Strada bordata di alberi, un corridoio naturale. Una linea bianca centrale, forse illuminata dal tramonto o dalla notte. Lo sguardo si perde nell’indistinto orizzonte. Tutto sembra parte di una ricerca di senso.
L’uomo camminava da ore lungo quella strada deserta, il suono dei suoi passi riecheggiava tra i tronchi degli alberi, come un’eco distante della sua solitudine. Era una notte senza luna, il cielo di velluto con stelle troppo lontane per cercare conforto. Lei apparve all’improvviso, un viso nascosto dall’ombra dei capelli che il vento scompigliava appena. L’uomo e la donna si avvicinarono attratti da una forza invisibile, come due destini che si incrociano sulla sottile follia della vita. Si fermarono a qualche passo di distanza, guardandosi attraverso il buio. Lui vide nei suoi occhi un riflesso della propria inquietudine, una tristezza familiare che gli parlava di notti insonni, di ubriacature gratuite, di piatti sporchi e di domande senza risposta. Lei lesse nel suo sguardo la stessa malinconia, un dolore condiviso che non aveva bisogno di parole.
In quel silenzio carico di significative affinità, la vita sembrò fermarsi. La strada, che fino a un momento prima era solo un percorso solitario, diventò un punto d’incontro, un crocevia di anime alla ricerca di se stesse. Si sorrisero appena, un gesto lieve che racchiudeva tutta la comprensione e la solidarietà di cui erano capaci. Ripresero a camminare insieme, senza bisogno di parlare, mano nella mano, senza dirsi nulla, nemmeno il loro nome, andando via così, come se si aspettassero da tempo. La presenza dell’altro bastava a rendere quel viaggio meno pesante, la strada meno infinita. E mentre le prime luci dell’alba cominciavano a disegnare i contorni del nuovo mondo, capirono che, in quella notte, avevano trovato finalmente una risposta a tutte le loro domande Non importava quale fosse la risposta e quanto lunga fosse la strada o quante ombre li avrebbero accompagnati: finché camminavano insieme, nessuno dei due sarebbe stato veramente solo.
Mentre camminavano, il mondo attorno a loro sembrava trasformarsi. Gli alberi che fiancheggiavano la strada iniziarono a farsi più vicini, i loro rami protesi come braccia li accoglievano. Il cielo, ormai chiaro con le prime luci del giorno, sembrava avvolgerli in un abbraccio tiepido.
Sentivano i loro corpi diventare più leggeri, come se ogni passo li stesse rendendo meno corporei. Le loro mani, che fino a poco prima si tenevano strette, ora erano avvolte da un’energia quasi eterea. Le dita si intrecciavano non più come carne, ma come luce e ombra, come essenza pura.
Lui la guardò un’ultima volta, vedendo il riflesso del proprio volto nei suoi occhi, ora pieni di pace. Lei sorrise, un sorriso che sembrava racchiudere tutte le risposte che avevano cercato. Senza dire una parola, si strinsero più forte, sapendo che quel momento sarebbe durato per sempre.
Con un ultimo passo, i loro corpi iniziarono a dissolversi, diventando tutt’uno con la strada e con gli alberi che la fiancheggiavano. Le loro sagome si sfumarono lentamente, fino a diventare pura energia, una scintilla di vita che si univa al flusso eterno del mondo naturale. Diventarono parte del vento che sussurrava tra le foglie, parte della luce che filtrava tra i rami, parte della terra che sorreggeva la strada.
L’alba completava il suo corso, l’uomo e la donna scomparvero tra gli alberi, diventando uno con la natura, come se non fossero mai esistiti. Ma il loro incontro, quel momento di pura connessione, rimase inciso nell’essenza stessa del luogo, un ricordo eterno di due anime che si erano trovate e unite nella loro ricerca di significato.
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