Pubblicato il 17/12/2019 22:38:02
In metrò le diottrie sono sempre meno, fondo il corridoio, scuro ventre di boa riempito di ogni sorta di bestiole frullate in bolo rapprese fino a schiuse sperate. Bocche, appendono il sorriso a odori di metallo opaco e incandescente come una lama asciutta sopra un fiore. I mitici lettori bevono capitoli, prendendo fiato in afoni intervalli. Sobbalzano a stridii ancora presi in loro coesistenze. Altro è il flusso d’inerti viaggiatori col nemico sul collo e ponti immaginari, fughe- senza salvarsi mai.
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