Per favore poeti,
se vogliamo chiamarci tali,
non condiamo sempre,
i nostri versi,
con le stelle, la luna e gli astri vari
solo per rendere efficaci le parole
ma che nulla hanno a che fare
con i sentimenti
che scaturiscono dal cuore.
L'ha fatto Leopardi
che dell'infinito
ha fatto il suo capolavoro
ed altri immortali,
senza tuttavia strafare,
come invece facciamo noi
per dare più vigore
a dei versi incerti
che non fanno rima con amore.
Ancoriamo le poesie
alla gravità della terra,
facciamole camminare
per non tarpare le loro ali.
Usiamo l'alba ed i tramonti
come cronologia della natura
e parliamo dell'amore
sprimacciando un pò Neruda.
Usiamo il vento
solo per soffiare via la retorica
e la bruma e la pioggia
senza atteggiarci al Pascoli.
Lasciamoci scrivere solo dal cuore.
L'unico, che ci potrà ambire,
ad essere immortali.
Questa poesia non riguarda voi poeti, anche se ho usato il plurale; è puramente personale per quelle promesse che mi faccio ogni qualvolta mi accingo a scrivere una poesia e nella quale immancabilmente cado con tutto quello che ho citato nei versi.
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