La iattura del tempo è che si annida in luoghi oscuri
dove solo la memoria sa attingere
così tutto ci sembra breve, perduto e sconsacrato
in una miriade di rimpianti non sempre postumi.
I momenti di gioia presunta coincidono con la perdita di lucidità
in una sorta di strano ossimoro capovolto.
E decidiamo la nostra sorte guardando un mattino
un paio di gocce sul vetro che ne diventano una.
Io e te, che sagome! Un pensiero fugace,
niente che tolga il respiro.
Forse pari ad un abbaiare di notte, lontano, di cani.
Un masticare parole che non siano dedali di frasi spezzate.
Tipo un ciao come stai?
Forse sognare.
Una catastrofe d'amore.
Un incontro clandestino tra superstiti.
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