotti in una dozzina di lingue, sono stati di valido aiuto per la critica contemporanea, arricchendo di nuovi punti di vista su vasti temi, il panorama critico letterario. Si è occupato in numerose opere della creazione poetica nella poesia contemporanea e dei problemi dell'interpretazione: i suoi saggi sull'arte del XVII secolo sono ormai considerati dei classici. La sua esperienza di medico e di psichiatra lo spinsero a studiare la storia della malinconia (in Trois Fureurs, 1974); è membro dell'Académie des sciences morales et politiques dell'Institut de France e di numerose altre accademie francesi, europee ed statunitensi. Fra i riconoscimenti più significativi alla sua attività figura l’assegnazione nel 1984 del “Premio Balzan” per la storia e la critica letteraria; nel 1998 ha vinto il Premio Grinzane Cavour.

Opere: (selezione)
• La scoperta della libertà (1964), trad. it. Milano: Fabbri, 1965.
• Il concetto di nostalgia (1966), trad. it. Alessandro Serra, in Antonio Prete (a cura di), Nostalgia. Storia di un sentimento, Milano: Raffaello Cortina, 1992.
• Anatomia della malinconia, Venezia: Marsilio, 1983.
• La coscienza e i suoi antagonisti (1981), trad it. Marina Astrologo e Simona Cigliana, Roma: Theoria, 1995, n.ed. Milano: SE, 2000.
• La malinconia allo specchio. Tre letture di Baudelaire (1989), trad. it. Daniela De Agostini, Milano: Garzanti, 1990.
• Storia del trattamento della malinconia dalle origini al 1900, trad. it. Franco Paracchini, Milano: Guerini, 1990.
• La maschera e l'uomo, intervista di Guido Ferrari, Milano: Jaca Book, 1990.

Note:
(*) Cirque du Soleil - DVD Panorama “Drailion” – “Saltimbanco” – “Varekai” – “Alegria” – “Nouvelle Expérience” – “Quidam” – per una trasformazione del tuo mondo in arte e allegria.
(**) “La Piazza Universale: giochi, spettacoli, macchine di fiere e luna park” – Catalogo della Mostra a cura di Elisabetta Silvestrini – Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari Roma – Mondadori 1988.



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