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Pubblicato il 05/02/2020 11:01:36
Lo chiamano foliage questo tripudio di colori ardenti ma morenti, rantoli di linfa da alberi che affondano radici in antiche sorgenti sanguigne per battaglie perdute nel tempo. Riportano sotto il sole malato d'autunno la ruggine di spade celate, le urla vermiglie della storia nascosta. Si accendono in rossi tramonti di foglie le ultime speranze estive, non si rassegna il contadino strappando lembi di terra alla verde memoria del mondo. Non è ghiaia, ma ossa trite quello che vedo, bianco e sparso, concime umano sulla strada del ritorno. Ogni cerchio nel legno tagliato è un aneddoto sussurrato a orecchie stanche come muli di guerra, perdonate il passante che non ascolterà, il grampasso distratto da altre glorie terrene.
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