Ogni tanto t’adombri
come la luna a sera tra i nembi
e scrivi stringhe, non attendi
repliche, non domandi non neghi.
Ogni tanto delle stelle ti appropri
lasci il cielo sbrecciato
e il lume spento alla finestra
che da sulla strada.
Ogni tanto dimentichi la pena
d’istanti senza canto né vele
e le ombre che affiorano e vanno
il passo svelto come l’altr’anno.
E lasci vuoti che incutono timore
e cose che cadono e fanno fragore.
Ogni tanto mi ami senza la luce negli occhi
con lo sguardo abbassato
che vorrebbe spogliarmi
di una vita sì grama ed inerme.
Ed osservi il cammino percorso
di spine e di sassi e di gocciole sparse
di brina e di pianto.
Ogni tanto mi ami oltre ogni umano
sentire l’amore. Ed è sublime!
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