Vecchi conversano appesi alle reti
di orti minuti. Cespugli di more
anneriscono e pungono le dita.
Restano a guardia pochi fichi d'India
di uva che pare bagnarsi in mare.
Gli altoparlanti delle spiagge filtrano
nel fitto argento verde delle olive.
Volendo giungere in cima si deve
resistere a un'angoscia di cicale.
La teleferica in disuso cigola
e il vento che la dondola non è
che un fruscio di cinghiale fra ginepri
per metà rosi dal fuoco. Benché
d'agosto, il sole è tardo e poco. Eppure,
gramo e rosso, il sentiero è quello giusto.
Su terre alte ho deposto per te un sasso,
quel figlio al quale non daremo un nome.
Da qualche tempo vivo all'aria aperta,
senza contare i passi né parlare.
Nemmeno do calci a vuoti barattoli:
l'occhio mi rotola in nascondigli
o sale oltre la chioma delle nuvole
e la mente si stende bianca al sole.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Maurizio Paganelli, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.