La città s’allontana ed il quartiere
si scioglie nei prati sporchi del Lazio.
Ciuffi d’erba polverosie palazzi
e giardini. Nei formicai d’inverno
il popolo delle case di sabbia
e cementoattende il sole
per uscire ad asciugarsi.
Solo Gianni gioca in maglietta sul prato
bagnato.
Principe che non può crescere,
neanche qui c’è spazio per lui, eppure ride
e fa dispetti e chiede: “sono bravo?”
Aspetta un abbraccio per diventare uomo
vuole prima essere bambino, figlio amato.
Luogo dell’amore mancato,
incontro di solitudini ribelli.
Hanno l’incoscienza dei pionieri,
e rubare è un favore a un amico,
la galera per gli innocenti,
perché tutti qui hanno un carico pendente,
essere gettati nella vita senza salvagente.
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