La strada non muta la meta. È comodo
per riguardarsi. È sufficiente il modo
di coinvolgere la lattaia che portava
il nutrimento alle porte. Nemmeno si vedeva
in piena luce. È importante
ci sia stata, ma non c’è. Come tante
polveriere, come i coppi sugli spioventi
e bartali al Col du Galibier che lo sostenta.
Le mucche sono munte dal metallo
eppure è difficile tirare in ballo
che abbiano una salute di ferro.
Chi ricorda l'ape Elvira dalle borse trarre
il tintinnare del pascolo dal sacco elastico?
Voi non l’avete vista bussare, ma io la sento e fantastico.
Viene in mente che il vetro fa compagnia
e la plastica solitaria è una pessima spia.
Il mezzolitro ciarliero rivoglio
che imbianchi la lingua al risveglio.
Cos’é la primavera per questo motivo?
L’aria trasparente dal candore primitivo
che traduce in sanità una parte di me.
Quella parte invariabile che
non prosegue nel seme. Bisogna racconti
della mia arnia. Bisogna che la rifondi e confronti.
Penso a quando il verbo automatizzare era inutile
per quanto ciò che è resto umano sembri infantile.
La creatività era una maraviglia a tutto spiano.
Oggi si spiana tutto e la maraviglia è una rana.
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