I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
*
Dall’essere al mancare
Non lasciarmi tornare indietro alla mia indolente mestizia di giardino blu - davo l’acqua a chilometri di sabbia - - le mani graffiate dal vuoto e perdute - - ma erano grandi cose se seminammo di gioia anche il dubbio di esistere - A occhi chiusi so tutto di te e sai tutto di me, perciò non lasciarmi spazio al pensare a quel buco nero lancinante messo all’ombra del cuore In un bozzolo non sento più cosa ci sverni ma va bene così, basta la sera di nebbia a sedare l’angoscia - vedi? sta passando - ma presto il tentacolo riappare ben nutrito - colpa mia - come un figlio come un sommo dio - che sia l’addio dall’essere al mancare, l’ultimo desiderio?
Id: 69692 Data: 22/12/2023 16:20:33
*
Ferie
Pensavo il gran fuoco d'estate fachiro mangiare le paure l’amaro nelle ossa la sabbia molle estirpare dai passi
il tempo il vuoto l’inutilità degli echi e la brezza credevo riparatrice di mancanze quelle ferite di meduse troppo addosso. Troppo addosso ogni cosa che vorrei lontana troppo lontana l’aurora bella ora che solo sento strascicar le onde battere buio nel respiro, così lontana quell’aurora senza misura senza senso tutta spalancata – – una fuga infinita con la sua gemma.
Id: 68936 Data: 29/08/2023 11:06:49
*
Il blu di finirsi
Guarda quelle nostre culle scavate sulle terrazze d'incantesimi procaci Trama di cristalli roventi, metamorfosi del silenzio a sillabe strappate Quanto manca al blu di finirsi? un fondo appena profondamente dolce un graffio stellare, di gola, e quante schegge.
Id: 68917 Data: 25/08/2023 18:19:13
*
Perdono (agli occhi fuggiti)
tristezza - le teste basse vincolate alla terra, alla ruggine accalcata dentro le clessidre. se avessimo osato una parola intonata, un gesto nudo le macerie vacillerebbero su semenze caparbie del perdono. - ma cosa farà di noi la luce - forgia di perdenti come nugoli acquattati roridi i pensieri. storie incrociate scalerebbero la luna uno sciame senza riserve che anche la morte tremerà per la caduta della maschera del tarlo dai tagli, agli occhi fuggiti dall’addiaccio. quintessenza di osmosi se si sapesse - che amore è un’altra cosa - piegare il rovo puntuto, se si volesse. “Ah, se tutti si perdonassero a viceversa! Il mondo avrebbe pace: tutto sarebbe chiaro e tranquillo come in quella notte di luna.” Canne al vento, Grazia Deledda
Id: 67418 Data: 19/12/2022 17:21:44
*
I loro bambini chiedono
I loro bambini chiedono
se la bomba non sia un giocattolo arrabbiato come quei robottini che non rispondono ai comandi. Poi si ravvedono - dev’esserci un motore umano artefice di tanto caos malvagio. Si nascondono tra i seni piccole bandiere incendiate di solo amore. I passi fuggono, le bandiere tremano. - Piccolo mio non piangere è un gioco facciamo solo finta che sia vero. Quando finirà canteremo pace i nostri fiori d’altr’anni innalzeremo nel cielo senza polvere.
Id: 65399 Data: 19/03/2022 10:18:56
*
Tra fiori di pietra
I corpi sparsi tra i fiori di pietra hanno
le stesse sembianze dell’uomo preda di belve prima che la bandiera dell’antropocene avvolgesse cielo e terra. I lineamenti cancellati nell’ultima carezza di sangue sono uguali a quelli del fratello portato a morire in una campagna della genesi. Oggi, l’uomo non ha niente di cui dirsi uomo se non sa spegnere questi fuochi malati e imbottirsi di armi pacifiche tipo il pensiero la parola l’impuntarsi sulla pace.
Id: 65272 Data: 01/03/2022 11:09:20
*
Le prime ore dell’anno sotto i lucernari
le prime ore dell'anno sotto i lucernari mentre un vulcano tace tanta polvere di noi non più bambini di promesse un forse ci cammina a fianco ammiccante e lento non l'avevamo fatto nostro pieni di sempre e non ancora nuovi noi
Id: 64925 Data: 05/01/2022 14:48:17
*
In aria d’oltre
A dire quanto questo nodo è affine luogo degli occhi liquidi di cera dal solco dell’anello si fa sera col fiato lungo d’anima alla fine. E si drappeggia verbo alle terzine asole al sole della gioia vera nel lume della mente è primavera d’unico viaggio sfibro ballerine. Dove saresti dimmi aperta coltre? Fino a domani riparando dentro lingua, lima indelebile di voce dei sogni dove sei sorge la foce intima del mediastino e più al centro materia senza tocco in aria d’oltre.
Id: 64872 Data: 26/12/2021 19:06:19
*
Di cosa siamo fatti
Di cosa siamo fatti? dimmi di questo piacere senza corpo e strade di comete ora che mi tocchi e della mia evanescenza sei già alla luna
eppure eri esaltato dalla pienezza dei granai con i miei cinque sensi legati al petto
eppure eri un bambino, quando volevi che ti gridassi amore mio tutte le volte che il buio scendeva ad occultarci
Id: 64717 Data: 29/11/2021 16:44:41
*
Afghana e donna
Quel che resta di me
è un moncherino di gioia madido in bende di negazione ampie come lenzuoli – di cancellazione aspre come fortezze di convivenza. Quel che resta di me è il feto-donna che viveva e poi è tornato all’utero, murato. Quel che resta di me è un frammento d’esistere lo spettro nero che non vedete (più). Che non vedete, la sovversiva l’audace la portatrice d’eros la libertà che fa spavento. Quel che resta di me si ribellerà all’ascia che ha tagliato i ponti del camminare di là del male antropomorfo inciderà le coltri su primavere calpestate. Quel che resta di me è la voce bellissima che continua a cantare, cieca luce al cielo capovolto senza una musica. Ma io non ho che questo canto un canto-vento di apertura di tutti i segreti che porto mentre la vita soffoca – mentre vorrei a svegliarmi un’onda rosa, entrare in me tutte quelle che hanno avuto coraggio per me con i loro landai di lingua e cuore restituirmi al mondo.
Poesia pubblicata in "Tutte noi la Terra non ha confini questo luogo" (Iniziativa di Cartesensibili a favore delle donne afghane) e in "Un cielo di poesia" edizione decennale 2012- 2021 (voci di poesia)
Id: 64656 Data: 20/11/2021 10:22:51
*
E tu sai
mi arrendo alla poesia e tu sai di passare dai luoghi della bocca
Id: 64292 Data: 10/10/2021 20:41:33
*
Più in là un radioso apice
Niente di definito si staglia sotto il cielo e lacrima il sensibile in allergie urbanizzate, aria che sposti e ti ritorna da miele di natura offesa. Più in là un radioso apice si apre meraviglioso e ignora il camminare sconvolto nell’imboccare un giorno e l’indomani uguale uguale ubbidiente ai semafori e tali avvertimenti che ci vorrebbe un mare libero e falcate da migratori. Ci vorrebbe il fermarsi tra le erme sagge e mute, fissare l’apice riempirlo di frammenti e tutte cose immateriali, azioni immaginate parole non ancora dette segni, bisogni, ma sì - anche la polvere di qualche sogno.
Id: 63759 Data: 09/08/2021 22:47:46
*
La bambola
fuori la casa di Livia c’è una bambola chi passa le getta lo sguardo pensa a De André a una finestra malinconica e a degli occhi color di foglia. lei ora è scesa, di fronte chilometri di vita inevasa uno di questi giorni vorrebbe partire stacca l’ultima rosa dal ramo scrive au revoir con una spina di sangue – addio felicità di quattro muri negli echi – e chissà perché piange.
Id: 63524 Data: 29/06/2021 16:44:35
*
Da una nube la sera
Scende da una nube la sera la porpora si sparge volo dipinto di addio al sole un soprassalto ha riavvolto il tempo dove il cielo comincia silenzio di musica (e tu Sei) più del mesto rossore dove rimbocchiamo la terra brivido che assorbe stupori una ruga azzurra di sguardo da altezze incomprensibili eppur vicine a placare spiragli.
Id: 63492 Data: 23/06/2021 18:15:33
*
La bambola
fuori la casa di Livia
c’è una bambola chi passa le getta lo sguardo pensa a De André a una finestra malinconica e a degli occhi color di foglia. lei ora è scesa, di fronte chilometri di vita inevasa uno di questi giorni vorrebbe partire stacca l’ultima rosa dal ramo scrive au revoir con una spina di sangue – addio felicità di quattro muri negli echi – e chissà perché piange.
Id: 63430 Data: 13/06/2021 17:53:53
*
A un metro da noi
saltano attraverso refoli di occhiate - non saltano in realtà tra i banchi ma sono archi in attesa dell’aria - le cince forse non si accorgono delle finestre semiaperte dei riccioli spaiati né del rumore di quelle iridi ma con la stessa ebbrezza spostano le ore. osservo dalla mia luce aliena la linfa che si allunga come uno stame innamorato mentre gocce di polvere cadono a strapiombo da fiato corto sulle mattonelle e il ragnetto in un angolo crea una breccia sul confine dell’esilio.
Id: 63225 Data: 20/05/2021 16:52:32
*
Detto, scritto, danzato #poesiapoeti
Come se il poeta fosse le sue liriche la voce nella stanza, sola si contrae, contorce panneggi e le finestre slittano da altre finestre si separa ciò che era unito e si vive daccapo, si ri- respira il ritmo -sono io che muovo i fili al pathos e giro in tondo ai muri non più perimetri a un certo punto ci leviamo vibrato ed arco quanto più deciso è il vento che strane cose porta nell’altalena della persistenza
Id: 62617 Data: 21/03/2021 17:43:12
*
L’altra metà del viaggio
indovina quel minuscolo vagare tra ombre e fuochi, immagina dal sorriso al lievissimo alone di mestizia la forma di noi la faglia dello sguardo mai uscita dalle storie. forse un prodigio vuole essere l'altra metà del viaggio con vele chiare, code di domani.
Id: 62525 Data: 14/03/2021 17:57:33
*
Trama insoluta
Quattro - dico quattro e ora lo nego Saranno stati (almeno) fasci multipli i visi implumi, i cuscini affossati al posto solito dove non fa male il rimbombo non scricchiola l’osso [posso cambiare il corso di quello ch’è stato?] Mi dava una razza di bacio una razza bastarda di commiato di notte a barba rasata (di freddo) e un sorso d’uva bugiardo versava alla bocca -la lingua legata al fruttato, gli antociani più blu nel furto del sonno -dentro al fumo L’ho visto? era un passaggio di stato dove non vedo oltre gli stucchi delle gambe o forse il solco insoluto tra la destra e sinistra del corpo Non l’ho visto era intero e diceva cose spezzate Spergiuro, giurava d’esser leggero sorvolandomi
Id: 62010 Data: 29/01/2021 17:50:16
*
La tua notte e la mia
la tua notte e la mia si guardano ogni notte le tiene un filo più è corto più si dicono pensieri inconfessabili
Id: 61831 Data: 18/01/2021 00:00:04
*
A nudo tempo
domani
un alito di nebbie ancora saturo non celerà calchi di fronde e le tue mani, nervi di sempreverdi piantati sul pendio del corpo senza bisogno di prati e primavere
Id: 61608 Data: 03/01/2021 17:38:58
*
So
semestri spezzati seni stalattiti stanche significanti scolpiti sulle soglie stormi, se stormi stupori sincopati sussurri, so sottovento - solchi, suture, sponde. saperti sciolta spira saperti saliva - sale, sapere speme-mia snudarti sempre.
Id: 61514 Data: 27/12/2020 11:11:38
*
La mia terra che chiama
Un diario in cui mi specchio
il richiamo dei cedri su questa piazza imbambolata di essenze non vere, robusti e impazienti i miei alberi stanno in attesa, e solo ombre che l’aria respinge. Quand’è sera sono una giostra a luci spente, se tendo le braccia un mondo vuoto batte il polso e io ghiaccio di abbandono viaggio distante che fa male allo sguardo, dilania perfino la pagina. Porta via montagne sognate mentre ginestre e occasi scolorano dentro le nubi - non c’è misura di tanto sparire a un passo dal cuore. Alla poetessa Ofelia Giudicissi Curci (Pallagorio 1934 – Roma 1981). Poesia pubblicata nella rivista Euterpe n. 32, dicembre 2020, di Associazione culturale Euterpe.
Id: 61422 Data: 20/12/2020 11:36:55
*
Dal seno acerbo e storie mute
Quando bambina senza voce I . Sono bambina che gran fatica appena metto a fuoco l’ingenua schiena in sette lune di rivolta l’arancio chiuso a feto la benda-velo, stele a gocce. Il dentro sperso. Forse è segreto di lenzuola madide e presto fredde da scostarsi. Sembrano altre quando da conche al sole fanno un biancore di peonia corolla al seno acerbo. II. Stasera l’antro è bosco di serrande chiuse. Il nascondino delle facce per ludo vero. La proiezione fisica lontanamente un’affezione: non c’è parola a dirlo. Il lutto si spalanca gli occhi. E cosa avverti? Assalto dalle ombre I. Notte cattiva tutti i sogni affollati perché non sa dormire (sola) dove il tempo è terribile di segni e tagli di lumi inferociti. Lei bisbiglia ma solo a sé, sfuma in punta di piedi. II. La bambina diviene senza stomaco per quattro lunghi giorni corpo di pietra porta il peso del fiore di terra nera cade nel muschio delle ciglia. Non cerca cibo e profusioni schiva, riparo nella pelle ghiaccio di luna, duro che non si lascia respirare. La bambina da qui in avanti non c’è più. III. Ora, s’appiglia sul volto. Stranezza non averlo visto nel fondo. Ora che non è lì, eccolo appieno e povero, in una cifra molle. Un cristo peculiare in niente un Pallino qualunque -lei dice, e vi sputa un secchio di noncuranza dopo che l’ha smembrato vivo. Rielaborare I. L’angelo bello infine viene a cancellare porte si volterà a ruggire agli scorpioni coperto di cespugli biondi - il Giorno. << Portami le mani una notte e tutte ridammi un tatto limpido che scivoli sui tendini incenso agli orli in pece dolce sui perimetri >> -larga la paura lasciata qui a mordersi la bocca. II. Per errore le si accostò al sesso rosa e nudo un ansimare scoordinato saliva mosto e tabacco. Per orrore non seppe, non gridò dalle palpebre rosse di oscurità contusa. Piene di dita le sue mani spingevano schiacciavano le estranee toccavano terra i piedi irrigiditi senza sangue e non seppe, non fuggì. Anni di seno in nòcciolo che si matura nelle T-shirt. Anni che ancora conta dita un perché cianotico freddo: solo un gesto di forbici e poi gettati al fuoco i moncherini, guarda spegnersi il tutto senza dimenticare.
Id: 61084 Data: 25/11/2020 12:55:29
*
Indefinito fiore del freddo
Con la guancia
al fiato dei rossori occhio nell’occhio la sensazione di essere tutt’uno col tutto, motivo alla memoria di tessere enigmi Chissà come, ora: il tramonto sembra meno caldo dal mio lato -e sì che questo tempo è Svizzera in artiglio - Più sensi mancano per essere stati; strano è guardare minime consistenze e di come si spogliano gli alberi liberi da paure Poi sotto la coperta del tuo palmo capace, sparire Sentire un graffio qualsiasi risalire il ghiaccio scoprire l’acqua che gira il profondo poesia edita in "Canti di carta", Fara editore 2017
Id: 61048 Data: 22/11/2020 18:06:29
*
Perché pregare
Perché? perché eravamo a pregare con il frastuono oltre le porte sereni inamovibili con il pattume sotto limpide trame? Quando una mano chiedeva un frutto al nostro albero e col silenzio s'è marcito. E detta fede com’è così imprecisa, arida, trattenuta?
Id: 61020 Data: 20/11/2020 00:01:34
*
Un acro di cortili ciechi
Visi che strisciano come teatri misteriosi oltre il sonoro ignavi da bocche sfatte, dinieghi di sorrisi sotto il cappello di cilestro spento - e sono vedove quelle assuefatte al logorio dell’ora, perduto l’utero di gioia. Diritte, e tali i cecchini che sembrano aspettare i Tartari nel camuffare mote di solitudine. E l’alba è un acro di cortili ciechi l’alba non abita non irradia, piange sui muri. Avesse nelle mani uno scalpello e un’epoca di rosa dietro la tela avesse un altro quadro di alberi, e non fortezze.
Ispirata al dipinto di George Grosz, “Alba”(1922)
Id: 60949 Data: 15/11/2020 00:24:45
*
Lyrica
Nell'attesa mi tingo di bianco trucco finestre di sale Fermo tu, corda di cerchio Ti confesso molteplici abbracci dal valore assoluto di te E la voce manca di adesione morde interni indeterminati La parola mancante è sempre uguale si stacca dalla lingua cade nel piatto dove mai e sempre ancora abbiamo goduto sporcandoci il palato
Id: 60822 Data: 03/11/2020 10:47:02
*
Lontano brucia
lontano brucia
l’esultante fiorire di maree un giorno l’orizzonte ci riaprirà i segreti delle porte un giorno la riva scura avrà in memoria orme che pure si amavano nella risacca perdendosi.
Id: 60703 Data: 25/10/2020 10:21:01
*
Lessere in loro
a volte torno vera madre anch’io seno di odori e ninnenanne sulle labbra, a volte colgo vele strappate e fradice
e tu sei stata àncora o vento? dove hai cucito le sue ali?
Id: 60450 Data: 04/10/2020 14:58:38
*
Viste supreme
non un impedimento cancello catene o sterpi non c’è vento a ringhiare solo le palpebre àuspici smorti nel bacio di umido vernice ferma la linea fida che non sai se va o se torna granelli che si slabbrano al nulla sgombro boato inesistente il mare si rintana per finire.
Id: 59900 Data: 22/08/2020 15:27:31
*
Il caldo tra le stipe
il caldo tra le stipe ha nervi d'acqua li canta sulla pietra - e tu hai voglia di una nuvola, di una goccia d'ombra
Id: 59863 Data: 19/08/2020 11:22:41
*
Iridi
il tutto va portato come fiore in un deserto ma le iridi restano in bolle ammutolite per i soffusi lineamenti tuoi in un nitore proprio.
Id: 59704 Data: 04/08/2020 09:09:42
*
Dei nudi a far mazzetti
si faranno mazzetti
da gemmature di anemoni sul pube, il panorama già raffigurato con l’occhio del pittore raccordo di meduse lucide dolci di esplosioni. le cosce per ombrelli su di uno sguardo gambero propaggine del guizzo al gineceo dell’acqua, pasionaria. Sull'opera "Up" dell'artista Costa Dvorezky
Id: 59572 Data: 24/07/2020 12:53:32
*
Un posto di pietra fedele
Se tento di fissare gli specchi mi vedo già nel passato. Se fotografo il cielo non posso entrarci che da un’illusione prospettica. Mai stata pioggia mai selciato mai una statua di ghiaccio. Cerco ancora un posto di pietra fedele e addomesticamenti. ispirata all'opera pittorica Hostoire infinie, di Zaid Tourie, in Quaderni di UniDiversità n.2/2020
Id: 59530 Data: 20/07/2020 16:22:55
*
Poeta onda
Equilibrio e abbandono
del mare che controllo il mezzo del mio fine -oh sì, vertigine di nervi da quietare. Io Palomar, se un flutto sale io sono crociera d’occhi e disseziono strascichi: in un puntiglio vigile, e morto al mondo. Vado perdendomi per questo mal andare e torno giù lungo le sponde cerco armonie e rimedi non conformi, in presagio di un’onda porpora che unisca i due emisferi cerebrali.
“Si metterà a descrivere ogni istante della sua vita, e finché non li avrà descritti tutti non penserà più d’essere morto” Italo Calvino, Palomar Poesia in Euterpe n. 31
Id: 59439 Data: 13/07/2020 11:11:17
*
Al dottor P.
Un cappello, quel lasso d’ombra mia compagna rimpannucciata non so dove guardi eppure sento l’alone di un affetto. Un romanzo con le falde, tutte pagine bianche ma mosse da onde straordinarie. Esito a sfogliarlo ho soggezione del bisbiglio del silenzio che si affaccia, un fruscio di lenzuola il fumo di caffè, l’odore di Marsiglia che emana grazioso l’accessorio. Sarò per metà morto e l’incoscienza fatica a trapassare o è stato lui - il dottore - ad innestarmi un certo occhio da alienarmi da slanci e intemperanze. Privo di specchi in quiete d’estasi anche la mia consorte ha un’innocenza nuova. Né sobbalza la mente, la scienza incerta mi fa libero. La sfioro la nomino. L’abbraccio, mia devota. ispirata a L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Oliver Sacks
Id: 59380 Data: 09/07/2020 16:42:22
*
Se verrai a prendermi
Quando verrai a prendermi non scambiarmi con la notte né con il giorno non credermi un paesaggio in fuga traccia affogata, nostalgia ferita. Se verrai a prendermi non cercare la strada non dare il viso a segnaletiche dimentica i ponti gli aerei le ore di fiori non colti i passi non portati ai parchi. Porta tu il tempo, gli universi reclusi la sponda e il precipizio. Porta la musica quella che ci ha trafitti senza veli, senza altro che noi. Avrò il tulle dell’ultima volta scintilla al buio e il buio assorto nitido a te solo. Non cercarmi più in là, sto danzando da sempre sulla tua vena che fa rintocchi e brucia. Sto nell’angolo della tua palpebra nel piccolo neo sull’orecchio sulla lingua dove chiami. Ho mosso le note sapendo che tu le toccavi.
(per l’opera pittorica di G.H. "Ballerina", rivista Quaderni di UniDiversità n. 2/2020)
Id: 59258 Data: 29/06/2020 16:45:27
*
Da poco è estate
da poco è estate le stanze affacciate ai fiori selvaggi smeraldi premiano la stasi l'indaco prende parte al cambiamento ci consegna il suo cielo sempre mirabile incantevole, giovane
Id: 59149 Data: 21/06/2020 09:23:32
*
Affacci
Un giardino vive almeno in cento affacci di luce e di assenze in fiori appassiti rimpolpati da altri dove l’humus mangia l’humus e anche i ritorni sono getti di polline inebriati di piani lontani frugando le notti alle spalle di ombre scolorite. L’arte è dire tutti i misteri taciuti dal dubbio mentre sboccia reale seno di trasparenza.
(per l’opera pittorica di M.D.V. "Sogno", per la rivista Quaderni di UniDiversità n.2/2020)
Id: 59061 Data: 15/06/2020 17:04:04
*
Ricominciare dalla coda
Il piccolo ascolta il campanello e fa saltelli da suricato si direbbe bestiola articolata dalla luce un tempo di mezzo tra errori e cura tutto ginocchi e graffi d’humus. La lingua manca ma cattura gesti col dono dell’osmosi, dispiegato lo sguardo in disarmate purità apre falcate d’indole e sorride da sue divinazioni. Mitico dondola con il riflesso della coda la storia naturale da riscrivere il suo mondo libero dall’essere febbrile.
Id: 58984 Data: 09/06/2020 23:13:33
*
E prego con lombra
Seguendo l’ombra ogni suo passo vedo con le ruggini e l’ocra, un pieghettarsi di riflessi sul muro delle zagare. Traspare il domani, l’incerto rivolo di sole con l’ansia di una scatola magica svegliarci nel grasso profumo di maggio con lo strano sapore di libertà rappresa. A casa lascerò il vuoto sulla porta al buio dei suoi isolati la crisalide in bocca a una cruna che respira per tutti.
(per l’opera fotografica di P.T. "Verso casa la sera", nell’ambito della rivista Quaderni di UniDiversità n.2/2020)
Id: 58941 Data: 07/06/2020 18:06:20
*
Scansie di voce
Certe mattine la tua voce entra nella lezione, dico molecola - e l’entropia la tocco sommerge gli occhi il foglio sembra agire un nesso corallo una formula, impercettibilmente cammina binari che liscio con la mano.
Id: 58901 Data: 04/06/2020 14:09:51
*
Legenda
Un giorno il caso manderà muschio celeste entro le mura, catene su ossa stanche - gli agi perderanno possanza. Bisbiglio di carte, si svelerà dal basso: non sparuti richiami -ci si potrà volare, al fianco. da La visione contro le catastrofi per Maggio dei monumenti 2020, Napoli, quest'anno dedicato a Giordano Bruno
Id: 58826 Data: 31/05/2020 09:07:46
*
Corpo avventizio
L’affanno del lampadario lo riconosco dal sirfide che più non finge di essere altro ma arriverà al suo grido, estate. Lui scompone la mia ala di naftalina in notturno di nuvola, il librare affaccia a scostarsi dai sofà in memory lontano lontano, divellere quest’uggioso armadietto del mondo.
Id: 58786 Data: 29/05/2020 08:25:37
*
Tesori magri
Le grucce vuote e lisa la carezza in realtà dita colme di tesori magri che ballano sulla mia testa. Il polso steso, un sogno immobile di vetro e dai vialetti l’erba cresciuta, e se guardare basta il tutto è qui ma non si va più in là di un cerchio scomodo e macchie di bellezza crepitanti. In questo abbaglio del mancare il buio ti mangerà mia ombrosa e non avrai più gambe, nei quadri di Chagall la luna è sola i fili non raffigurati e il derma che si libera di te. Se un crescendo non fosse, cos’altro?
Id: 58636 Data: 18/05/2020 14:53:55
*
I baffi di Dalì
Le dieci e dieci, il tempo dice di antenne volte a voler suo portatore di maniacali scienze l’allele dominante detta segniche lingue. La linea della vita guarda al cielo ritta da entrambi i baffi -becchi di cera stanno all’azzurrità come dei canapini nei fuscelli in cerca di una bacca che li appaghi, sul lago pittano la (in)finitezza di orologi dalla memoria qui squagliata. La replica da istanti rotti. Uccise convenzioni, arridono all’aldilà o all’apice del qui et nunc, schianto divino, macchiato d’erba e limo.
Id: 58522 Data: 11/05/2020 15:03:43
*
a di accostare aprile
che oggi l’argine sia
lunga finestra che si sposta questo continuo perno tradisce giochi d’angoli dentro l’aprile dalla durata stanca come certe domeniche di scarto, fredde di viali. più dentro, cime aguzze si sdoppiano e senza un valico la pietra viva che ci unisce vene sul fondo di scarpate attraverso loro.
Id: 58268 Data: 26/04/2020 10:53:21
*
Alle ore senza giorni
una comparsa
che non svela chi siamo occhi simili a giunchi sul greto nero dov’è inchiodata la luna e l’incantesimo strano, nicchie di fuochi alle finestre. come in qualche leggenda la cosa dispersa l’hanno messa in un periscopio e impazza con fame d’aria.
Id: 58217 Data: 22/04/2020 23:53:38
*
Frame
Poi da una riva
aspettare - sulle dita disfacimento d’insoluti. La voce dell'acqua risale per quanto lontana parole nostre - una sabbia scolpita e il più niente di quelli innocui così come una stasi indovina.
Id: 58180 Data: 21/04/2020 15:02:37
*
A zio G.
Ti vedo nell’istante
che non parla, ieri davi la mano a una sorella più vecchia, non pensavi di camminare avanti in coltri di distanze non capivi che insieme non si può respirare? solo la cenere è immune a tutto.
Id: 58159 Data: 20/04/2020 21:06:15
*
Sotto i platani
Sono passata sotto i platani
coi rami torti e le tue mani d’ombra. Una capriola l’aria inquieta scordandosi di tutto, il viso l’ho lasciato lì come finestra di sete attesa e spire di profumi nudi.
Id: 58075 Data: 16/04/2020 11:42:02
*
Sorriso da una mascherina
Ci siamo scambiate un sorriso
lei portava la mascherina ma io l’ho visto si diffondeva in silenziose libellule. Poi un rintrono attenti non è che l’inizio vi scansino lembi di sensi, un salmo da sapere a memoria in camere chiuse fino al midollo. Corpi irreali, camminiamo per allontanare la strada sigillare l’orecchio a un aereo che taglia il cielo e sembra venire da dentro.
Id: 58058 Data: 15/04/2020 12:40:59
*
Dire di perle oniriche
E i gesti pesano il tempo uscendo da se stessi, gli specchi mandano miti balletti tra le stanze una nell’altra - l’ultima è uno sfuocato plesso.
Esausta l’ombra di ieri intorno alla routine fa staccionate e chiodi di silenzio, ma il desiderio di volteggianti magici ha il suo museo - e dire di perle oniriche è poco.
Id: 58037 Data: 14/04/2020 10:47:05
*
Lalbero delle rose
l'albero delle rose si spinge a cercare il cane oltre il recinto. il cane in fissità ducale gli fa festa, piano agita la coda. ha sempre pensato che con tante chiacchiere fossimo un di più.
Id: 58026 Data: 13/04/2020 15:21:40
*
Alla finestra di Bonnard
tutte le orme
in mise en abyme prose di giardini. traslate gocce, fiumi, oceani.
Id: 57928 Data: 09/04/2020 11:07:39
*
Tropismi a mezza luce
angoli di veglia nei monologhi tratti gli specchi e il loro andare tra orti di profumi
Id: 57885 Data: 07/04/2020 12:01:09
*
Ventiduesimo giorno
pianto nei vasi le potature del vento
inattese: il profumo non ha una sola casa. insolito, è polvere d'ossa e ciliegi e noccioli immaturi, è il giardino zen dietro la rete, un segnatempo di nuvole nelle corde dei soprani.
Id: 57751 Data: 31/03/2020 09:32:04
*
2 haiku sullattesa
si inoltra a sera l’attesa - e porge il fianco la solitudine
la stanza vuota- anche in un piatto lucido entra la luna
(ispirati a "L'attesa", Felice Casorati, 1919)
Id: 57726 Data: 30/03/2020 11:36:48
*
Giardino di marzo
Delle formiche attratte dal calore nere come la terra di notti apolidi monadi di certezze vedo senza paure, mentre la febbre dalla ferita gioia esonda. La natura non fugge privazioni intanto crea e ripara, obbedisce alla linfa che sale e prega il sole, è il ramo abbottonato che gode del fiorire se tutti gli altri sono vivi.
Id: 57606 Data: 25/03/2020 10:52:37
*
Continua ad accadere
Ma quanti cieli esistono
quanti colori passare e non fermarsi poesie fortificate tra le dita. A quanti cieli le distanze non paiono che gocce e l’aria continua ad accadere vivida e muta - a bordi di finestre respira sul mio viso da una mimosa e l’ombra acerba e tenera data all’amore, una perfetta anca incide il vuoto. Il vuoto non esiste.
Id: 57361 Data: 12/03/2020 12:27:30
*
Ho baciato unamica
Parabole sui tetti, cena, pochi quelli che in giro si attardano feriti a vuoto coi baveri alla bocca, i rododendri volti verso divinità improbabili con i bottoni pronti ai fiori il marzo che vorremmo primavera live. Ho baciato un’amica e non so se mi riconosce la pelle, ora che le distanze gocciano riverberi di nostalgia dentro uno sciame estraneo ci ritagliamo selve di profumi da tenere negli argini con il terrore di apnee e sospiri a mezz’aria. Con avvicinamenti retti solo dagli occhi e il desiderio di gravitare alti guardare come un film la folla all’ora del vento disperdersi in qualche fessura, col poco possibile e utopie, soprattutto magnifiche.
Id: 57299 Data: 09/03/2020 13:00:53
*
Piano le gocce e noi
Piove così sottile molto in silenzio piove di sole spento piove perché anche il grigio parla una lingua e sporca le rose Piovono sassi sul fogliame una cenere nuova fa distanza È marcia la terra spariscono orme di quando si aspetta un raggio un bagliore un fuoco un “quanto mi scaldi” un come vaporizzato dalla meccanica dei fluidi così che va tutto ciò che abbiamo che siamo -e ora come stai?- dalla terra in su
Id: 57021 Data: 25/02/2020 18:02:11
*
Hai voglia che sia pura
Hai salvato qualcosa dall’altra parte del mattino? fuggito via da un pozzo vuoto di desideri con una lama scintillante -il tuo sole malato- hai sgozzato l’amianto e grandi scheletri di ruggine disseppellito plastiche ed epistemi ambigui -e quanta melma sotto uno scialle finto verde. Il tuo ludo terreno di sanguinanti rovi ti celebra da tuniche bruciate. Terrore d’esser vivo all’argine di salme e voli bassi, hai voglia che sia pura questa fine ancora un giorno per gettare il seme l’ottavo giorno, di astragali sui sassi neri del tuo passo.
Id: 56969 Data: 22/02/2020 23:49:38
*
Certe discese e risalite
Tanto nella vertigine ci siamo caduti e non nascondo ch’è stato pauroso il sollevare ali nello zolfo, immenso il blu nel paracadute di baci al fruttosio puro nel sottosopra da non dire se ci siamo allacciati con giudizio o s’è affidato a un fil di ragno quest’oncia di sussulti che l’aria non afferra e regredisce in un buco maestoso fino alla luce quando viene improvvisa rivelazione ch’eravamo in cerca dell’essenza
Id: 56919 Data: 20/02/2020 23:52:46
*
Una grazia dinesistenza
Pioviggina senza ritorni
in cerchi di respiro calibrato un timore di non riuscire più a scuotere le stelle le sento in echi di ematite partorire carboni - ricordo un giorno un matto voleva ammazzare lo yin, il nero che oggi mi arriva dal fianco giusto un dolore mancino dello stagno con l’acqua presa a prestito. Pioviggina una grazia d’inesistenza un gelicidio che non sa farsi neve ombrose le tue orchidee le vedo sorridere in lenta mutazione un soffio a bocca chiusa, quante volte cielo di sogni assolti dal crederci molto.
Id: 56858 Data: 17/02/2020 19:25:12
*
Estetica per il neurone
Come se a un tratto divenisse
patto d‘imitazione il canto dello storno dà un Presto e poi chiusura in un Rondò. Uccelli noti? Note! l’ordine dei passeri in fila sulle righe coi becchi schiusi e il senso estetico. Rubato, carpito da udito desto? corpo imprendibile di sfinge va in cifra al rebus per il neurone che sfavilla. L’ombra persino proietta mille briglie -sbriglianti- da un altro mondo. Si allunga il piede, curioso senza staccare l’altro. E vola su per una stele senza più stele: lemmi, e quanti, benedetti. Formule e pennellate, campiture a colli di bottiglie, a colli di cavalli leggeri pegasi libere nuvole che il vento annette in traversate mistiche spine di pioggia, tornano radici in relativo caos.
Mozart per circa tre anni tenne uno storno domestico. Si dice che gli avesse insegnato una certa melodia. Inoltre, parti del Concerto per pianoforte n. 17, K. 453 in Sol, le ha scritte ascoltando l’uccello. Poesia pubblicata nell'eBook n. 239 :: Arte e scienza: quale rapporto?, di Aa. Vv., LaRecherche.it
Id: 56811 Data: 16/02/2020 10:07:18
*
Agape
Presagio era
o fuga contro il tempo trovarsi in bocca a un patto non pronunciato quel darsi e aversi dentro un'illusione impercettibile
Id: 56803 Data: 15/02/2020 20:36:10
*
Nord del sole
Hai visto quanto muschio è cresciuto nel nord... e chi cercava il sole ha girato l'ago del vento Sulle spiagge con le onde tuonanti a sbattere la saggezza come se il cuore non fosse più sua proprietà
Id: 56762 Data: 14/02/2020 12:50:48
*
Dove hai portato i tulipani? (a Sylvia Plath)
Sei uscita dalla notte su scarpe prossime alla neve. La polvere accucciata dice che siamo inutili mentre tu scivoli tra veste e buio dove la pace atterra senza nessuno se non il fuoco del sorriso morso da inganni, acuta lastra del non perdono a te a che non puoi cambiare. Se il nugolo scrittura e vita l’hai seppellito, se gonfio di errori è il mondo e amori altrui contro il destino che s’incrina estrema congiunzione di grido e pietra allora ai tulipani si pieghino le sbarre per la tua voce audace da far sgomento e l'arco così tenero mai dissipato, di apparizione al vento.
Id: 56703 Data: 11/02/2020 22:43:42
*
2 febbraio 2016
Ecco: adesso si muove dal silenzio il lenzuolo bianco della carta io e lui viso e viso il raggio del fuoco riscuote emozioni scoccata mezzanotte di un altro anno che furoreggia intimo nel sempre, sole lucido Non desidero altro che aggiungerlo alla collana tesserci un nuovo fiore del giardino di dio scrivere, tra le cose che sono, la più rosea non pensare in verticale da quando la curva è irrilevante e sono io ad aspettarmi con le braccia aperte, a filo di leggerezza
Id: 56502 Data: 02/02/2020 17:42:53
*
2 febbraio 2011
Sono ancora qui com'ero ieri e nel lontano millenovecento e tante lune
Un anno dopo - potrei pensare addirittura che stia crescendo o che mi avvii alla decadenza ma nell'immaginario personale a me sembro la stessa di tante me stesse già vissute per le vie che mi hanno attraversata
Vista da dentro sono l'alba da cui presi il volo con l'ego proiettato in grandi imprese
Meglio così e domani mi farò una ragione del monologo semisconclusionato regalatomi dall'ennesimo compleanno
Però che bizzarra idea compiere gli anni quando l'opera intera non è compiuta potrebbe trattarsi dell'immortalità saremmo banali a festeggiarci ogni anno
E il tempo inafferrabile che se ne va, m'accorgo adesso che non scorre: siamo noi acqua di flussi inquieti su un greto immobile, e in maree profonde sfoceremo? Sarà bene saper nuotare
Id: 56478 Data: 01/02/2020 17:53:55
*
Mezze notti
Sono qui a non vedere
perdersi mani sugli interruttori restiamo apici del verbo mentre la sabbia sale al collo restiamo appesi a una tela spinata ludi dal silenzio, tronchi del vuoto deglutire labbra che il buio asciuga. Per mezze notti luce d’angoli caldi poter essere noi, sorpresi tra settimini di calze accatastate e viscere che per sempre vorremmo prede di un monosillabo, corde intorno.
Id: 56381 Data: 28/01/2020 23:39:29
*
Una linea taglierà il cristallo
Non so dove
cammineremo senza gambe e dietro la fronte l’intenso pensiero se avrà vuoto che basti a sciogliersi prima del gelo. Una linea taglierà il cristallo del chiarore, sicuro ci saranno buchi immensi da perdersi. Circuendo la notte a farne casa, la memoria avrà il suo cuscino di asole e polvere e quanti sciami, spiccati liberi dalle angosce.
Id: 56304 Data: 24/01/2020 16:31:31
*
Lo stagno è un altro pullulare
L’interno degli steli ha desiderio di mollica, cura pori invisibili origlia dallo stagno vitreo dove slittate. C’è un podere, sotto di amenti che si appostano scalpelletti di istanti vicini ai graffi ma più piano come asterischi e punte di sbadigli.
Id: 56245 Data: 21/01/2020 07:03:54
*
Effet de lampe
Gomiti in attesa, composti acuminati fino a smerli di malva che già muore. Zio Husby dall’umore lacero come un seno appassito assorbe il giallo della lampada e la mia lingua impervia, che non dice. Da un lato scocca una tosse di assenza rumore di sangue. E mamma non sorride, conto quei denti uno a uno cadere nella frugalità del piatto. Mamma che non culla più né buona né cattiva - aria battuta, sale - col naso in su trafigge una boccata, e se nascondo in gola rosei labbri graffio scorze al presagio con il coltello a me affidato, infine. A lato quel tossire sta congegnando una parola. A filo di noia ribalteranno l’ombra. Ispirata a “Le Dîner, effet de lampe”, Félix Vallotton 1899
Id: 56154 Data: 15/01/2020 22:48:04
*
Gemella dal corpo sottile
Dopo il primo passaggio di stralunati
e un’altra scia di curiosi con l’espressione del nibbio in un’isola gelida e spoglia solo il mio corpo al centro a terra sotto nuvole schiacciate la fotografia come quelle del Faust di Sokurov insensata e anamorfica. La bocca che bacia il pavé una carezza estrema e la palude che ottunde la ragione. Ci pensavo dai tempi delle medie a quanto può essere sinestetica e ampia la stanza dell’annullamento, da quando ci rincorrevano i cani che nel contesto impersonavano il male. E avrebbero perso. Una metà del campo è nel buio, l’altra mi sopravvive -come le mani di aceto che mi lavano i fianchi lasciando odore di armadi messi a nuovo. Era amorevole il tempo delle madri senza condizioni. E nessuno più. Ora, è lecito che la finestra sia rimasta a guardarmi senz’ali, mi chiedo. Poteva concludersi vento e spettinare polveri riempire il deserto di nuovi patti di linfa intanto porre un limite di catenacci. Ma è fatto. La soglia mi fa memoria d’altro e sto bene nell’indeterminata bocca del silenzio cadenza di novembre dal corpo di una gemella sottile dove rifugio la parte più bella di me tirata per i polsi ma poco ostinata a non venire. In "Versante ripido" gennaio 2020
Id: 56038 Data: 09/01/2020 16:10:55
*
Ininterrotti stralci
e ti rivelo e sempre e tutto
invasa dallo spazio, e precipizi di una poesia fino alla fine
Id: 56019 Data: 07/01/2020 21:21:08
*
Gennaio
Poi ci ha colti alle spalle l’inverno con l’odore di sabbia (o il ricordo di averlo...) sotto le suole superstiti di altri noi abbracciati da un tramonto di rive rosse
Id: 56001 Data: 06/01/2020 10:16:25
*
Quindici e 03
Ti racconto, di quell’arrivo che si annunciava sul binario l’emozione che l’attimo non sa dove versare la striscia gialla e achtung achtung pensavo in tedesco, secco, inelastico. Quanta memoria ancora conservare? quella di una scarpetta e l’Alt e la mia borsa costantemente aperta con un libro -per Lui il rammarico – a metà storia. -È la deriva l’unica colpevole la colpa non ricordo. Magnifico solo il bum bum del petto già via per una strada entusiasmante-
Qualche uccello cantava: l’ascolto ancora una sorta di strillo malinconico di fine estate.
-Il treno sta per toccare il primo abbraccio delle case la borsa a rilasciare cose frivole e al centro il libro. Il piede muto, la linea gialla-
In "Versante ripido" gennaio 2020
Id: 55955 Data: 01/01/2020 12:22:22
*
In fondo a un anno
e mi ritrovo sveglia con occhi spalancati l’ultimo dell’anno parentesi alle pareti non ancora chiuse le finestre accigliate tra pepli e aria liberty fisso le pose cerimoniali del Mackintosh* la prima figura dare la schiena alla seguente e così via, dove si fermeranno c’è una fontana sembra l’altare della fede non ho abitudine alla fede ma mi affascina la tenacia degli insetti sulle lampade pronti a finire in un brillio ho tanti bei propositi malgrado mani di eclissi sugli azzurri spalmo noci di burro sul pane mi dico lo spirito si nutre a partire dal corpo su per la pelle sagome e bordure il rêve di un simbolismo tormentato il respiro mormora a se stesso -flocculi- mi assento un po’ per annullare statici meravigliarmi, intero il cuore penetrare.
*Charles Rennie Mackintosh (architetto, designer, arredatore e pittore scozzese)
Id: 55940 Data: 31/12/2019 11:31:55
*
Quartina per il tatto
riconosco il tatto che sfrigola dentro me, la strada fa vento sulle facce ma per il freddo c’è tempo, ora tu penetri mi sazi.
Id: 55928 Data: 29/12/2019 20:50:09
*
Alle ombre lunghe si dispiega (Judith)
Alle ombre lunghe si dispiega redige affusolate dita e mani non umane a spremere la nuca in un coniugio amaro. Trascina a seni di vittoria il coccio al varco, cavo d’inguine e spina sì che rappreso a Dio si affaccia cieco ghiaccio. Un amuleto bava di carogna mora d’Oriente ostenta e il labbro altero fa anestesia all’oblio di amore-morte la perla aplomb luce assassina per l’ostia delle palpebre.
Id: 55828 Data: 20/12/2019 17:29:44
*
Circle
-Saremmo- liberi e pensanti fiamme e quiete indotta ai sensi grati, ma l'apice -dov'è?- il plasma non trova fughe impuramente ci colora le gote di ciliege
Id: 55812 Data: 19/12/2019 07:23:06
*
Basterebbe
leggere un capitolo di addii tremare col pensiero prima e dopo chiedere alle statue dov'è nascosta la bellezza dopo che il muschio l'ha ossidata
Id: 55808 Data: 18/12/2019 15:34:26
*
Con passi sotterranei
In metrò le diottrie sono sempre meno, fondo il corridoio, scuro ventre di boa riempito di ogni sorta di bestiole frullate in bolo rapprese fino a schiuse sperate. Bocche, appendono il sorriso a odori di metallo opaco e incandescente come una lama asciutta sopra un fiore. I mitici lettori bevono capitoli, prendendo fiato in afoni intervalli. Sobbalzano a stridii ancora presi in loro coesistenze. Altro è il flusso d’inerti viaggiatori col nemico sul collo e ponti immaginari, fughe- senza salvarsi mai.
Id: 55803 Data: 17/12/2019 22:38:02
*
Apri brocche
Di accenti d’uva la fame e il calice. Anelli e spire ti respiro polpa, dell’ombra ultimo smerlo.
Id: 55772 Data: 15/12/2019 10:34:20
*
Inverno
Neve e beato silenzio di forme sconosciute dai lievi calzari e nessuna macchia
attesa fasciata in ceneri bianche sui terrazzi si son raffreddate le stelle
oggi che la voce è inquilina d’inverno parlo dal grano di luce delle pupille
Id: 55740 Data: 13/12/2019 08:34:12
*
Nudo che trascolora
Morbidi cotiledoni che l’umidore avvolge, di lentezza sappiamo solo le germinali bocche e gocce di candelabri molli. Nient’altro: minuzie come il sale cambiare il suo stato e il nudo che trascolora fuso al tuo metà di bruna nespola, per rabboccare il nocciolo bruciante.
ispirata a Joan Miró Peinture-poème (Bonheur d'aimer ma brune), 1925
Id: 55668 Data: 07/12/2019 07:53:13
*
Dicembre acrostico haiku e tanka
Dune di neve- Impellicciato anemone Caldìo al seme Eburnea notte- Mocco il corniolo serba Balauste in seno Ricolma vena in terra Estende alacre il palpito
Id: 55660 Data: 06/12/2019 19:56:11
*
Dove i fuochi dei pianeti
Un giorno di settembre, il mese azzurro, tranquillo sotto un giovane susino io tenni l'amor mio pallido e quieto tra le mie braccia come un dolce sogno. (Bertolt Brecht) Non si può dire, che avesse
conoscenze. Forse erano passaggi labirinti muti dove riflettere un buongiorno una coincidenza di vedute. Più volte sentirsi pronunciare il nome dall’anonimato di ombre discorsive. Scherzare pure, solo per scherzo avendo malinconia da tagliare con una lama. L’hanno visto su una bicicletta andare incontro all’autunno con la barba più chiara e lunga di sempre. Forse il vecchio e il cielo erano in sintonia esclusiva, nel clima inquieto delle chiese vuote. E laggiù in fondo - in apparenza fondo c’è da sempre un arenile di perle; hanno detto si è finalmente disteso dove i fuochi dei pianeti, ricominciano.
poesia pubblicata in El Ghibli, rivista online di letteratura della migrazione
Id: 55483 Data: 23/11/2019 10:25:57
*
In direzione ovest
Qui si innalzò il freddo delle distanze, precisa mutilazione di pezzi di vita. Chilometri e chilometri di sguardi persi, si sparava agli slanci, qui si abbatteva la libertà il pane buono, il viaggio. -La donna ha confessato ha mangiato zucchero del nemico, avrà una nuova identità- Viaggi, quanti finiti in brevità, col volto raggelato dal compagno fratello e ogni radice tagliata. Ne raccontava la rosa deposta sul muro, un’asola rossa di sangue. Quel profumo di morte infine ha stremato le guardie di novembre -mani traccianti, ognuna afferra la sua chiave di fuga, scheggia la pietra a presidio di terrore e tristizie. Si apre la prima breccia, tutte le altre frantumano il silenzio.
Id: 55309 Data: 09/11/2019 16:07:01
*
Dove il padre
Per chi non abita oggi il calore dei tetti tuttavia frequenta segrete di quando il cuore è rivoltato Per te, che tanto presto non hai più baciato amate chiome, amate guance Che dalla lontananza dici -non hai scelto questo mistero dalla forma di specchio tra il tuo e il nostro sguardo in giù ferito a morte da pugni di torba asciutti, quasi muti
Id: 55203 Data: 01/11/2019 11:06:24
*
Ottobre (acrostico)
Orli di colibrì che arrossano Tutto il tempo d’estate Tatuo in fronde si avvolge Ombra-culla al crepuscolo Bucato il nastro densità del lumen Rimesta petali di effluvi E cromie in balletti su e giù d’incanto
Id: 54853 Data: 01/10/2019 23:11:41
*
Dove si trova il bosco
Dove si trova il bosco
che a me saprei, sospeso incanto al fiore di una schiusa? Dov’è che non esala respiro che mi oscura? svanendo in altro in una nuvola che non ritorni pioggia a battere sul sonno della foglia ancora lì posata nel suo sangue. Dove si trova il bosco che cammini solo? e non ombra o abbaglio siano da scudo per una gioia che a spire e spire libera incavo al seme tra la notte e il muschio.
Id: 54666 Data: 13/09/2019 15:54:58
*
Gli anni in bilico
oggi sono da te, i tanti luoghi dove crescevo -li giro attraverso le foto attaccate in cucina per avere alla mano tu l’appiglio, mentre la chiglia prende una tenera curva e sommerge. dal balcone c’è il valico, oggi è tanto vicino un palmo per un viaggio e le campanule lassù gioielli di roccia in tono col lillà dei tuoi capelli. ti arrampicavi cerva che non teme dirupi e ora vieni incontro su un perno artificiale tra mura sicure. sfiori di un tatto leggero la guancia, il sorriso che ti lascio è anch’esso orma di sponda ma solleva -poi dici- da tutta questa Terra che scotta.
(poesia vincitrice di iPoet agosto 2019, Lietocolle casa editrice)
Id: 54633 Data: 08/09/2019 00:15:00
*
Settembre (acrostico)
Si stanano le nuvole e in cigli rosei tendono vie di vento, come tavole antiche di effemeridi. Entrano in terra i verdi, morbidi appigli scavano bordati di frescura ruotando ancora dolci, luci e altalene di oscurità.
Id: 54567 Data: 01/09/2019 08:10:20
*
Gli zigomi
se fosse vero vedrei darsi
zigomi a un bacio d'aria se fosse, oh! un tatuaggio che non si assorbe perenne richiamando pori e il tutto, e ogni cosa ch'è di me.
Id: 54501 Data: 24/08/2019 16:36:21
*
Spazio arreso lamarsi
Funi mai sciolte le redini dello spazio arreso, distanze di vertigini nell’abbraccio cerebrale Girano nudi gli istinti, dettati dal verbo involontario dell’amarsi Quale riparo… tempeste di silenzio s’abbattono su amanti senza tempo che ad altri non saprebbero donare la stessa disperazione
Id: 54493 Data: 23/08/2019 17:55:25
*
Vivrai
Per un tempo che non conosciamo respirerai in me Vivranno questi versi -continuo a dirmi - e tu sarai la mia storia
Id: 54483 Data: 23/08/2019 00:03:15
*
Le ore in una stanza
una stanza tale fatta di ore di gente rude e introversa, studiando del profilo il vizio fragile e poi dagli zigomi riderne cercando lo spregio per gli anni per una ruga che non riesce a stirarsi in felicità. nessuno che asciughi la brina dei nostri occhi affondati anche se un giovane oggi forse un creativo portava un pistillo di sole sul fianco odore di pioppi e wisteria.
Ispirata a "Les demoiselles d’Avignon, Pablo Picasso,1907
Id: 54443 Data: 18/08/2019 08:34:53
*
Ai volatili fiori
Ai volatili fiori il viso alterato del transfert cerato profumo a ogni fiuto. Le mani, l'innesto. Ma io, c'ero?
Id: 54428 Data: 15/08/2019 17:28:03
*
Aleph della tua penna
È facile per te scrivere romanzi
imprimermi nel tempo di piccoli rifugi macchiare il silenzio di fiori perché ti abbia negli occhi, fino al profumo accartocciato Aleph della tua penna, nel primo rigo inizia l’illusione delle porte sull’amore circolare largo di cielo, d’alti e bassi pieni e vuoti come le quattro stagioni Mi disegni mistero con pupille di mediterraneo guardare te scolmarti la sete di conoscenza di quanto siamo centro, un punto per arrivare all’universo Dove si va l’uno dentro l’altro? Negli spazi a perdersi, puntando in alto Cos’è questa scia che abbranca il fiato? Scrivilo che siamo stati qui sull’ultima pagina, con le immagini vive a luci spente
Id: 54415 Data: 14/08/2019 07:30:23
*
Lungomare rem
Una lingua di silenzio taglia le coltri Sui fianchi il libeccio si mescola con il ruvido del sale
Id: 54401 Data: 12/08/2019 17:58:55
*
Chiami seta
Come seta alla luna
hai tracciato strade d’incarnato. Con me. Tutta. Zigomi ciglia labbra a scalpitare durante un sussurro maestoso. Metastasi di profumo vengono a riempirti impastate alle tue polluzioni di piume, e piano vortici. Hai centellinato quel che sono: in luci e ombre mentre evaporavo nel tuo desiderio policromo. Chiamami ora così forte tanto che infine apparirò migrazione di giunture abbandonate a te. Disfatti i giorni succinti nasco qui per dono riflesso, unità emozionale. Nasco a pelle.
Id: 54360 Data: 07/08/2019 12:22:25
*
Sottocute un tempo celestiale
liberare vorrei, un’orma d’ossa che odori ancora dal peristilio di terra rinverdita e sottocute un tempo celestiale nettare d’ogni cellula. che spreco non ci affligga né ristagni sussurro alla bocca del sonno -la vena irragionevole sorda, straborda anche all’elice piatta del lago.
Id: 54330 Data: 03/08/2019 10:47:04
*
Agosto (acrostico)
Amenti di stremata linfa gettano sale, sbozzano orditi in ambra a lucere. Slabbrata randa, aggruma il vento tratto all’acuto rauco ora dell’onda, ora delle sterne.
Id: 54309 Data: 01/08/2019 09:22:43
*
Sul tavolino c’è il chiaro di luna
Sto sveglia sulla lontananza - è lampante: che poi ritorna al posto che occupava sempre
qualcosa di speciale qualcosa di normale presenza volto odore
la chiara scrittura del quotidiano malauguratamente come palla di carta messa a tacere nel cestino
C’è il poster di cento anni ha la faccia del sole e un sasso da lanciare al mare la grande sfida alla gravità e subito l’abbraccio, dove specchiare gioie di fragili cristalli
Sono vecchia – ho cento anni germogli da poco nati sono legni le braccia hanno lasciato giri di collane
il collo è un orfano è la gruccia senza camicia
come sarebbe facile se fossi te (darmi la mano quando esci dallo sguardo)
Poesia edita in "Canti di carta" © Fara Editore 2017
Id: 54259 Data: 26/07/2019 08:47:47
*
Agave
anni di mare, quanti? ossa di giovinezza cariche del verde che si arrende, le smanie di orizzonti cedute all’onda mille volte e ancora. se dalla pietra l’urlo tace il fiore infine svetta, mormorazione su vestigi da un solitario impeto di altezze. una cosa sola incorruttibile, col blu.
Id: 54240 Data: 23/07/2019 16:14:41
*
Centro
Il mio corpo quasi d’aria quasi lava, le tue mani su quel punto e sull’altro
Il gesto, cosa è stato?
che ha spostato il centro dal presente al tutt’uno...
Due astri ed un fuoco in gravitazione hanno appagato il cielo di bianco
Id: 54235 Data: 22/07/2019 15:26:18
*
Ho immaginato
spiraglio all’apnea un muro madido. prendere gli angoli, negare il palpito dell’aria. -cedevolezza, lasciami - voglio l’inquietudine che bussi, il buio rivolto, che graffi calci infette. alla chiave il tempo fermo, è poco. se lui porta un labbro di affacci, lì mi attacco. In "Versante ripido" n.3 luglio 2019
Id: 54205 Data: 19/07/2019 19:08:48
*
Compluvium
da stanza a stanza sono oceani trascorsi vaghi di neve. al suo posto ogni linea -perfezione del gesto o primigenio spazio difeso, complice lo sguardo che taglia lembi oscuri. se potesse, la forbice, creare campi rossi di papaveri in posizione zen un minimo cielo che basti, se potesse anche il grano che arride al sereno e tutto l’ordine tutto compreso in un semplice foglio di luce. per "Composizione II in rosso, blu, giallo", Piet Mondrian 1930
Id: 54186 Data: 17/07/2019 22:29:07
*
Atelier
La piccola figura apparsa -da quale spigolo?- parla col mio pensiero già prima che alla tempia sia rintrono. Lui che amministra la follia delle mie nocche vuote mi fa un bilancio di ectoplasma -tale divento, pane al suo sorriso. Lo chiama il tempo mi muore in faccia lento tronchetto erboso che si affloscia. Nelle orbite ho pianeti sconosciuti, il pugno della mia esistenza picchia sui muri per fuggire a ieri, al non sapere se aggrapparmi e dove se ho scelto il poco eterno di poppe madide di una compagna per l’illusione di non essere un niente d’ossa al cospetto di un niente dalla statura enorme, addio empatico che latra rinchiuso nella nicchia. Ora, chi mi resuscita?
Ispirata a “L’assassinio del commendatore”, Murakami Haruki.
Id: 54148 Data: 14/07/2019 19:07:28
*
Lanima è non riciclabile
quella incolta più di ogni altra
preme sull’asfalto, sparisce. va in un orfanatrofio priva dell’altra che dentro le moriva come saliva e pasto, viscere e buio.
In "Versante ripido" n.3 luglio 2019
Id: 54123 Data: 12/07/2019 18:08:47
*
Dopo la strada
dopo la strada non ha odore non ha nome ha solo il peso di un espianto duro mi batte contro e intanto viaggio nelle acque amniotiche già persa, a malapena sporgo lo sguardo alla spina nel buio ormai e queste parole, sole
Id: 54088 Data: 09/07/2019 20:01:56
*
Lassenza è strana
congeniale ai flutti. il mio mare si ritrae -nel plancton, e tu giuntura delle branchie dicevi, lo vedo anch’io il tuo presagio: ti scoprirò la nuca come un rovescio -la illuminerò di ginestre.
In "Versante ripido" n.3 luglio 2019
Id: 54067 Data: 08/07/2019 15:35:37
*
Un regalo per due
l’avevo in mente invitarlo a sgualcire la soglia. era sutura imprecisa, intanto, un pianeta solitario fuori dal raggio -era il fuoco del telescopio. il mezzo vuoto che incide, chiama. io l’ecolalia delle corde un andante curioso di occasi da non aver paura più dell’oltre l’oltre. In "Versante ripido" n.3 luglio 2019
Id: 54052 Data: 07/07/2019 08:40:39
*
Metto le ali
a questo dolore di essercci al colore del se non fosse stato. conscia di essere folla del vociare dentro/ grisaille la stessa e cambiata. terra e chiodo, terrene vibrazioni.
In "Versante ripido" n.3 luglio 2019
Id: 54020 Data: 04/07/2019 15:24:21
*
Luglio (acrostico)
Lantane in balaustre Unanime lo sfarzo, casta Glicolisi d’aranci dentro i gialli Là dove smania un raggio, tale Il fiato fisso, dei più caldi Ostri sulle polene scolte a vita
Id: 53996 Data: 02/07/2019 10:10:34
*
Il bisturi che danza
Il bisturi che danza sulle tegole fa la punta alle stelle, un ritorno di musica sui meridiani. Passati ritorni, li vedi minuti, grandiosi da un pozzo un ossario di pesci che nascono volando le mille piume dall’inguine del nervo, la spirale abbozzolata in una mano. Immensa. Perfino i corvi dalle spighe perfino Vincent che si dà al vento e prega eternità. Eternità precise cerimonie di felci e scaglie, delle ali del battito cardiaco della rosa che aspetta sulla pietra di profumare nell’arco del miraggio.
___ A Maurits Cornelis Escher
Poesia pubblicata nell’antologia collettiva “Dinanimismo - 10 anni di avanguardia poetico-artistica”, giugno 2019.
Id: 53964 Data: 30/06/2019 09:48:24
*
Suprema in viola (la Superbia)
Suprema in viola, predatrice l’aura che offusca quando passa sola in cammino da altezze funamboliche d’odio silente nel manto, scostante e cieca, d’un oppio di duramadre -un’orgia di nicchia che arride dagli inferi. Vorresti raggiungerla, carpirne il sottinteso, le punte chiodate delle iridi. Amarla e detestarla scolpirne la statua d’altera il suo graffio intangibile come la morte quando spigola dietro l’esasperante veletta.
Id: 53814 Data: 15/06/2019 15:54:25
*
Tutto il mare dice vieni
è così che le orme si danno correnti alle protrusioni dei giorni è il viaggiare senza partire risacca di allitteranti congedi. ci lascio gli occhi, al balenio di umidi fiotti è così che ti fermo dove il mare si assolve dal suo male. invece no, richiama i polsi li sottomette al nodo, sospeso sciabordio da negare la linea dell’aria gora ponte e pegno, senza finirmi -è un atto di libido estrema tra l’est e l’ovest, con quanta cura mi sferza su stasi di ossidiana. quanto, tu gola gridata mi resti amaranto di trabocchi, il rullare continuo.
Id: 53778 Data: 12/06/2019 13:02:16
*
Gabbie
Caos psichedelico ombre luci e rimbombi Giro di città al giro di vite Ho perso al semaforo spento il segnale di te fra ingorghi celesti di onde anomale oramai consanguinee La bocca della verità determinata sfinge ha smesso d'interloquire a intermittenza rigurgita monete desistendo Come sopravvivere senza la tua voce antidoto isolante? Me ne sto quasi arresa in gradito stand by al parcheggio del gran circo Ikea italian style Magari dalla corsia del fai da te vedo arrivare Godot
Id: 53762 Data: 09/06/2019 21:52:30
*
Giugno (acrostico)
Glucosi frutescenti in imenei s’involano Umide bacche assolvono giochi penduli Nel ginepraio di frasche oltremisura l’ossatura è polpa
Id: 53660 Data: 01/06/2019 16:12:01
*
Il-lumina
Così divampa un’idea Il fiammifero alla testa fa liquidi i grumi irrompe la portata dalle provette Così il siero è rubino e di chiodi cesella la notte della pelle Ritrosie dalle stanze sbottano forzando scuri gambe lunghe gambe per volare, com’è l’inseguire la preda che sboccia dal nero, della macchia
Id: 53584 Data: 27/05/2019 14:33:10
*
Al reparto perduti
Puntuale e fatidica compare alla porta la megera in carne e aghi Altra dose di morte dipinge sugli spettri degli irrecuperabili Scolpisce il reparto di balzi leggeri sul marmo viscido seminato a chiazze di pianti disperati Ammaliante è sempre più dagli occhi di sparviero tuttavia nessuno ha coraggio di curarsene Solo lo specchio ancora pensante che domina il fondo tintinna sprovveduto come la terra sotto l’accanimento d’un treno ad alta velocità. L’angelo candido incede senz’anima scopre gli avambracci sfatti di rassegnazione e colpisce
Id: 53561 Data: 25/05/2019 10:05:09
*
Dentro Hope
Hope abita sotto il blu come tutti solo che il suo è qualche tono più giù. Lui parla una lingua sconosciuta - ma non è quello-. Dice “siamo con noi” non è un'incertezza “io sono te, tu potresti essere me”. Ci crede: il dentro è uscito e intorno è così grande. Perciò colpisce a ripetizione la tempia: pulsa la vita circolare dei gesti. Il carillon della giostra meccanica dà vita a un balletto da burattino senza un compagno, dietro al volo passato per lui e rimasto da sempre. Un richiamo in un Fuoritempo dove ogni lingua è coro -è spiazzante-. Lo spartito lo leggono tutti -anche Hope trova la chiave-. (Hope è ogni bambino, ragazzo, adulto, affetto da autismo. Termine non ancora ben compreso da tutti. Più sarà compreso, più largo e accogliente sarà l’abbraccio ai “figli della luna”)
Id: 53524 Data: 22/05/2019 18:18:54
*
Incanti di sabbia
Il sole è un abbaglio dall'eternità, l'oro della sabbia ha i tuoi occhi Poche cose sanno irradiare l'ordine del caos
Id: 53510 Data: 21/05/2019 15:11:09
*
Strada (acrostico)
sconfinamento a sfondi, infine triste lo spazio cresce rorido d’interferenze, in noi affioranti -le curve spoglie- diafana luce che ha gettato a cedui passi, istanti.
Id: 53500 Data: 20/05/2019 20:06:26
*
Special
Sai ho subito saputo a chi dare in custodia le parole I libri... ah il mio piccolo volume messo in un posto lontano dalle insidie -non voglio tanto penetrarti nel pensiero non credere sia eterea questa simbiosi apparente con il nulla Ma dovrai passare da quella pagina diversa -e temo e so- con la mia bocca che ti osserva ti recita tre distici e chiude con l’enigma “raggiungere i tuoi riccioli” come faccio? Ora sto qui, vedo la mano muovere le corde la mano uguale alle mie corde Non ho fermato il gesto sulla lingua dire -non voglio maschere e tu sei a spogliare l’anima e amica è anche amante, segreta: nel silenzio fugge- Sai, ho imparato dalla tua voce a dondolo che esiste una musica dopo le note
Id: 53445 Data: 16/05/2019 17:03:43
*
Puff (le garçon qui fuit)
Un altro lancio alle spalle _quanto ossigeno manca al piede per essere orma? _ Gittata invisibile, scaltro proiettile trasformato in cipiglio Voltati e guarda la corriera di streghe perdere le mele in una curva per il tuo gioco -infantile di lanciare fischi con la fionda
Id: 53433 Data: 15/05/2019 15:19:21
*
La terra a primavera
la terra a primavera. mia madre che riposa e piove, piove.
Id: 53402 Data: 12/05/2019 19:51:09
*
A fior di pietra
Fragili, di spazi a saperci belli
avvezzi a controluci e i rari viaggi ma fissa noi la pietra, quando deserta si abbandona.
Id: 53378 Data: 11/05/2019 08:27:39
*
Alle correnti
Mi ci vedo a incamerare aquiloni
come attimi di uccelli tramortiti di grida muovere segni radiosi da gelate, da ceppi d’inverno. Strappare la radice a una canzone nata nel petto, lanciarla più in là del vicinato. Cos’è in fondo una porta? non è legno pronto a fiorire? Mi studio percorsi a matita, disegno un viraggio proprio lì, sopra la cima. Dall’altra parte, ricordo costruivano nidi gli amori mai finiti. Quelli sospesi alle correnti per leggerezza.
Id: 53348 Data: 08/05/2019 23:26:24
*
Equilibri di sabbia
La luce ha equilibri di sabbia scolpisce dardi dall’oro scuro del fogliame, sbuffi di braci sorreggono paradisi di alieni a sentinella. Ci attraversano, sono tremori in assestamento col destino -tracce e contaminazioni oppure un velo che fluttua piano prosciugando memorie di un guizzo-polvere già anima di stella.
Id: 53323 Data: 06/05/2019 18:52:34
*
Distopia
Cercano dov’è il possibile con la speranza controvento parole caricate a salve che salvino dai cedimenti, dal viso grave di Madame donatrice di approdi e viaggi di pietà. Molto o poco il tempo ai fiori di palude che petalo per petalo si danno colmando limbi d’incompiuto. Tu forse non lo vedi qualcuno è qui ti veglia un’orma lieve scisma di corridoi dal cielo nero ti protegge sofferto coagulo di gelo. Ci dissero di aver cura di noi di chi andrà via per primo. Di uscire quando eravamo pronti. (ispirata a "Non lasciarmi", di Kazuo Ishiguro)
Id: 53305 Data: 05/05/2019 08:30:58
*
Vieni
Sicuro arrivi hai preso la chiave sotto il vaso la porta, il solito soffio quando vai lontano e quando torni un segno di congiunzione la voce del rumore che soli sentiamo in un modo liscio, come passare il vuoto Di spalle, mi attorciglio un boccolo sottilissimo -non sembra a te, siamo in un giro stretto- come se l'aria non dovesse muoversi per non diminuire il noi Sorprese, agguati, grandi bagliori Insistono
Id: 53297 Data: 04/05/2019 09:54:45
*
Endiadi
L'ho vista la tua casa:
tre pianeti uno dopo l'altro come bambini tremendi a cancellare vie di fuga.
Id: 53294 Data: 03/05/2019 15:41:20
*
So large
Immobile notte, i respiri vanno e ritornano per le nostre vie liberate quando i suoni sono sordina, giochi lontani di sassi lanciati sull’erba quando la terra trama, di viole che imbruniscono il cielo
Id: 53282 Data: 02/05/2019 19:37:01
*
Maggio (acrostico)
Mirti in gerle selvatiche, prolisse All’albeggiar di fogge volte al mare Già che s’innalzano da inerti stecchi Gettando miele d’aria ai bottinanti Impattano scoscesi fianchi, anfibie Orografie di terre e sporte dune.
Id: 53253 Data: 01/05/2019 09:29:43
*
Un quasi maggio
Vorrei un quasi maggio
d'ombrosità dei tigli puro ascolto e ideogramma in quel poco di ora e qui rastremare correnti da greti di zavorre. Restare, oh quanto nel canto ludico da smarrimento! Chiedere scusa delle dimenticanze. Dimenticare ch’è vita e troppa e tu graziosa spora cacciata da deliri d'acque con il viso che affaccia in quale forma?
Id: 53246 Data: 30/04/2019 15:01:48
*
Sulla parete, stesa
La donna nuda
stesa sulla parete ti sembra me o sono io che sembro lei e tu sei Newton mi fotografi dalla retina e tanto brilli, e insinui Un tram a distanza agita l'orlo alla finestra parallelo il tuo umido soul trema, nell'orecchio Ci balliamo la notte appena nata niente musica, solo scena La mano al cingolo del fianco non domanda permesso Siamo fatti di pelle e luce di luce e di blues
(poesia edita in Canti di carta, Fara editore 2017)
Id: 53233 Data: 29/04/2019 18:40:14
*
Mi hai regalato un pesce
M’hai regalato un pesce - da compagnia senza sapere che si tratta di un dramma
Vedi, ha l’occhio spento e dentro sarà anche peggio il cuore, ancorato in una elegante bolla - senza uscite il grugno alla parete nel muto picchiettare la volontà di un grido, in faccia alla predazione di questo mondo Non gli rispondi, t’immagini che muto sia uguale a sordo
M’hai regalato un pesce, è un caso di coscienza... vedi come le branchie confondono la bava con la schiuma viva del torrente
Id: 53202 Data: 27/04/2019 09:49:43
*
Da un sussurro degno di luce
Mi hai lasciato, fiore alla deriva del sole. Germoglieremo dalle labbra al rinnovato sussurro di una stagione antica.
Id: 53197 Data: 26/04/2019 18:27:20
*
Alla pacifica vendetta del brachiosauro
E tante lodi
alla pacifica vendetta del brachiosauro il ponte d’ossa sui turbamenti dell’evolvere. Da quintessenza, muto il citoplasma che s’espande: non s’è negato l’atomo alla scienza, così una macchia fragile rivela che l’essenza -d e s o s s i r i b o- non è principio, ma un’accoglienza.
Id: 53175 Data: 25/04/2019 08:49:12
*
Al Dies Illa
Quattro i minuti, quattro vite
le volte fino a che il coro castiga oracoli recide rami, tronca di netto trascina gli arti, libera danze di pietre montagne di umori brillano in fondo alle comete, siepi di biancospini spine di neve vestono cimiteri a valle nebbie emerse in eterno da radici estinte, notti di madri sveglie quando i bambini dormono con le paure cucite nei pupazzi
Id: 53171 Data: 24/04/2019 12:57:52
*
Frapponiamo bisbigli
La durata di un dettaglio, acque stendono un tappeto bianco asimmetrie di onde, orizzonti multipli sabbie si smuovono piccole slavine d’incoerenza la luce è bassa, è tempo di sdraiarsi su rotte che non s’incontreranno almeno in questo mondo si soffia la brezza-pensiero come si può inventare dietro un vetro gentile: ombre e corpi uniti per sempre l’inizio che riflette la fine frapponiamo bisbigli tra il giorno prima e l’oggi disperso i nostri cuori non conoscono il macero ma vie di ritorno vie
Id: 53157 Data: 23/04/2019 10:42:17
*
Ci siamo chiesti
Ci siamo chiesti la nitidezza di gabbiani diurni, la mitezza di porte arse alla sorte del sale se l’impluvio siderale di rive raschia inchiostri in ogive, si spengono mappe, rinvengono e mute al riflesso. E i gesti?
Id: 53139 Data: 22/04/2019 08:46:09
*
Indosabile
Il groppo teso delle nuvole
m’accompagna poi recede nella bussola di baci. A raccoglierli, si trascinano in insonnia. Sono gocce: una e quante e poche -polverizzati sorsi- I mesi caldi i mesi freddi, tutto addosso. Le tre di notte nelle foglie appese in sintassi di membrane in casa cieca alle tre di notte correre perché sia presto giorno perché s’impasti la memoria al più vicino acronimo gridato piano, riaffiorante. Vorrei tastare nella luce questo amore innaffiare il fiore.
Id: 53115 Data: 19/04/2019 19:51:58
*
A Notre-Dame (tanka)
sta muto il coro- nere spire i gargoyles echi di fiamma
spina di sotterranei rifiorirà la flèche
Id: 53088 Data: 17/04/2019 21:29:45
*
Narrato
Le note sono tappeto di attimi invisibili - dita forse le dita rincorrono gli uccelli il tubare di altezze riempie la stanza si annida indefinito quante corde... escono dall’aria come la voce di un narrato fiume delle luci morbido, vacillante
Id: 53048 Data: 14/04/2019 09:14:50
*
Conservazione
I baci sulle soglie necessità di conservazione
La materia è fibra volatile
Id: 53036 Data: 12/04/2019 22:25:38
*
Da ceste di mistral
Punte di miele
spuntano dalla terra ceste di mistral vanno a raccogliere sospiri a vela salendo per i colli Nuvolanti odori, cirri posatoi per uccellini mossi e trilli; bocche merlate narrano la stessa fiaba colorata Storditi Sensi -quanto piace alla dea Morfina questo lemma! Gemma la fantasia, apre sorgenti; senza corolle sulla carta Escher eppure l’ha copiata una (sua) primavera in bianco e nero
Id: 53005 Data: 10/04/2019 17:41:15
*
Di me, quel silenzio che non sento
Sto muta per contrasto nessuno grida, ma si strappa l’oscurità tiepidamente urgenza nel rovistare le abitudini: crema da notte e piedi scalzi, emozioni liofilizzate nel cuore sottovuoto Mi coltivo come un ritorno sotto i pori serrati spingono, argini di odorose tempeste nel taglio assoluto degli occhi cresciuti dentro
Id: 52990 Data: 09/04/2019 21:22:43
*
Aliti in affido
aliti in affido la tua terra la mia acqua un albero poggiato
Id: 52958 Data: 07/04/2019 19:39:57
*
Neverland -dovè?
Un altro luogo un altro nulla E così sanguisughe di tramonti si son riempite le viscere Neverland è ora sotto un manto di frutti idioti e un assedio di manguste rosicchia le storie che ci hanno raccontato -pugni contro ganci, bulloni a terra- Ingrassate, cloni ammaestrati! Il coccodrillo era un buon demone fra le bestie in vena di estinzione
Id: 52947 Data: 06/04/2019 16:30:14
*
A ben vedere tu galleggi
Che forma avrà il tuo pensiero? Un sasso adagiato, un varco ombelicale una scatola nera, una vela? che importa quel che i manuali dicono se penso ad ali con radici al cuore e un fantasma buono spazzare via dall’aria ottundimenti. E tu galleggi, peso nobile sulle nostre teste precise per cui disperi, dai tuoi disegni diurni piegati al buio come fanciulli zitti, castigati. Eco dolce e terribile la tua parola pura alla strada, ai telefoni a chi ha saltato il fosso se questo mai bastasse a pensarlo, l’ultimo gelo più simile a uno scioglimento.
(2 aprile, giornata per la consapevolezza dell'autismo)
Id: 52903 Data: 02/04/2019 21:53:28
*
Aprile (acrostico)
A bocche-cielo l’orizzonte esteso Per anelito a lasso di colore Rigoglio a vista giù da franti calici Intreccio di vibrati e acque Là dove, disaggrumito dalle nevi Errante il rivolo, prende a vociare
Id: 52887 Data: 01/04/2019 14:49:33
*
La Danae
Un rantolo, io sono di terra accarezzata dalla furia. Godo del solo abisso dove intero ho lanciato il mio corpo. Ti chiamo le notti mio cielo gonfio, trascorri oltre il bianco del ventre. Da tutti i papaveri schiusi sussulto pena e piacere di materia plasmata sbattuta, annullata. Sei conforto di pioggia all’anfora dell’inguine come sulla divina umana Danae, incorniciata al fianco del mio letto.
Id: 52867 Data: 30/03/2019 20:10:08
*
Tutta una vita testarda
La vita continua, multiforme, anche se ci hanno tagliato le Vitamine piove, e dentro anche più dacché gli specchi sono rotti; la fede, abbi fede nei desideri, nonostante Crepe, come percorsi alternativi un’Era profonda come il ritmo del mare nel disegno audace di un bambino
Id: 52857 Data: 29/03/2019 17:32:45
*
L’aria si volge a inverno
L’aria si volge a inverno basse le cupole lui rimane lui va si vede aprire il varco -quale? quale lo spazio di seta buia dove lui scivola trattenuto respiro e silenzio. In un lago di abisso, inviolabile arcano. Una pace. Il flutto sai l’ha voluto per mano, limpido e solo, come discendesse a te a tutto il bene, una tinta di neve che all’universo implode e ritorna, dolcezza.
Id: 52826 Data: 27/03/2019 14:59:05
*
Che tempo è
Che tempo è la tua esistenza? Questo cemento, aloni che circondano. Storia in bagliori ed echi a notte. Qui tutto pare pulsazione giorno su giorno, e in realtà pulsa sia che le mani ghiaccino o compulse rapiscano tue porte e rampe da risalire il limes. È divisa la terra in guadi, circoscrizioni.
Id: 52795 Data: 25/03/2019 21:43:36
*
Un nido di vespe nell’orologio
Un nido di vespe nell’orologio
mi sembra la base su un pianetino che ci osserva. Ramon ha sbadigliato trenta volte in un’ora e alla radio danno notizie ripetitive, poi e poi errori come ciliege mature venute giù dall’albero. Le città hanno piani di evacuazione e finestre egocentriche c’è chi ostenta il nulla e chi senza nome sta la notte in un guscio di cartone. Sul mare hanno piantato bandiere contro l’illusione e intanto il rosso dei papaveri palpita strenuo, forse non sono papaveri ovunque forse è il mercato per la libertà di domani. È una sorda impressione un pulviscolo e poi gli uccelli con ali incolpevoli, i bei nidi in aureole di piombo. Per oggi, da un minaccioso caos.
Id: 52761 Data: 24/03/2019 08:39:02
*
Quest’opera cortissima #poesiapoeti
Non pensare, quest’opera cortissima è nata per sbaglio La primavera stava nelle bocche chiuse un punto solo era specchio della luce fuggita dal sonno orefice del sorriso che cruda e confusa ritagliavo dal paesaggio che Pegaso aveva tenuto per sé
Id: 52732 Data: 22/03/2019 11:26:07
*
Il bianco che irradia il narciso
Tu dici e un treno corre disteso e tiepido -è una città su un’ala, rispondo. Non c’è il limite il limite è solo il bianco tranquillo in un giorno reale il bianco che irradia il narciso primavera del diciannove sullo stesso muretto. Ma le parole non s’asciugano fosse anche il sole un rastrello di tufo e lo sguardo di suo fa il tempo di maniere solo adorabili.
Id: 52709 Data: 21/03/2019 11:33:18
*
Cose leggere così fitte
Essere, volere -non volare contare, mirare diritto Mira e scopo a tempo: click: energia cinetica esaurita per crisi -sorrisi a mala pena digrignati Un tempo pari, un tempo dispari il dissesto fuori programma di un musicante a ore col cappello riverso -vuoto di monetine Mi gira in testa, aria di Bach, sublima va a toccare corde non permesse come una fuga, una favola scanzonata un chiaro ruscello dove non ha bevuto il lupo con la sua discordia -l’agnello è libero Di bollicine la pelle -d’infanzia dolce una, l’altra e l’altra e l’una mi salgono perle di collana al collo un godere veloce da non entrare nei pensieri perché il mondo avvolge d’ovatta insonora perdo il rumore del passo senza trovare, continuo a dire dove mi sento cose leggere cose così fitte
Id: 52678 Data: 18/03/2019 19:14:30
*
Dove i sogni non sanno
Deriva dove i sogni non sanno di non sapere La felicità si è assopita nelle secche di un girasole Il nostro tempo si ritrae in una larva con le ali
Id: 52665 Data: 17/03/2019 18:49:38
*
Treccia legata stretta
Chissà questi tuoi cari oggetti se hanno piegato polsi di carezze, strenui seni di sponda dove puoi andare attraversarla tutta, l’ossidiana, dove restare - alle illusioni di marzo, alla mimosa che poi si spoglia dell’oro. Chissà, se tra gli oggetti un silenzio in meno non s’insinui come sull’acqua un soffio se si posa da ombra chiara in quelle nere. Strappi, falci di nubi, chiodi murati e la tua treccia legata stretta chiusa a chiave chi intrica e chi scioglie, appena qualcuno -la limpida mano nell’atto radiale, di darsi.
Id: 52630 Data: 13/03/2019 18:43:10
*
Ancora le meduse
ancora le meduse poi d’istinto
chiudo viluppi e mi sottraggo al vento. una molecola di sale di te una stria di nylon lasciata a decantare, sussurro della sabbia al giglio al mare ch'è nel calice.
Id: 52620 Data: 12/03/2019 20:09:31
*
Orchidee e musica
abito dove il bianco cristallo di polvere mi solleva piuma sulla terra battuta senz’altra memoria che il bianco alchemico di orchidee e musica sordo per mano tua che emana il limbo fermo degli oggetti. una grazia già di vibrisse nello sfiorare eremi eterni. fino a rapire il vuoto quel prato di altezze e una lamina muta attraversa il sempre degli occhi. è la luna che si abbraccia nella cruna lontana, di adorazione/affezione – l’altro limite, altissimo.
Id: 52580 Data: 10/03/2019 09:48:27
*
Freddi sussulti
Svuotate,
vuote di luce solo acri guizzi parche le ampiezze le tue pupille di mota nelle mie notti interrotte, sentieri disastrati ai tuoi avvicinamenti. Di freddi sussulti si trema al fianco del tuo spirito appeso a una gruccia. Rimetto alla memoria i margini dell’essere, nessun fiore odoroso al di là della porta. E dormo su ossa di alabastro, è una buca il declino ma basta il nero che prevale a raschiare te dalla pelle. Nero colmo di sale.
Tu non parli più, t’ho mandato un ronzio di farfalla nella testa. È piccola la salvezza, volevo ringraziarti per aver acuito la figura del sole, domani.
Id: 52564 Data: 08/03/2019 22:02:23
*
La mia montagna
La forma che ha la mia montagna è un disegno mentale, schizzo selvatico quando la parola non era nata La mia montagna è una gran dama che riempie la carrozza e s’adagia ai cavalli Un giorno lei è scesa ha detto, o pensato -qui è il mio posto s’è alzata la gonna e piegato le gambe La mia signora ha una torre per cappello il sorriso di roccia un didietro oversize la mia montagna che profuma di mare e regge il cielo
Id: 52543 Data: 07/03/2019 16:14:44
*
Ventricoli
Il mio centro imperfetto mi fa tremare al vizio terribile della sua musica danza di gruppo di arterie poco originale, trascinante sì Vibro tutt’una col suo potere mi piego per appagarlo mai per piacere La bacchetta del direttore si presta in virtuosismi sperimentali gaio divertimento il suo burrascosa paura la mia Il suo slancio innocente mi lascia indietro il ritmo diventa non pertinente Pochi secondi allungati dura l’estrosa vertigine nel ritorno ancora una volta mi guardo, sono com’ero
Id: 52511 Data: 05/03/2019 12:25:18
*
Marzo (acrostico)
Meandro di vento Assolato in precoci brillii Ridona canto a floemi, affanna Zuccherosi nettari, affolla Ologrammi in olfatto
Id: 52503 Data: 04/03/2019 19:16:58
*
Centro accerchiato da sussulti
Il momento si dilata all’infinito in calore asperso, fino ad averne freddo. Siamo la polvere adagiata sulla terra io sono polvere donna e siamo altro, insieme. Io sono altro e siamo oltre le parole vuote, tutti siamo polvere da non calpestare, fragile siamo da soffiare, sussurri in voci. Non cerchiamo che voci simili voci da vivere con- vivere da far rinascere l’altro da noi uomo, bambino, vecchio, cane abbandonato. Ubiqua generosità, da voler dire donna gonna, campana, chioma protezione e cento dimensioni centro accerchiato da sussulti per una strenna di stupori. Sentire, dare, amare, noi.
Id: 52470 Data: 02/03/2019 10:06:05
*
Già quando ridi
Ora ti sono da carezza e perline sugli occhi a dire mattino, è piccolo il dire spazio ma so dove tieni le vocali che incendi: una mitosi tenera di lingua, del disegno uscito dalla mina. Ora sui tuoi capelli volantini biondi di nuvole aspetto, il canto della semina che sia onda del grano il principiare lesto insieme al passo al saltellare al verso del vociare un brio di rima che dà l’accento e chiama e ride.
Id: 52454 Data: 01/03/2019 00:34:17
*
Un bianco dAfrica e di polvere
La cattedrale è polvere nel firmamento possiamo solo pensare che finisca poi una campana suona specialmente per chi non l'ascolta, siamo già via lungo una vita lungo i visi che non abbiamo conosciuto Agavi e corpi nodosi, piante africane: hanno un'anima diversa le tue dalle mie hanno un sale che brucia, un sale forte per riserva La calce, anche... da te è più bianca lo è sempre stata: toglie la vista; toglie la cognizione di chi siamo E spegne il tempo quel bianco intollerabile e morboso diventa lento, uguale a sé non si lascia prendere dai rintocchi Non si ripete e ci ha ingoiati ci ha già fatti sparire
(poesia edita in "Canti di carta", Fara editore 2017)
Id: 52438 Data: 27/02/2019 22:16:17
*
Amore mai è inverno
È un rotolarsi cielo e terra la stagione corrente e noi vivi l’affidarci alle chiome solo apici che tornano apici accesi nel glicine, grappoli di attimi al mondo. Dissolutezza di noti profumi se fai che l’inverno sia maggio piano o improvviso, sempre mi riempi del ritmo segreto. Brezza epidermica mia prima passi le dita, mi indaghi in seno d’ambra -ti posi a sbozzare altri fiori.
Id: 52407 Data: 26/02/2019 15:20:27
*
Febbraio (acrostico)
Fiotti immobili duri estuari in ime gole. Bora, bora in nastri sfibra bandiere dei grigi alti, sui rami ruvidi, rami del sonno alleviati poco, ché piove gelo e poi il cielo in riposo stende ombra a giorno.
Id: 52378 Data: 24/02/2019 10:01:28
*
Bevendo rose asperse
È quell’abbandonarsi umano alla natura a far dei sensi intarsi di sottigliezze fotografiche Così il tocco alla rosa derma e velluto a trattenere il sale della notte Così la spina è disarmata del vezzoso raggiro E petali le labbra, a respirare il miele dei pistilli acre dolcezza da cambiar sesso e colore alle mosche accanite al filo di scirocco
Id: 52318 Data: 20/02/2019 20:29:25
*
È fuori il presente
È fuori il presente, un legno bagnato dalla pioggia si gonfia in movimenti millimetrici. Il presente vorrebbe stendersi e assopirsi come la termite nell'ambra, così i miei arti crescono nel freddo senza essere arti -senza che il vuoto possa sottrarli al vuoto dell’assenza- batto, li libero dal ghiaccio hanno anche il centro di cristallo un male sfaccettato quanto più è fermo cose che appaiono non viste il solco necessario del cuscino la benda al fiato, e poi domani.
Id: 52306 Data: 19/02/2019 14:13:46
*
Di foreste
Mattino pomeriggio e sera notte mattino e pomeriggio sera notte e mattino -cicli e geografie posture, intrecci piume e coltelli. I vetri che lasciano passare. Sottrai l’aria e cammini (cammini qui) salita lunare dal peso dolcissimo qui è la costa messa a guardia pietra di tripudi qui è ossigeno e sabbia il sudore della nuvola che arde. Mattino pomeriggio e sera -il dì e la notte questo amore di foreste che si agita con o senza foglie.
Id: 52294 Data: 17/02/2019 23:13:48
*
Vengo a baciarti
Vergata fiamma d’arcano Espianto labbra da prassie Nei meandri lasciami Giuntare Orditi di spezie Anca da mantice rosso è Bocca foce al tenerti Armonia di sale bruciante Clavicordio il sospiro Immobile a sponde poi Ansante alla chiusa Ressa d’acqua Trema al viraggio Iato in mercurio, fusione
(acrostico)
Id: 52262 Data: 14/02/2019 20:02:16
*
So dellattraversarci
So dell’attraversarci a fittone che spoglia la gola la spoglia nuda e ripete sul labbro. S’arrampica all’acqua, la piega. E cos’altro? se ti bevo il pensiero dopo tutto mi fai valle e riscendi. Perdo argini e tu sei dove spingo il fondo di me. Apri ancora, spazio.
Id: 52234 Data: 12/02/2019 22:17:19
*
Stretta luce
Germoglia dal velo della notte la nostra vita Si infuoca l'alba la bocca canta alle costellazioni La Terra gira nel cuore come un'arancia rossa nella densa scatola del buio Tutto intero ti ho visto feritoia della luce spina perfetta negli angoli della mia carne rarefatta
Id: 52190 Data: 09/02/2019 14:42:38
*
Risuona un blues (a Cesare Pavese)
Corre la morte ferma la morte usa la morte, ama la morte insonne blues che a morte avvolge. Il male cominciò con me seduto/sul sofà * il male più profondo il male (l’innocente), un Last Blues, to be read some day ** sotto costellazioni nostre spezzato di passato, soffio di fuoco nella ruota -che cambiano gli attori gli inizi, le destinazioni e uguale la dolcezza vibra. È un sax dopo il finire del fragore rauca mia solitudine che sale per le Langhe morbide voce scoperta come follia nell’essere se stessa implora carezze e sa del non ritorno, se il cielo infine pesa e scioglie il grido. _____________________ * Da “Il blues dei blues” in Ciau Masino, Cesare Pavese (1932) ** Last Blues, to be read some day, titolo dell’ultima poesia di Pavese (1950)
Id: 52108 Data: 02/02/2019 11:06:56
*
Capolinea #GiornoMemoria
Al museo si mostrano resti rubati a vite in corso, la disumanità in collezioni spaventose. Protesi non più attive, capelli esanimi un tempo carezze ai visi, scarpe senza compagne e più misure bambine. Gli ingressi ai forni, voci annerite non evase in tempo nel futuro. Il capolinea tutti obbligò a scendere, come se si potesse perdere una coincidenza.
rs, gennaio 2013 Testo pubblicato in Post Scripta n.1 (2013) - Magazine di narrativa, poesia e concorsi letterari di Scripta Volant -Edizioni Aliantide
Id: 52041 Data: 27/01/2019 10:11:06
*
Se questi sono uomini #GiornoMemoria
volano ceneri- anche i sogni si bruciano per albe assenti vite spinate- nel rossore del vento anime libere da neve e fango- dei fiori color porpora rinati altrove sguardi di ghiaccio- da fiammelle di cielo scie immortali
(quattro haiku )
Id: 52022 Data: 25/01/2019 19:42:11
*
Le due Frida
Le due Frida solcate da un solco solo, la regina in tehuama in unione carnale con la creatura del dolore. Lei che raccoglie la vertebra strappata al cuore, luna strappata al sole. È lei a scostare l’unghia d’acciaio che torna rossa fessura e goccia dall’occhio in lacrime da cicatrice altera dall’arte di cacciar via lo scheletro quell’ombra lunga di cielo, che pure ha sognato. (Ispirata a Árbol de la esperanza, Frida Kahlo 1946) * Le due Frida, titolo di un'antecedente opera della pittrice messicana (1939)
Id: 52005 Data: 24/01/2019 16:41:16
*
Riparo in greto dombra
Ci basteremo un altro giorno franti dal nugolo di affanni e l’io solcato s’incenserà in riflessi, e pur distanti l’una saprà dell’altra voce il fiato. Estranei all’oro cupo che snatura la levità del tempo, sospirato refrain di volo mosso da un’altura su mute crepe tese lato a lato. Mosaico agli occhi le ho fermate, chiare molecole in carezze, cartilagini sostrato a pose tra parole e cielo lievi alla pietra, e ancor sottile un velo di sete e acqua -una prassia d’immagini - scivola in greto d’ombra ed è già mare. Sonetto in endecasillabi - rime ABAB, CDCD, EFG, GFE
Id: 51932 Data: 20/01/2019 11:06:58
*
Avrò
avrò un silente grido cristallizzato attimo al nugolo di sete che dissolvi al punto cieco e sempre sempre a sfiancare, tu lo spillo in fiore e stille che trapassano l’acuto rosa e il viola ceduto nel tremore
Id: 51914 Data: 19/01/2019 09:30:42
*
China di verde (lInvidia)
Lento che va il veleno v e l e n o m a g m a pronto a bollire e partorendo buio cieco ricresce china di verde certo, d’infimi toni eppur si cela sotto la smeraldina cera. Ah, se avesse la faccia ardori! da pori sortirebbe un miele amaro a sbrodolare dritto al cuore dell’ambito Oggetto.
Id: 51906 Data: 18/01/2019 17:05:57
*
Gennaio (acrostico)
Gola d’inverno dove il brio s’ottunde estuario di tremori umidi e lenti nel cinto in ferro dell’iconostasi. Nippoli in consistenza della luce appesi in maglie di cianuro argento in cielo così gonfio, androne chiuso o smorto nel prolasso in finto azzurro.
Id: 51889 Data: 16/01/2019 23:15:55
*
Sospinto il sole
sospinto il sole-anelito non ruga quegli acini di voglia in braccio al vento turgido il miele che profuma colli di ardore e gerle traboccanti attese
Id: 51872 Data: 15/01/2019 15:25:38
*
Già lieve il sonno
Nel freddo immobile una vena arrossata si conficca come l’occhio selvatico del tempo da stanze senza porte. Lampo remoto la mente fa un volo nel vuoto dove no, non è stata ancora concepita. Ma sfiorata da mano che l’ha accesa notte di nube macchia - buco - bagliore dove è già lieve il sonno al fuoco che vi allaga miracolosamente abbraccio.
Id: 51833 Data: 13/01/2019 09:15:48
*
Scuro dolce vuoto
Il mio guardare d’inverno goccia nel silenzio, nitido il vuoto che fa vita senza trama di troppe meraviglie. Ora è curvare le vetrate, è la piuma nera sopra il ghiaccio. Se s'impiglia in una buca, muoio.
Id: 51819 Data: 11/01/2019 15:55:45
*
Tutto il tempo
Tutto il tempo che incendia soffio nuovo e mai estinto averti qui tatuo al mio seno spalancato alle nuvole fragile e nudo pronto a che tracci altri solchi indelebili. Il tempo è avere te vita che penetra che mi sprofonda e raccolgo dal rantolo mentre anche il cielo è rosso di travaglio e di grida di ogni respiro nato divorando le rose. Lo sento sempre il profumo che mi scolpisci. È che non ho forma se non il calco delle tue mani intorno ai fianchi, dentro, di taglio.
Id: 51810 Data: 10/01/2019 17:01:48
*
Sulla Distillerie
Sulla Distillerie Faucher il ballerino a schiena nuda prova un croisé e niente si avvicina al senso d’ombra che permane in richiami inventati di tigli e nastri al vetro. In rue d’Auffrey abbottonata poche ore e un anno si lascia andare giù dalle lesene e muti i mattoncini si colorano di nebbia e vene esangui, e abeti quelli spiantati restano a far luce come cuori in subbuglio destinati l'uno all’altro a placarsi in un ennesimo momento un piccolo ago, verde di eternità.
Id: 51754 Data: 05/01/2019 16:06:43
*
Per disarmate coltri
Mi aspetto il suo vivere incolto essere colto come un’intimità propizia ad arretrate albe di quando il cuore non era un sovraccarico nocciolo sibillino segreto abbandonato a orme d’arsura. Ancora sogno di un sogno contrastare l’oscurità sfiancare nubi di spine per disarmate coltri lottare - pregare - piegare lame di laghi immobili per il suo pianto - senza pianto deserto da fiorire. Con occhi sbarrati io sogno, lo vedo tagliare aiuole. Uscire.
Id: 51657 Data: 26/12/2018 00:41:59
*
Sbocci nel grano
Dormi sotto le falde della tua notte dormi come il buio come se i riflessi fossero di altri specchi Dormi come fossi un ricordo una scia drappeggiata un lungo sogno sotto le piume Dormi l'immobilità finché qualcuno veglia su te senza toccarti il pensiero Dormi fino ai bronzei calici del mattino fino alle pervinche fino agli uccelli Dopo chiudi le ombre e vivi uno spazio dorato Non sei né prima né dopo perché sbocci nel grano e geli nella neve poesia edita in "Canti di carta", Fara Editore 2017
Id: 51589 Data: 17/12/2018 19:39:19
*
Di varco o la notte che scivola
Di spazio è la tua voce e del quanto non ho misura è il taglio ripido di una stagione di varco o la notte che scivola dalle terrazze. Ci attraversa di luna anche un arido strato da limare col fiato non detto - ma tutto annuito nuovo in un verso che dà le spalle al mondo e toglie peso al mio peso. Io che leggo: altro non so fare.
Id: 51582 Data: 17/12/2018 00:14:58
*
Id. 21231 -1
Una poesia è quando da una cantina sale una traccia, un viso amato un verso mai creato.
Una poesia è quando la scala scricchiola e mi ricorda Canterville col suo fantasma triste, pagine lette da bambina.
Una poesia è quando la pioggia giù per i tetti è solo musica e il gatto sonnecchiando da spilli d’occhi culla i fulmini.
Id: 51455 Data: 03/12/2018 19:11:56
*
Arrivi dono
Arrivi dono al fiore un impellente palpito in chiasmi che sorgente scioglie dalla pietra carpita dal sospiro venuta al fianco tuo da notte emersa.
Id: 51208 Data: 09/11/2018 20:13:00
*
Più giri, groviglio
Si parlano tra loro le parole mai dette accavallate rimescolate rimesse in fila casuali mai più le stesse non suono univoco tirate a singhiozzi nei meandri rimosse, rinnegate annegate… Tutto, intorno fa un estraneo rumore sola, una sillaba superstite raschia il silenzio
Id: 51198 Data: 08/11/2018 21:41:48
*
Novembre (acrostico)
Nella luce fragile Ore di incensi accesi si dileguano Vibra l’eco della nebbia E le nostre forme intorno all’anima Mendicano il taglio di una voce Bisbigliata da boschi d’abbandono Ridestano orizzonti secondari E profumi immortali, le foglie assenti
Id: 51139 Data: 04/11/2018 09:27:10
*
Al diradarsi delle foglie
Sospiri al diradarsi delle foglie dov’erano corolle e ora fattezze d’ombra da un cielo ripido dilagano. È un arruffo di sera in mormorio contuso ammassa spini in boschi di carpino, schiomando il blu a rotoli di crepe.
Id: 51128 Data: 03/11/2018 00:49:39
*
Non ti scordar di me
Fiori su fiori coprono il freddo di primavere recise qualche stagione ci lascia il respiro cadono lettere senza radici -ma il nome non serve a chi sta dormendo un’eco torna indietro dal puzzle di numeri e foto - il mondo immobile Lo sciame dei vivi si affolla a riesumare giorni finiti; qualcuno manca, si dice non sia capace di piangere qualcuno crede che la morte renda liberi e ha un fiore sul davanzale -un fragile “non ti scordar di me”
Id: 51116 Data: 02/11/2018 01:15:44
*
Il circo
una bonaccia di periferia suona dai mantici d’autunno verdemarcio estuario tutte le foglie a frotte sul tendone fradicio sgonfio lamentoso sulla mollezza degli acrobati reclusi dai visi di cristalli opachi e ancora addosso cere di luce gialla strette le spalle al freddo come il salto nel buio nell’occhio della tigre che di scarne speranze vive e spolpa ossa - mai stata fiera di ogni merito (di chi?)
Id: 51103 Data: 31/10/2018 23:57:23
*
Bosco d’autunno (tre haiku)
* un canto d’upupa- il sonno della linfa sul faggio nero * le fronde a mucchi- un sibilo randagio districa il vento * la scia di foglie- ma quanti telegrammi bruciano il tempo
Id: 51076 Data: 29/10/2018 17:40:00
*
Filari
tu germinale pergola di braccia tu dell’ombra a grappoli di vomere e zolle tu fino ai viticci ai cieli dell’estate
Id: 51070 Data: 28/10/2018 21:35:23
*
In separazione
La casa è passata ad altre mani, le chiavi nostre sono sotto il tappeto dell’universo per aprire una teca e dentro tu riposi scolpito di gesti antichi e sono sempre e solo le otto di sera quelle dell’imbrunire tra i coltelli del silenzio che recidevano le cordicelle del respiro allentate finalmente da sembrare Calma.
Tuttora agosto è di un malessere definito soprattutto dopo la seconda decina con il gusto delle foglie ricucite sugli alberi dopo aver tremato di lampi di amarezza e ogni male sembrava cacciato nell’insidia da cui era sorto, quel tremore madido addomesticato da aghi e insediamenti di Morfeo in pochi millilitri lungo la schiena.
Questo luogo non è agosto, è una traccia precedente, risuona d’istante sfumando e amplificando, di affacci e partenze… e se è possibile che un caro viaggi per sempre e del quotidiano noi cerchiamo la stasi dei suoi abiti rimarginando dolori interstellari, se è possibile questo anniversario di nascita, Sereno Splendore a te, testimone di Echi d’Ombre, l a s s ù nel tuo stare in sospeso in separazione.
Id: 51053 Data: 26/10/2018 20:15:03
*
Due ore la linea dellacqua
E ora, due ore e piove è soglia scompone e quanto premono le cose che si fermano, fogli e appunti di giardini diari di crochi rinsecchiti. Indulgenza al bisogno le smagliature all’àncora del giorno -non si hanno dita a volte che per le quantità e in trasparenze fugge l’aria dai rastrelli. Al fianco l’oblio in forma corporea migrazione scomparsa dentro a rigirarsi e non trovare -sdoppiato consenso dell’essere tra calcine d’autunno e tutti i velluti tagliati addosso.
Id: 51037 Data: 25/10/2018 20:29:19
*
Taspetta il sole come un cucciolo
Sta in aria di miceli settica lontananza di entelechia sgranata -e non sgomento- per occhi penzolanti dov’è la noia che serra il cubito a bava di lumaca e non misura, non contempla nemmeno tende a luce ma fermo intorno all’anima evade in mille cose che non è. Distale al sangue in stato prono, cianosi blu alle nebbie ritrae la presa all’alito di primavera. Assente ai fiori, che mai si è vista linfa costipata così da far radice priva dell’urlo a gemma, di un odore per il ritorno a spezia. Quand’è che esci da te stesso, caveau di vene? T’aspetta il sole come un cucciolo che apre le fauci d’acredine a rugiada.
Id: 51008 Data: 24/10/2018 00:10:44
*
Ora lo spazio chiede
Ora lo spazio chiede incantagione per un tuo bacio come foglia d’acero che d’autunno divampa e il seno penetra ch’è plasma e sete, grido a frantumarsi.
Id: 50929 Data: 18/10/2018 19:01:24
*
Fotografia dal tempo fermo
Hanno spostato la nebbia dalle case. A guardarsi. Benedetta la grafia di soglie. Prima il sorriso è nato, o la luce dall’est scava fossette? Amabilmente si incendiano semi sugli zigomi farine sospese a imbiondire il tempo. Anche i denti fedeli e pertinenti brocche in miniatura. (ispirata da un famoso scatto di Robert Capa a Barcellona, 1936)
Id: 50891 Data: 13/10/2018 23:58:23
*
Quartina del fondo del silenzio
è bello che stiamo in silenzio senza che il cuore si asciughi scandire il frantume dell’acqua investito da un tremito
Id: 50843 Data: 10/10/2018 16:50:56
*
Irrora calda lombra
La voce tua irrora calda l’ombra
nel plesso che una sola luce svela
scende e s’inarca d’attimi un sussurro
chiodo di umori, ilo a fior di bocca.
Id: 50788 Data: 05/10/2018 23:40:49
*
A volte la nebbia è gialla
A volte la nebbia è gialla, piuttosto una sabbia e come un cieco il sole scambia i nostri riflessi con la realtà. E arriveranno a dirti che non esisti al di là di un fiore di pane e tu ancora vivo, mangiato dal senso di nullità lanci un ponte -con l’autunno che ti strapiomba da dietro- un ponte di pietra fedele una pietra come un rintocco dove da piccolo sbattevi le porte, facevi meglio del vento.
Id: 50763 Data: 03/10/2018 17:33:05
*
E solchi nella morsa
E solchi nella morsa l’aderenza spilli di flosculi dove l'artiglio apre alla tenebra del fuoco e il guado perla d’arsura - e tu cesura d'acqua.
Id: 50736 Data: 30/09/2018 17:11:29
*
Viso al viso
Si sveglia diversa a se stessa, un forse, il forse esteso le trema. La luce ha un angolo inaspettato, la brace che cerca freschezza per l’altra sé che oscilla nel guscio amniotico del nonritorno. Ora è una voce, una voce all’orecchio. Crede sia dell’altra. È dell’altra. Va a vibrare sul labbro poi la percorre di taglio, di unione -viso al viso, il cuneo va a nutrire durezza di pietra e anch’essa da un ultimo ritocco getta radice e scava gocce e vene, in dono.
Id: 50684 Data: 26/09/2018 00:22:05
*
Sto con i mandorli e betulle
Sto con i mandorli e betulle
e liane di distanze, per pochi giardinieri si apre il seno del lupo non c’è raggiro, sono io perso e trovato, meraviglia di accordi, le foglie che voi non afferrate se vogliono, mi affaccio di lato al vento e tanto giuro di aver visto: l’ho vista, più aspra e dolce di un’erba rampicante aggirarsi, da gazza spettinata intorno al mio pensiero colibrì -dio, quanta tenerezza.
Un gentiluomo […] è tale stando in terra come stando in cima agli alberi […] (Italo Calvino)
Testo pubblicato nella rubrica Poemata della rivista Illustrati n. 51, Il barone rampante – Logos edizioni, settembre 2018.
Id: 50434 Data: 05/09/2018 16:37:13
*
Più di tutto lerba alta
La circostanza degli occhi alla luce che preme da una curva, un’aria di domanda che non dice niente. Prende la matita pensa e spaventa, non dice ma disegna un altro volto nel volto apre le valve alla parte del buio che non sappiamo. ..."tra le folate d'un fumo di resina, strane figure, che sembravano fatte della sostanza stessa dei sogni..." M. Yourcenar
Id: 50320 Data: 29/08/2018 13:05:51
*
Mia faglia dal basso
Non è che questo mia faglia dal basso stelo nascente lamina di spada erba molle erba rude erba stacciata culmine di grano nervo del sole vena dove vengono i venti vento brado scheggia rovente innumere schegge: vaso forte e fine, anfora a bocca a reggere il fiore a lungo getto a vita deriva~sfuocatura.
Id: 50295 Data: 27/08/2018 13:33:33
*
Non ha muri la mia casa
Lascia che vada paesaggio dai fronti deformato, sia il letto cespuglio per uccelli dal canto straniero a me prossimo. Lascia che a Tarusa sigilli ogni squarcio e affidi al sambuco le soglie dove ha pace la voce. Che al custode consegni le case vuote, il freddo di ponti arcani, la mano mancata dal bene. Le non confessioni di libertà sotto vesti logore, lasciale armarsi di primavera quando anche il corpo avrà gioia in una piana di blu, per confine.
A Marina Cvetaeva
Id: 50263 Data: 25/08/2018 09:50:12
*
Spillo di luna
Uno spillo di luna viene puntuale dove torna a raccogliersi la docile sponda di lago rappresa. Natura che ricrea natura nostra, scissa di orifizi e contrasti: quell’arso incanto che in acume denuda e notte, tende.
Id: 50216 Data: 21/08/2018 11:45:27
*
Come alberi abbattuti
Sono come alberi abbattuti prima che possano alzare i rami al cielo coperti di fogliame, frutti germogli ancora pieni, d’improvviso stesi senza il tempo per una resa scaltra senza poter tendere le radici altrove
sono come alberi scorticati vivi messi in gore di pietra presi dalla terra, dalle formiche da un fiume fermo di sterpaglie e ruggine. (una piccola voce per le vittime di Genova)
Id: 50176 Data: 17/08/2018 18:25:30
*
Di tanta sabbia
un solco, un sasso lanciato un cerchio di tanta sabbia qui grata al silenzio che frammenta la musica inganno l’attesa
Id: 50088 Data: 10/08/2018 16:01:15
*
Roveto
Bosco di gridi eco meravigliosa Dei rami giunti nodo che mi respiri Che siano labbra o bragi di parole Tu mio supremo rosso nel cuore del roveto
Id: 50038 Data: 07/08/2018 18:03:50
*
Trina bordeaux
si riversa il sereno ci sfiora il fragore dell'ombra strema il dì fiori dal labbro ma poso la mano sul vetro la piccola trina bordeaux
Id: 49993 Data: 05/08/2018 09:49:46
*
Extrañe
Così succinta una parvenza d’ali brilla insolente un mormorio d’estate l’ultimo piano porta a un vuoto di rondini si rannicchia anche l’ombra in magrezza di sogni
Id: 49722 Data: 15/07/2018 10:43:54
*
Dove io perfino manco
Avrei dovuto essere stringa al tempo in schiere di richiami portarti a me da un’antica selva d’oriente e dal sognato, dalle chine aspre dove ho lasciato un po’ della mia ombra memoria prossima alla pelle. Ma sempre qualcosa fugge l’impermanenza: cosa sei per me? cosa hai fatto agli alberi le cui gemme dispensano vaghezze di occhi interni? Autrice delle spine, è questa l’arte che scioglie balsami di aranci amari tutto di me si fa apertura, a piccoli morsi essenza e cura sommuove il fondo, posa dove io perfino dal corpo manco. Poesia presente nell'antologia Proust n.7 - Il profumo del tempo e-book n. 217 pubblicato da LaRecherche.it.
Id: 49634 Data: 08/07/2018 19:49:08
*
Come uno strappo dorato
uno di quei giorni che s’interrompe il respiro indecifrato nitore riaffiora della parola taciuta- rimani agogico pulsare, ancora ti ho visto in un salto di luce e non c’ero, non io la chioma al tuo vento come se si andasse come se non si tornasse
Id: 49584 Data: 05/07/2018 00:03:44
*
La baia delle balene
Avanza nella baia ad origliare il nulla il suo cuore d’alga, s’incupisce di quanto inverno copre le acque vuote. Era uno di loro, la mano di lama violenta tra code arenate pietre dopo che il guizzo, ultimo, donava il suo rosso al sonno imbelle e sinistro. Lo annienta il mare la squama enorme impacciata che rimescola, silenzia, torna sul fondo. Un’onda d’oceano accorre e non dà sollievo ricacciata in bocche di sabbia. Lui la segue, con il lamento di tutti i lamenti di madri, figli e vecchie balene pronte a morire dove si piega, in pace la musica del mare.
L'immenso corpo ebbe un soprassalto, poi si immobilizzò in superficie, girato su un fianco, mostrando il dardo dell'arpione, mentre nella laguna la macchia scura si allargava, circondava la scialuppa. Stranamente, gli uomini erano ammutoliti. (J.M.G. Le Clézio, Il posto delle balene).
Id: 49561 Data: 03/07/2018 20:39:37
*
Stele di sole
Stele di sole volevo coglierti da una sirena puntata al petto. Dalla trottola veloce dei miei passi, dentro un forcipe sottile di finestra. Vuoto campo d’inverno, spio il tintinnare dell’albero che non spiega la natura di altre paure, come ci attraversa un filo smarrito giù nella voce. Ma all’attico sali tra minuzie incantate e un nesso dove credi, vieni anche d’ombra -se la notte cammina nel giorno nel suo modo magnifico di nascondere gli occhi porta tutto qui e uno stiletto acuto da aprire il tutto e far piovere nuvole di lillà sui cuscini.
Id: 49465 Data: 26/06/2018 22:43:49
*
Miniature
Il sapore di ribes alle labbra -sono le tue o le mie?- e il groviglio del sole m’imprigiona gli occhi salpo alla finestra sulle punte… non si sveglia la stanza, se posso Sembra una foresta la scia di rondini passa il grido e fa a strisce il cielo sembrano convolare a nozze quei due ciliegi, fatti l’un per l’altro poi lo sbadiglio mi dice che è un errore: sono solo voli e fiori magnifici voli liberi al mattino solo fiori magnifici solo magnifici solo fiori solo …
Id: 49440 Data: 24/06/2018 15:32:04
*
Raccogli
Raccogli quei capelli, l’acqua continua a defluire, la voce generosa che reclama: traspare. Sfuocato taglio dove si genera la felicità, il tempo è poco e l’occhio va al disordine prima di partire ti dici è presto col mare in cuore e poi sistemi un libro, calze che gli piacciono strappi alla rosa un petalo il bacio di ricambio -credi? non sarà un tombino che l’accoglie sotto una suola profumo di disperso per lontana cura sospiro, dedizione?
Id: 49427 Data: 23/06/2018 18:11:02
*
Concettuale n.1
Sera di vita propria isola silenziosa sorprende il canto di un merlo veloce un fiore sta morendo è la sorte dell’erba va tutto liscio l’ombra di pace assorbe Ho idea di un libeccio che arriverà dal nord forse è tardi per sentirsi normali
Id: 49386 Data: 21/06/2018 15:39:19
*
Con lacqua alle caviglie
Rivoglio il mare
con l’acqua alle caviglie correre dove si sfrangia il giorno perossido d’arancio e blu quel mareamore che mai si assesta e già mi spazia in un discorso di fondali un “vieni” di apertura il trascinar di foci che pare dire “rigurgito di bocche d’onda l’incanto eroso al tempo sarà ancora tuo, restituito”.
Id: 49278 Data: 12/06/2018 19:30:24
*
Germinare
Solo perché germini il germinare da pietre in fumo ingrasso un gelsomino di quell’odore in ciocche di quelle stringhe in luce da disperdere ogni mia ombra dappertutto e forma esterna e paratie dei fuochi.
Id: 49220 Data: 08/06/2018 23:00:39
*
Cado
cado
violetta dallo stelo a far radice dove sei suolo e durante: brucio rugiade quante notti il non tempo d’una che si consuma la luna in solchi e fili, mi piove
Id: 49102 Data: 02/06/2018 10:00:58
*
È primavera anche a Milano
È primavera anche a Milano, nessuno mi può convincere di coltri artificiali. Sogno quest’odore ch’è glicine tra stelle elettriche, sogno le scarpe di Garlando danzarmi in via dei Fiori Oscuri. Sogno, e tocco il prato sotto il tavolo dell’ I L’ov brunch e il tuo sorriso da pancake -dolcissimo levita, pieno di charme e delle tue anime, tutte.
Id: 49050 Data: 28/05/2018 16:36:31
*
Sottinteso, si sogna ancora
Com'è strano sentire la verità dei nomi in una stanza asciutta vagare Sotto la lampada il profilo con accenti rossi dire "ti sopravvivo" senza nessun abbellimento Orde di parole le mie compagne scritte corollario d’altra poesia da volare più in là della paura dei davanzali del passo feroce che non lascia varco Sulle soglie ti salvo -non ti salvo t’amo -come non t’amo Ti comprendo e sempre dal cuore facile non in vendita (sicuro...) se un limo scuro placidamente prende le caviglie Ma qui ho peso incorporeo recido anche lo sguardo taglio il ponte e il dazio mi sollevo dal tuo ipotetico dolore da esibire in un taglio breve di sorriso __ (poesia prima classificata al Premio Veretum II edizione, successivamente edita nella raccolta "Canti di carta" Fara Editore - febbraio 2017)
Id: 48919 Data: 18/05/2018 15:04:39
*
Aggrappiamoci a tutto
Ci vorrebbe una musica da morire insieme un Sì dopo il Là -tra un minutoluce dove sei? non so il nulla che non sia davvero ci vorrebbe uno spartito da registrarci, fino allo sbiadire del segno ci sarebbe mai un’orchestra disposta a suonarci?
Id: 48899 Data: 16/05/2018 21:21:35
*
Mi prendo cura di te
Oggi tocca a me
difendere lo scrigno delle emozioni tue dirti solo ‘Va tutto bene’ per cacciare le spine dalle tue primavere. Tocca a me tornare a quel bivio dove i fili ci staccano rovesciare il vaso del tempo- il tempo che mi hai partorita e non espulsa del tutto- senza lingua parlarti, senza piedi scalciare da dentro per dirti che è come un abbraccio -più caldo- e che mi prendo cura di te.
Id: 48877 Data: 14/05/2018 15:12:30
*
Avrei scritto di nespole a maggio
Sembra uno scherzo allineare sguardi su soglie di luce, se a un tratto sfioccano dintorni e la scena si fa verticale farfalle, stazionate su scure cortecce non hanno memoria di legami con marzo quando anche noi si mimava la gioia pazza del vento
Id: 48844 Data: 12/05/2018 21:01:33
*
Il corpo docile al mattino
Il corpo docile al mattino vorrebbe, non sa avversare la sua docilità ombra intagliata dai coltelli di una coperta rude, lampada vuota d’anima. La bella nuvola, spezzata. S’infila stretto nelle calze, soffoca il nudo dentro, adagio temendo il laccio della luce. Infila e stringe, voci d’estranei a sé da labirinti a bracci violamaro. Immagino le vene concave in una cesta a respirare ossigeno nativo: scende l’uccello dall’ala azzurra a separare il greve -quasi ne muoio di sollievo di là dai frangiventi, incontro di fuscelli e solchi d’aria.
Id: 48753 Data: 06/05/2018 22:43:26
*
Dentro fino al vero
Folle di pitosfori questa notte -come in van Gogh il denso, il segno insepolto - corrono fragranze postume di fole al non sentire dove collassa il vero -solo a guardarlo. E infilo gocce di linea franta la pioggia a salve mai ma agemina di flutti-anelli poi è lo scorrere sul lago e a dire creste, colmarci. Ché oltre questo siamo acqua dispersa nei pozzi.
Id: 48727 Data: 04/05/2018 16:41:47
*
Rediviva rosa
Perché la notte arriva come un ebano la prima spia che t'allontani ombra lunga la mano che non piego a me sfoglio pagine e strade dov'è una porta che soffia vento e un poco l'oltre, al guscio respiro per respiro due cotiledoni dell'acqua e aria e la radice, carne di rediviva rosa
Id: 48687 Data: 01/05/2018 18:31:05
*
Perfino le tue sillabe derba
Trasmuterà, la bianca ruggine ancora anello intorno ai colli di piumette a gradazioni al blu, per intuizioni di giumelle giadasmeraldo il fiume sbuca. Perfino le tue sillabe d’erba si allungano invisibili -non smetto di ascoltare ebbra al meato sporto a primavera. Ma noi: non siamo avidi filamenti nel verde di fanghiglie? Un ansito, il frinire d’acqua sulle acacie, siamo?
Id: 48643 Data: 28/04/2018 17:45:00
*
Briciole incandescenti
Quanto sia vera questa colonna alta luce vuota di immagini. Quanto non sia, vorremmo, mentre la gola stringe dove si strappa il sogno e non fa più primavera vedere i fiori rossi nel bruciare da civiltà in preghiera dove si affaccia un astro poi va a svanire dietro fantasmi lievi -volano in vesti di bambini- e ninnoli che allietavano il sonno lasciano a terra briciole incandescenti. Quelle, non spegnetele mai.
Id: 48469 Data: 15/04/2018 00:45:44
*
Tarsia di freddo impuro
Canto d’inverno Così vediamo nascere un inverno con i gemiti d'ascia sulla luce il rumore e di colpo quella pioggia d’ansia di assalto estratta da una tana. Il nero omozigote di gemelle ali contrite in lividi fruscii senza groppo delle ossa si richiude fedele all’occhio cieco su nel varco. In sintesi di graffi dai recinti l’aria di lutto a velo che mortifica lo sguardo tra le polveri -un’iperbole silente e fragile, autarchia del bello. * Cartolina dal mare d’inverno L’onda non vive che un attimo il senso di perdita soffia alle spalle sabbia dura, cemento. Basterebbe solo imparare a solcare una mappa spartire acque fin dove ci confina il muro d’alghe. Basterebbe imparare a non voltarsi cedere all’onda che muore a se stessa -quel grigio pavesato di luce. Al vento sobrio che bacia la mente, l’annulla. *
Sdrucite righe
Sdrucite righe
palesano segreti al raffio della mota. In cave d’ossa annegano gli inchiostri e la necropoli del tatto torna ambra d’incantamento poi che la nuca s’è voltata ma Euridice sul piede stava molle, da cerbiatto.
Id: 48384 Data: 09/04/2018 16:05:34
*
Profumo dorme
Amo vederti arreso alla gioia tra le ciglia e le vette nel vano aperto dell’estate come a cogliere more, persi noi lontani dai condomini. Lingue morbide, risa azzurrine nelle braccia troppo larghe di questa poesia al presente fantastico dalla voce trascesa a fil di pelle. Il prima e il poi che esce dal silenzio le stesse cose, intatte da accaderci una nell’altra via dalla terra. Nel dire vieni, attesa molle di ossa al profumo d’orme.
Id: 48344 Data: 07/04/2018 13:00:33
*
In calici del vento
In calici del vento
forme al confine con le nostre aria e materia tutt’uno imperturbabile si librano al tempo ritrovato libere dalle afasie del vuoto. Scaliamo le montagne col pensiero meraviglia d’essere in due qui antipodi riuniti in foci azzurre a un sole esteso che asciuga le paure. Che ci trattiene dal cadere.
Id: 48324 Data: 05/04/2018 23:05:43
*
Impastare grano
Sinergie positive nell'impastare grano la palla è liscia da sembrare pelle riposata
le mani si perdono, assorbite dal flusso molle del tempo. Sono morbidezze in umida grammatura, arte meccanica con retrospettiva in appunti scritti
un piccolo quaderno di trent'anni dalla grafia inclinata in avanti e segni di vecchie lavorazioni, asciugati dal phon.
Id: 48300 Data: 03/04/2018 23:24:42
*
È appena tutto
È appena tutto un cogliersi carene
tra due steli che incurvano
per mani scompigliate per arruffati solchi
le schiuse d’umido negli esodi
magnifici di cellule - ai calici
sfiora una luce d’acqua
da schegge spettinata, piove
ogni neve-sciolta-poesia, mi scopro
d’intorno a te come giardino
visto dall’alto color magenta
che non s’intende di botanica.
Id: 48231 Data: 30/03/2018 16:46:57
*
Santa Sabina
Liscia di pietre, acqua e brezza armonia rilucente un osanna blu privo di appartenenza. Solo l’alba assorta, la torre i lineamenti dei gabbiani, solo linee di pace nel canone dell’eternarsi. (Il tempo) il tempo posa qui ma non dimora è rituale di sponde mappa reale, rarefatta che spinge a noi i Balcani. E sembra siamo nati al largo tutti limitrofi d’immensità uniti i tratti: quei monti con le dune nostre scolpiti in ruggia d’onda al fianco stretto del Mediterraneo. E siamo nati qui sicuro in una lingua barbara più larga.
Id: 48188 Data: 27/03/2018 21:20:13
*
Vista dinterni
Degli spigoli vivi affilati alla vista pure i cardini privi della luce che dista in mollezza di tonfi. Dalle camere vuote straziano in echi, gonfi delle gracili immote carezze incise ai lati del buio. Spinge l’ora a stremarsi, brancati steli al graffio di bora dilateremo i fiati come essenze d’aurora.
Sonetto in settenari ABAB, CDCD, EFE, FEF
Id: 48162 Data: 26/03/2018 14:13:08
*
Trasporti
Cos’hanno gli occhi tuoi collisi con l’acqua? al parossismo di una mezza luce falene da ardere che nemmeno l’estate freme di tante spezie. Lume, trasporti nelle crepe -dimentico i miei quadri di nature morte- da prima di anticamera vedo ortensie lì ad attendermi le ossa germogliate sotto i miei volti alterni da uno stupore di epiglottide a nostalgie mesmeriche e già divento ciglio alato su transiti di assenze le mie care ombre di quando il sole è calmo e un antro, seppia.
Id: 47996 Data: 18/03/2018 19:45:42
*
Primo acrostico dell’anno
Canone inverso il fumo
ad ogni senso resta
poter soltanto amare,
oggi che un grido scava
dove l’incerto palmo
adorna il rosa, ovunque cada
nessun’ombra sia cieca.
Non ho braccato che una stella
o lo stupore che sembrava.
Id: 46094 Data: 01/01/2018 09:09:56
*
Un lusso
È un lusso lasciar che penda frugale e chiara una stilla, una nuova dal fondo. Si sporge un viso malgrado non volessi, cos’è, domanda muto, e sospetta che i treni per quello esistano -sempre qualcuno in mezzo alla folla che torna con un filo di freddo, perché.
Id: 46039 Data: 30/12/2017 01:43:37
*
Dove?
Poi tu solcherai le strade io a ridosso il cielo il nord sospinge il nord come ombre e rumori torrenti d'occhi dove "Sono qui" dici e giù l'hangar di luce, quanta! con l'illusione che lo spazio allenti sopra sotto avanti indietro e forse neanche una parola ma l'aria, quella transfuga dal freddo nei rossori già chiara, avvolge. Il dove che mi sbanda in vuoto a sterno. Dove? -mi sei da scia un'aporia di vicinanza mentre il paese là disteso, dorme.
Id: 46009 Data: 28/12/2017 15:15:27
*
Affacciare ali
Mi metterei fino all’epifania ad ascoltare i legni donandosi bruciare dentro muri di pietra il cuore nel non sentire i campanelli. Hanno portato nastri d’oro e vino, sarà comunque festa e chi non si stupisce della luce spezzata rompe noci e gioisce al dubbio dei contrasti: la notte quieta -sembra sotto una stella insanguinata d’oppio e sorrisi, ch’è fin troppo facile “l’amore è dentro te” se un nodo di dialoghi e silenzi implode idealizzato in verbi all’infinito -sentire, cogliere. Ma bisogna affacciare ali, liberare, correre.
Id: 45969 Data: 27/12/2017 01:56:53
*
Vassoi offerti al Natale
E se ora fossero più dolci i nidi in pastafrolla in fila sui vassoi dopo che mani sbocciano profumi di finestre verso il cielo, in orli di campane un rilucere d’intonaci, un impasto di pietre Nelle ore di Natale, prossime d’abbondanza in mense se mandarini e resine sento bruciare nel timore dell’aria che ha assorbito colpe sotto astri d’ogni provenienza lo spirito brandisce la parola porta Betlemme in voce su terre aride a estorcere un palpito di bene, finanche il caldo dai nostri maglioni spessi esca allo scoperto in trama d’abbraccio
Id: 45947 Data: 25/12/2017 21:59:53
|